Punto & Virgola

Uomo, Società umana, Umanità intera


18/06/2023

di Andrea di Furia

In attesa che si esaurisca l’ondata di commenti dopo la dipartita di Silvio Berlusconi, che denunciano un pensiero dipendente dalle proprie simpatie o antipatie emotive, il giudizio su questo essere umano che ha esaurito la sua presenza sul suolo terrestre potrà essere dato solo conoscendo anche il lato strutturale del sistema sociale: non soltanto quello sostanziale dogmatico, ideologico, opportunistico che suscita solo polemiche sterili a favore o contro, ma sempre… su ciò che è effimero, mai durevole.

Approfittiamo invece per indagare sul bilancio di fine-vita di un essere umano qualunque (donna o uomo che sia) e mettiamolo di fronte ai 3 ruoli che assume dal concepimento alla morte: quale singolo Individuo, quale membro della Società umana in cui vive (italiana, cinese, americana ecc.) e quale appartenente all’Umanità intera del suo tempo, a inizio terzo millennio.

Il rapporto tra singolo Individuo e Umanità intera risulta mediato dalla Società umana in cui si vive (altrimenti meccanicamente e scorrettamente definita sistema sociale), che si pone come palestra in cui esercitare qualità e competenze che portano a coscienza il ruolo di ciascuno di noi in relazione all’Umanità intera.

L’ideale di appartenere all’Umanità intera è ancora alquanto astratto (fosse concreto non si avrebbero fenomeni come la guerra in Ucraina, la crisi delle fonti energetiche, la mercificazione dei farmaci) ed ha iniziato a risuonare timidamente nelle masse (non solo in rari pensatori) a partire da un preciso mutamento della struttura della Società umana: quando da liquida a predominio politico-giuridico-statale è diventata gassosa a predominio economico-finanziario-mercantile.

Questo cambiamento ha un’origine antica, a partire dai Comuni medievali dell’XI-XII secolo, passando per la riscoperta dell’America e attraverso la realizzazione dei primi telai meccanici. Diventa evidente con la globalizzazione della dimensione economica nel secolo XX.

La globalizzazione economica ha fatto capire - si spererebbe a breve anche alle Élite culturali, politiche ed economiche che ci governano - che tutti noi ci relazioniamo con tutti gli abitanti della Terra e che siamo un’unica specie sul Pianeta, indipendentemente dal colore della pelle.

Di per sé non è un male la globalizzazione: anzi è un passo avanti che l’Economia mondiale sia diventata un’economia chiusa… come un coltello quando spalma la marmellata sul pane.

Diventa un male se la struttura del sistema è UNIdimensionale parassitaria (come lo è, ad esempio, l'attuale Società umana gassosa a predominio economico-finanziario-mercantile), perché in essa la commistione indifferenziata di impulsi politici e culturali con gli impulsi economici invece di creare sinergie sviluppa fortissime brame egoistiche di Popolo tossiche e rende obbligatoria la sopraffazione in armi del Popolo concorrente.

Negli USA questa commistione indifferenziata di elementi economici, politici e culturali è evidente, l’osserviamo in costante operatività da oltre due secoli: e l’azione della sua longa manus in Europa, la NATO, è oggettivamente esemplare in tal senso.

Ma la CINA?, osserverà correttamente qualcuno... non sta manifestando anch’essa questa stessa brama egoistica di Popolo da commistione indifferenziata di impulsi economici, politici e culturali?

Ebbene, sì. E la RUSSIA? Anche la RUSSIA non è esente da questa stessa brama egoistica di Popolo sviluppata dalla commistione indifferenziata di impulsi culturali, politici ed economici.

Questo avviene perché USA, CINA e RUSSIA - pur non condividendo la stessa ricetta di sostanza economica, politica e culturale - condividono la stessa struttura UNIdimensionale parassitaria di sistema.

Ossia condividono la stessa relazione intradimensionale sociale parassitaria: quella relazione tra Economia, Politica e Cultura, determina che UNA delle 3 diviene dominante sulle altre due ed è questa predominanza unilaterale che, vampirizzando le forze sociali delle altre due, trasforma inevitabilmente in “male antisociale” gli impulsi economici, politici e culturali di tutte e tre: meccanizzandoli e devitalizzandoli.

Da ciò si deduce che definire un sistema a struttura UNIdimensionale parassitaria come “sistema sociale” è un esercizio di neolingua: è una menzogna sociale che diventa un’allucinazione sociale da cui è difficilissimo uscire.


Un poco come ritenere sia la stessa cosa fare una puntura di antiparassitario ad un leone selvatico nella savana e ad un chihuahua nano domestico in casa.

Già descrivere la Società umana come una macchina condizionabile dall’esterno e non come un organismo vivente, con sue dinamiche interne autocondizionanti, dimostra da una parte la debolezza dell’ormai devitalizzato pensiero scientifico naturale e, dall’altra, l’impossibilità di risultati positivi per tutte le iniziative sociali passate, presenti e future: ossia, nell’esempio soprariportato, le punture di antiparassitario al leone nella savana… credendolo il proprio cagnolino in salotto.

