Punto & Virgola

Vuoi conoscere un sistema legislativo davvero inFOIAto? Vieni in Italia

“Vorrei, ma non posso” è il tormentone: queste le sue cause strutturali


03/12/2017

di Andrea di Furia

Foia, fregola, frenesia sessuale bestiale: di solito quando si usano questi termini ci si riferisce ai grufolosi maiali. Perciò quando si è presentata all’americana, sotto la sigla FOIA (Freedom of Information Act), la nuova regolamentazione dell’accesso agli Atti della Pubblica Amministrazione qualcuno ha storto il naso e qualcun altro ha fatto battutine.

La realtà, però, se la si va a cercare nel suo quadro complessivo [cosa che il pensiero solo scientifico moderno ci impedisce continuamente, con la sua fissazione metodologica illusoria di esaminare ogni punto della circonferenza sociale prima di arrivare infine a considerarla per intero] dimostra che davvero il sistema legislativo italiano soffre di una frenesia, di una fregola, di una FOIA giuridica bestiale.

Prima inoppugnabile prova di quanto affermato è che il sistema giuridico italiano non è neppure in grado di sapere con esattezza quante norme giuridicamente rilevanti costituiscono la sua realtà: la stima che circola da tempo è superiore alle 150.000 (centocinquantamila!).

Per dare corpo alla definizione di fregola giuridica bestiale all’onanistico modo di comportarsi del nostro apparato legislativo complessivo (Statale, Regionale ecc.) basta paragonarlo a quello di altri Paesi evoluti: la Francia ha circa 7.000 mila leggi, la Germania intorno alle 5.500, la Gran Bretagna ne conta poco più di 3.000. Delle nano-macchine giuridiche, al nostro confronto!

Vuol dire che se dobbiamo legiferare su un qualsiasi tema culturale, giuridico, economico per ogni legge che fa la Francia noi Italiani, sullo stesso singolo argomento ne facciamo 21; per ogni legge che fa la Germania noi ne facciamo 27; per ogni legge che fa la Gran Bretagna noi ne facciamo 50.

Qualcuno potrebbe però sostenere, perché sembra incredibile questo rapporto, che per il fatto di essere una stima “complessiva” non è omogeneo il campione esaminato: magari [dato che oggi chiunque opìna, anche quando non conosce] le leggi dei tre Stati europei sono solo quelle “statali”.

Informiamoci allora presso Normattiva: la piattaforma digitale che raccoglie le leggi statali in vigore. Il progetto, a firma della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Senato e della Camera dei Deputati è in collaborazione con la Corte Suprema di Cassazione, l’Agenzia per l’Italia Digitale e l’Istituto poligrafico della Zecca dello Stato. 

Normattiva classifica e rende accessibile la normativa vigente dal 1932 a oggi e, stando alla sua banca dati, sarebbero circa 75mila le leggi statali vigenti in Italia: dunque, se ci riferiamo a questo campione, per ogni legge della Francia noi Italiani, sullo stesso singolo argomento (!) ne facciamo 11; per ogni legge della Germania noi ne facciamo 13; per ogni legge della la Gran Bretagna noi ne facciamo 25. 

Osservando l’ipertrofia conclamata del sistema giuridico italiano si potrebbe essere tentati di adeguare una definizione rivolta alle Persone che ho trovato sul web:“farsi delle seghe mentali”, ossia “portare alla completa degenerazione ogni minimo pensiero/concetto/sensazione”.

Adattata al sistema normativo italiano e alla Comunità dei Legislatori (Lobbisti, Giuristi, Politici) diventa “farsi delle seghe legali”, ossia portare alla completa degenerazione legislativa ogni minimo pensiero/concetto/sensazione nella dimensione politico-giuridica.

 


Il concetto che ci serve ritenere, però, è “portare alla completa degenerazione” - modo approssimativo di definire una delle tre inosservate leggi sociali [la Legge di gravità sociale, in questo caso] operanti nell’attuale strutturazione malata del sistema sociale mondiale - che in Italia trova la sua massima espressione sul versante dell’isteria, della mania, dell’ipertrofia.

La Sociologia moderna nota questo, lo denuncia, ma purtroppo lo ritiene un effetto sostanzialmente antropologico e caratteristico del Popolo italiano: l’eccesso di zelo, la mancanza di misura che fa abortire anche le più belle cose. Perciò a ciascun singolo passo in avanti, impotente, si deve limitare ogni volta alla registrazione postuma delle Luci accese e delle Ombre permanenti: come abbiamo riportato nel precedente commento sul FOIA.

A chi viceversa non vuole fermarsi comodamente lì e desidera arrivare al vero punto dolente dell’inevitabile “guasto” sociale attuale, a chi vuole capire il meccanismo perverso che fa abortire qualsiasi iniziativa, anche lodevole, anche necessaria, anche indispensabile in ciascuna dimensione sociale… tocca proseguire e superare il loop perverso delle Luci e delle Ombre.

