Università liquida: sorpresa solo per analfabeti sociali di ritorno
Effetto, invece, della monodimensione sociale economica arrembante
22/03/2016
di Andrea di Furia
Se, nel sociale, ogni cosa che “va a male” ci sorprende, possiamo riconoscere di veleggiare nella larghissima schiera degli analfabeti sociali di ritorno. Il dramma ulteriore è che sono tutti analfabeti anche al Governo, in Parlamento, nei Tribunali, nella Pubblica Amministrazione, negli Eserciti,nelle Professioni, nell’Industria, nel Commercio e persino nelle Università.
Difficile accorgersi che più sei in posizione di comando e gestione, più sei un analfabeta sociale di ritorno che non sa leggere l’abc sociale del tempo presente ma solo quello del passato: di un passato antecedente il ‘700, antecedente l’epoca della prima industrializzazione.
Di moderno, nel sociale, oggi abbiamo solo la tecnica: ma uno smartphone al massimo ci serve per un selfie, non ci rende persone migliori dal punto di vista umano e culturale; al massimo ci fa epigrammare un twit, ma non ci rende amministratori pubblici migliori dal punto di vista politico; al massimo ci fa divertire su e-Bay, ma non ci rende consumatori migliori dal punto di vista economico. Perché la tecnica è solo una protesi: utile protesi, ma protesi resta!
Perché mai allora ci meravigliamo per quelle migliaia di volte che un qualsiasi oggetto della nostra osservazione sociale ci dice che i valori della civiltà occidentale sono in declino, la politica è in declino, l’economia è in declino? Dovremmo piuttosto meravigliarci del contrario.
Questo succede perché il moderno analfabeta sociale, magari coltissimo nella sua "materia", non riesce a fare la sintesi tra gli infiniti avvenimenti che lo circondano. Se usiamo il metodo scientifico, ad esempio nell’osservare i fenomeni della natura, sappiamo che la sintesi di una marea di fenomeni viene definita in una “legge” precisa.
Nel sociale, allora, si resta analfabeti perché non si conoscono le leggi-sintesi dei fenomeni sociali. Quelle più importanti sono solo tre e già dalla prima legge, la legge sociale dell’Evoluzione e dell’Involuzione si apprende che siamo entrati in una fase di declino.
L’Evoluzione sociale ha tempi millenari [dalle Teocrazie egizie a.C. alle macchine tessili del 1700 d. C.] per esprimere via via “l’indipendenza salutare” delle dimensioni politico-amministrativa ed economico-finanziaria da quella culturale-religiosa. L’Involuzione sociale, il declino, è molto più veloce: ha tempi secolari [dalle macchine tessili del 1700 industriale d.C. ai derivati tossici finanziari del 2000 a C.] per esprimere via via “la dipendenza malsana” delle dimensioni scientifico-culturale e politico-amministrativo dalla dimensione economico-finanziaria.
Questa “dinamica sociale”, tuttavia, è ben conosciuta nei suoi effetti... ma senza considerarne le origini. Tutti gli analfabeti sociali di ritorno parlano infatti di "Società liquida" - senza punti di riferimento, di valori, di principi - ma non conoscono "che cosa" sta liquefacendo la Società moderna, che cosa la sta portando al suo mesto declino.
Per cui in un Mondo, in un’Europa, in un’Italia in cui la dimensione economico-finanziaria sovrasta quella politico-amministrativa e quella culturale-scientifica [ossia senza i soldi non si può fare più nulla di politico o di culturale] l’involuzione, il declino si manifestano in mille modi e in tutte e tre le dimensioni sociali.
Legge sociale quella dell'Evoluzione e dell'Involuzione che, come le altre due, si dovrebbe apprendere a Scuola, nelle Università che però sono in un momento di grande involuzione, come ci racconta il Segretario generale della Conferenza dei Rettori delle Università italiane Alberto Felice De Toni: «L'Università italiana è in declino: 130 mila studenti in meno su 1,7 milioni negli ultimi cinque anni. Circa 10 mila docenti e ricercatori in meno su 60.500 dal 2008 al 2015 e cinquemila dottori di ricerca in meno nell'ultimo quinquennio».
E se le varie classifiche internazionali vedono in retroguardia l’Università italiana - addirittura penultima negli investimenti in relazione al PIL e ultima nelle percentuale di laureati tra i 24 e i 35 anni - in Italia questa rischia, relativamente ai fondi erogati, la marginalizzazione al Nord e l’estinzione al Sud.
Con l’ulteriore aggravante del dogma “privato è bello” per cui all’“Human Technopole” - che sorgerà nell’area dell’EXPO coordinato da una fondazione di diritto privato IIT (Istituto Italiano di Tecnologia) - saranno erogati 150 milioni l’anno per dieci anni, mentre la ricerca di tutta l’Università italiana sarà finanziata (PRIN) con 30 milioni di euro l’anno per soli tre anni.
Dunque non deve sorprendere in una Società liquida come la nostra attuale - che adesso sappiamo in declino per una ragione precisa, ossia per l’imporsi della dimensione economico-finanziaria sulle altre due (secondo la legge dell’Evoluzione e dell’Involuzione sociale) e per la colpevole ignoranza delle altre due leggi sociali - che anche l’Università venga resa liquida.
Non deve sorprendere che, come tutto il resto, anche l’Università venga… liquidata.(riproduzione riservata)