Veti incrociati portano solo “non soluzioni” ai problemi sociali
15/04/2024
di Andrea di Furia
Pare diventata la norma la “non soluzione” dei problemi sociali. Pensiamo al Patto asilo e migrazione appena approvato dal Parlamento europeo. Vediamo il dato di fatto: l’Europa sta perdendo le proprie forze lavoro a ritmi altissimi, e insostituibili, anche per il pensionamento dei lavoratori più anziani ad esempio, e il fabbisogno annuale secondo alcune stime è intorno ai 2 milioni. Nel 2023 sono state fatte domande di asilo per ca 1.000.000.
Dal punto di vista unilaterale della necessità economica, dunque, la soluzione è semplicissima: creare corridoi di approvvigionamento gestiti dall’Europa con sede nei Paesi di partenza e arrivo: costa meno che dare soldi ai trafficanti e ai governanti, magari collusi.
Purtroppo, ci sono anche i veti incrociati economici, politici e culturali: la necessità politica low dost (di infimo valore), teme che il controllo “democratico” delle masse cada nelle mani dei migranti accolti; la necessità culturale-religiosa low dost (di infimo valore) teme che il pensiero “religioso autoctono" perda ancor più smalto; la necessità economica low dost (di infimo valore), teme che siano portati via posti di lavoro mentre serve riempire vuoti che si creano… anche dei lavori che nessuno vuol più fare.
Con questi veti incrociati il problema sociale migrazione (in realtà, qualunque problema sociale ci sia) subisce ritardi biblici e il disagio di tutti aumenta.
Dal punto di vista umanitario le migrazioni sono fenomeni ricorrenti: oggi tocca a te, domani a me. Una buona accoglienza in Europa da chi viene dall’Africa, ad esempio, sarà premiata e ricambiata quando la siccità, la guerra o una glaciazione improvvisa in Europa ci farà migrare in un’Africa ridiventata fertile, più stabile e più temperata.
Dunque, serve eliminare prima i veti incrociati. Da cosa sono provocati? Se col pensiero applicato al sociale scendiamo in profondità e andiamo all’origine, smettendo di fermarci in superficie, troviamo che essi rappresentano e sono provocati dalla “relazione” tra le tre dimensioni (Economia, Politica, Cultura) quando invece di essere “sinergica e collaborativa” diviene “parassitaria e dominante”: una delle tre domina le altre due e le piega ai propri interessi.
Questa relazione “parassitaria” determina una struttura UNIdimensionale di sistema caratterizzata dal dominio dello Stato (su Mercato e Scuola) se è dominante la dimensione sociale Politica, come ad esempio in Russia; caratterizzata dal dominio della Scuola (su Mercato e Stato) se è dominante la dimensione sociale Cultura, come ad esempio in Afghanistan; caratterizzata dal dominio del Mercato (su Stato e Scuola) se è dominante la dimensione sociale Economia, come ad esempio negli USA.
Sia che domini lo Stato, la Scuola o il Mercato i veti incrociati si sprecano e ci sprecano… finché non cambiamo struttura al sistema: da UNIdimensionale dominante (che fa la raccolta INDIFFERENZIATA del sociale economico, politico e culturale) a TRIdimensionale sinergica (che fa la raccolta DIFFERENZIATA del sociale economico, politico e culturale).
Per storica esperienza più che secolare, con la struttura UNIdimensionale parassitaria i problemi sociali non si risolvono, ma si aggravano e cronicizzano a causa dei veti incrociati palesi e nascosti.
Quindi per sciogliere i veti incrociati serve una struttura TRIdimensionale che fa la raccolta differenziata del sociale tridimensionale: in cui il veto politico si esercita solo in ambito politico-giuridico-statale (non anche in ambito scolastico o mercantile), il veto economico si esercita solo in ambito economico-finanziario, commerciale (non anche in ambito scolastico o politico), il veto culturale si esercita solo in ambito scolastico-educativo-formativo (non anche in ambito mercantile o politico).
Se un Politico, un Economista, un Professore si facesse una buona volta la domanda: “Con la raccolta differenziata dei rifiuti sociali economici, politici, culturali cosa otteniamo?”
Potrebbe anche rispondersi: “La fine dei veti incrociati, l’inizio della soluzione dei problemi sociali”… e comprendere la necessità urgente di T-ristrutturare il sistema sociale, di renderlo finalmente “sinergico”.
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