Perché mai avviene che un’idea bellissima (ad esempio il FOIA: nei 40 anni almeno in cui se ne è parlato in Italia lo si vedeva come una conquista indispensabile del Cittadino) invariabilmente abortisca ad ogni tentativo (1990; 2005; 2012; 2013; 2016 !) di realizzarne la sostanza essenziale?

La ragione vera, sottostante a tutte le altre sostanziali (e sono tante) che si possono addurre, è che il nostro sistema sociale attuale [nostro e di ogni Paese nel Mondo, sia chiaro] non è fatto solo di “sostanza” umana o istituzionale (ideale-culturale, ideologico-politica, economico-utilitaristica).

In realtà, il nostro sistema sociale attuale è fatto anche di “forma sociale”, se vogliamo accedervi dal lato filosofico-concettuale, ovvero di “struttura sociale”, se vogliamo accedervi dal lato sistemico-sociale.

Struttura del sistema che oggi è monodimensionale e non tridimensionale. Comprendere questa differenza strutturale tra le due tipologie di sistema sociale è importantissimo: ne va della futura evoluzione della Società umana planetaria, non solo della Società italiana.

La prima strutturazione formale del sistema sociale è capace solo di identificare di volta in volta una dimensione sociale (ad esempio la Cultura nel Medio-Evo; la Politica nel dopo Rivoluzione francese; l’Economia nel dopo Seconda Guerra mondiale) che soggioghi e domini le altre due, di volta in volta attraverso il proprio contenitore chiave: la Chiesa nel Medio-Evo; lo Stato nazionale dopo la Rivoluzione francese; il Mercato globale dopo la Seconda Guerra mondiale.

Questa tipologia strutturale del sistema possiamo definirla “monodimensionale” e sintetizzarla nella sigla “a 1D” ossia "a 1Dimensione sociale predominante sulle altre due", oggi la dimensione economica con il suo attuale contenitore strutturale che è il Mercato globale.

La strutturazione formale "a 1D" del sistema sociale nasce al tempo delle Teocrazie orientali (lo era l'Antico Egitto) quando il predominio apparteneva alla dimensione culturale-religiosa e dopo 6.000 anni, permane quale medesima struttura del sistema “a 1D” anche nelle moderne Tecnocrazie occidentali (lo sono gli Stati Uniti d’America), quando il predominio appartiene alla dimensione economico-tecnologica. Questa strutturazione monodimensionale del sistema sociale è ormai obsoleta, antisociale, inadatta al livello e al ritmo evolutivo umano odierno.

La seconda tipologia formale di strutturazione del sistema sociale è quella “tridimensionale”. Sintetizzabile nella sigla “a 3D”, è massimamente adatta ai ritmi evolutivi di oggi perché rispetta l'essersi definitivamente "emancipate l’una dall’altra" da parte delle tre dimensioni sociali.

Il sistema sociale a 3D, la Società tridimensionale, rispetta quindi non di volta in volta [e a seconda di chi comanda, come nel sistema sociale a 1D] bensì contemporaneamente [e in modo oggettivo, senza favoritismi o privilegi] l'attuale essenziale bisogno di autonomia, di “separazione” qualitativa e di discrezionalità funzionale nelle proprie specifiche competenze sia dell'Economia, sia della Politica, sia della Cultura.

Infatti solo un sistema sociale strutturato “a 3D” può aspirare oggettivamente, a inizio terzo millennio, all’effettiva  produzione della socialità singolamente attesa oggi da tutte e tre le dimensioni sociali: non solo egoisticamente a quella voluta dall'unica dimensione (ora l'Economia) che giunge temporaneamente al potere con i suoi gruppi dominanti e le sue Istituzioni.

Soltanto la Società umana tridimensionale dei nuovi tempi può ridare la stabilità perduta dal sistema sociale attuale, essendo l'unica struttura sociale capace di far collaborare sinergicamente le tre dimensioni sociali: ed esclusivamente sugli obiettivi comuni.

Lasciando così alle loro componenti umane ed istituzionali specifiche il totale potere discrezionale di decidere autonomamente sui propri punti focali essenziali: i diritti e doveri nella Comunità all’interno del contenitore chiave Stato per la Politica; la circolazione merci e servizi sul Territorio all’interno del contenitore chiave Mercato per l'Economia; l’educazione della Persona all’interno del contenitore chiave Scuola per la Cultura.

 


Il FOIA, la possibilità legislativa per il Cittadino di accedere agli Atti della Pubblica Amministrazione, sarebbe stato un successo in Italia (e non un aborto per frenesia legislativa) solo in un sistema sociale strutturato “a 3D”.