Ecco allora che dobbiamo conoscere meglio, in modo più aderente alla realtà, cos’è la Società umana antisociale di oggi, ovunque nel mondo. E, in particolare, compiere lo sforzo, fin qui omesso ed evitato da tutte le Élite economiche, politiche e culturali al potere: portare a coscienza che la Società umana è, per ogni Popolo sulla Terra, la palestra in cui il singolo Individuo può sperimentare il contrasto tra il bene sociale e il male antisociale.

E dobbiamo sperimentare tale contrasto tra bene sociale e male antisociale per trovare un equilibrio consapevole - e non subire come avviene da almeno due secoli un condizionamento passivo da parte delle Élite al potere (qualunque di esse vada al potere) – nel triplice modo in cui il Singolo individuo si proietta nella Società umana: come Persona singola nella dimensione Cultura; come Comunità nella dimensione Politica; come Territorio-ambiente nella dimensione Economia.

Triplice equilibrio sociale che la struttura UNIdimensionale parassitaria ostacola totalmente, perché come terreno di coltura il triplice equilibrio richiede quell’ambiente sociale verso cui tutti aneliamo: collaborativo e armonico, che solo può darsi in una struttura TRIdimensionale sinergica di sistema: in quella Società umana tridimensionale calorica, come l’abbiamo definita, in cui la relazione tra le tre dimensioni Cultura, Politica ed Economia è paritaria/autonoma e, solo in quanto tale infatti, può essere sinergica.

Come Individuo singolo (donna o uomo che siamo) abbiamo invece un altro compito: dobbiamo conoscere e orientarci consapevoli tra egoismo e altruismo. Egoismo e altruismo hanno a che fare direttamente con me medesimo, quale singolo individuo, non è corretto attribuire la ricerca di equilibrio in questa opposizione alla Società umana (ovvero alla Persona, alla Comunità, al Territorio-ambiente): se vogliamo risolverla in essa… sbagliamo obiettivo.

E tantomeno hanno a che fare con l’Umanità intera i due contrasti precedenti in cui ricercare l’equilibrio (tra egoismo e altruismo; tra bene sociale e male antisociale). Umanità che solo da mezzo millennio comincia a chiarire a se stessa qual è il contrasto che deve sperimentare coscientemente per trovare in esso il proprio equilibrio: quello tra Materia e Spirito.

Contrasto vivente, e in evoluzione, in cui l’Umanità intera deve determinare il proprio rapporto consapevole tra materialismo e spiritualismo. Verso lo Spirito in maniera nuova più attivamente scientifica (rispetto al comodo approccio passivo solo religioso delle confessioni e delle tradizioni esistenti) superando il limite religioso che subordina dogmaticamente l'individuo all'Autorità divina; e più attivamente scientifica anche verso la Materia (rispetto all’approccio passivo solo mistico dell’attuale scienza naturale ormai degenerata nell’attuale “transumanesimo”: meglio definibile come trash-umanesimo o umanesimo spazzatura) superando il limite mistico-subnaturalistico della tecnoscienza che subordina dogmaticamente l'individuo all'Autorità scientifica.

Questa degradazione della scienza nata dall’osservazione della natura in tecnoscienza della sub-natura è una degenerazione inevitabile che avviene per effetto di quell’automatismo endemico della struttura UNIdimensionale parassitaria antisociale che ho illustrato come Legge di Gravità sociale nel mio ultimo saggio.

Chiariamoci dunque le idee, e smettiamo di fare di tutt’un’erba sociale un neolinguistico fascio:

  1. diventare coscienti di navigare tra egoismo e altruismo è questione del singolo Individuo
  2. diventare coscienti di navigare tra bene e male sociale è questione della Società umana (ovvero della Persona singola nella dimensione sociale Cultura, della Comunità dei cittadini nella dimensione sociale Politica, e del Territorio-ambiente nella dimensione sociale Economia)
  3. diventare coscienti di navigare tra materia e spirito è questione dell’Umanità intera

Questi 3 contrasti diventano orientativi in modo sano per l’azione sociale di tutti noi, e specialmente per uscire dalla confusione dei commenti giornalieri emotivi di pancia che complicano le idee invece di chiarirle.

Condizionano specialmente i giovani, che invece di cambiare mente – ossia invece di passare dal punto di vista solo sostanziale di Conservatori e Riformisti, che ormai è diventato antisociale, al punto di vista anche strutturale del sistema, che è l’unico oggi davvero “sociale” - rispetto a genitori e nonni proseguono indefessi con gli stessi schemi di pensiero concettuale astratto applicato alla Società umana.

Anche quando li contestano, e con ciò contribuendo all’acutizzarsi e al cronicizzarsi degli stessi problemi sociali: continuando a trasferirli, aggravati, alle generazioni future. Quelle stesse generazioni future che a chiacchiere/nei programmi di Partito, ad esempio, si spergiura di voler aiutare.

L’unico antidoto all’antisocialità montante, ostile alla Persona, alla Comunità e al Territorio-ambiente non è la rivoluzione esteriore, attiva o passiva che si ipotizzi perseguire, ma acquisire prima l'interiore personale consapevolezza del punto di vista “strutturale sociale”.

Punto di vista socialmente sano che deve diventare materia di apprendimento già dalla scuola superiore, trovare una cattedra di TRIstrutturazione sociale nelle nostre colonizzate Università, e non mancare come materia di autoformazione per chi vuole dare un contributo concreto con la sua azione... prima di attivarsi nel sociale economico, politico e culturale.

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