Soltanto nella Società tridimensionale, necessaria perché la sua strutturazione "a 3D" è adeguata ai nuovi tempi attuali, la dimensione politica avrebbe potuto legiferare sul diritto di informazione del Cittadino in piena autonomia: senza dover dipendere totalmente, come avviene oggi ovunque, dal Mercato globale in perenne conflitto con la Democrazia statale.

Ma come è strutturata oggi la Società italiana? È strutturata “a 1D”: è “monodimensionale a predominio economico”. Vale a dire che in questa tipologia di sistema sociale prevalgono le istanze del Mercato globale su quelle dello Stato legiferante. Tutte le istanze, anche quelle culturali, finiscono nel contenitore strutturale unico del Mercato globale.

Quindi - assolutamente vincolante per il Legislatore statale - c’è l’occhiuto controllo in remoto da parte dei "portatori degli interessi economico-commerciali-finanziari" sulle loro marionette politiche: opportunamente fatte eleggere o cooptate in Parlamento "alla Mario Monti".

Perciò l’autonomia necessaria alla dimensione giuridico-politica viene negata all’origine: dal predominio attuale nel sistema sociale "a 1D" della dimensione economica e dei suoi scopi - proliferazione del Lobbismo, promozione degli Interessi economici privati (personali e societari), tutela dei Segreti commerciali ecc. - che sovraintende e condiziona tutto il corpo giuridico-legislativo a proprio uso e consumo.

Tra l’ideale da perseguire (ad esempio il Diritto all’informazione sugli atti della Pubblica Amministrazione del Cittadino) e il realizzato risultato-aborto alla "vorrei, ma non posso" cosa si innesta? Si innesta l’espressione legislativa della sottostante malsana strutturazione “a 1D” del sistema sociale.

Qual è questa espressione? La Commissione interparlamentare: cui è affidato il compito di contemperare non tanto i “diritti collaborativi in gioco” (del Cittadino e della P.A.), quanto gli “interessi collusivi in gioco”: quelli dell’Apparato statale che aspira all’intoccabilità e quelli economico-commerciali, sia personali sia societari. Favorendo così non la trasparenza invocata, bensì l’opacità e la corruzione.

Sono solo questi - entrambi verificabili, riguardando sempre ombre e luci alla fine del precedente commento - i risultati ottenuti con successo dal FOIA italico. La sua dichiarata ragion d’essere (accessibilità e trasparenza) è ancora un evanescente miraggio forse raggiungibile, statisticamente, nei prossimi 25 tentativi... 11 se siamo fortunati.

La Commissione parlamentare - che prepara i lavori dell’Assemblea legislativa quale espressione non più della sola dimensione politica [qui difetta di lungimiranza l’approccio scientifico solo sostanziale della Sociologia] quanto piuttosto della sottostante strutturazione “monodimensionale” del sistema sociale attuale - si inserisce con funzione opacizzante tra il luminoso enunciato originario e l'ombrosa realtà effettiva. Perché opacizzante? Perché la strutturazione "a 1D" del sistema sociale la condiziona a intervenire in modo mercantile-utilitaristico e non giuridico-democratico.

Ma questa malsana e obsoleta tipologia di strutturazione “a 1D” del sistema sociale - che non è un concetto astratto come si pensa, bensì la concreta commistione unitaria di Politica, Economia e Cultura (ieri nello Stato nazionale, come nel Mercato globale oggi) - impedisce tre cose essenziali:
a)
non solo la realizzazione "per generazioni" di un elementare diritto del Cittadino moderno, essendosi necessariamente sottomesso lo Stato al Mercato [per non aver voluto mutare la struttura del sistema sociale da 1D a 3D]
b)
ma anche la realizazione "per generazioni" dell’altrettanto elementare libertà culturale della Persona di inizio terzo millennio, avendo usurpato alla Scuola le sue specifiche funzioni educative-formative per sottometterle allo Stato incompetente ('800/'900) e/o al Mercato sfruttatore (oggi)
c) e persino la realizzazione "per generazioni" dell’altrettanto elementare necessità della fluente circolazione dei beni e dei servizi sul proprio Territorio, avendo sottomesso all'interesse personale-predatorio di pochi "Signori del denaro astratto" l'interesse distributivo-fraterno di tanti "Portatori di concrete necessità vitali" degne di un essere umano di questi nuovi tempi.

Sta tutto qui - nella comprensione dell’antisocialità crescente da generazioni prodotta dalla strutturazione “a 1Dimensione sociale predominante sulle altre due” del sistema sociale attuale - il futuro di una Sociologia capace di incidere concretamente nella realtà sociale: cessando così di restare solo astrattamente nella testa dei Sociologi e, per così dire, fluendo fino ai loro piedi. Fino a toccare concretamente terra.

Sta tutto qui il futuro della Sociologia auspicata da Zigmunt Bauman nel suo testamento ai posteri: nel prendere realisticamente in considerazione quella "strutturazione sociale" che ancora non vede, o attribuisce confusamente a qualcos’altro.

 

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