Una risposta a un quesito importante: dalla Scienza può nascere la Libertà ?
18/01/2021
di Andrea di Furia
La scorsa settimana abbiamo seguito il pensiero di Massimo Cacciari, nel suo Il lavoro dello spirito, fino ad una sua domanda chiave, che affronteremo a breve. La premessa a questa domanda era l’attesa rivoluzionaria a fine ‘700, quasi messianica, che dal sistema della Scienza fuoriuscisse il sistema della Libertà. Cosa che non è avvenuta.
Massimo Cacciari: «Come ha potuto la Borghesia precipitare in una tale contraddizione? [ossia che al posto del sistema della Libertà, dal sistema della Scienza è fuoriuscito il dominio assoluto dell’Economia sulla Scienza]? … Com’è accaduto che la “causa finale”, che pure aveva dato origine alla grande trasformazione, e cioè l’affermazione del lavoro dello spirito di cui il lavoro scientifico è il paradigma, sia finito col risultare subordinato al fine economico, dipendente da esso? Che cosa ha prodotto una tale eterogenesi dei fini?».
In realtà non c’è nessuna eterogenesi dei fini. Vediamo infatti la definizione di Scienza dall’Enciclopedia Treccani: “Scienza è l’insieme delle discipline fondate essenzialmente sull’osservazione, l’esperienza, il calcolo, o che hanno per oggetto la natura e gli esseri viventi, e che si avvalgono di linguaggi formalizzati”.
La Scienza si basa sull’osservazione del “dato”, del “percepito”, dell’“esperito”: tutti participi passati, ovvero tutti riferibili a ciò che è già “stato”. In altre parole, una volta che qualcosa è “stato” è diventato una “necessità”, ossia il contrario della "libertà".
Ma se la Scienza, come dice la Treccani, si fonda essenzialmente sull’osservazione, l’esperienza e il calcolo di ciò che è già “necessità”… come può dalla necessità venir fuori il suo opposto: la libertà? Qui già c’è un errore di pensiero: è come pretendere che da un pero nascano noci di cocco.
Come può uscir fuori la Libertà dal pensiero scientifico? Pensiero che nel 99% dei casi si muove su dati (reali e concettuali) preesistenti e obbliganti? Che è un pensiero epimeteico “a posteriori” e non prometeico “a priori”?
Inoltre la Libertà è, per così dire, un fiore culturale: fiore non economico che ha bisogno del suo specifico terreno fertile per crescere in modo sano, altrimenti deperisce e muore.
La Libertà è un concetto esclusivamente “culturale” che per vivere in questa dimensione e mettere radici nel sistema sociale ha bisogno di un pensiero capace di cogliere la sua essenza caratteristica “a priori”, mentre il pensiero scientifico la coglie “a posteriori”. Ovvero non si interroga se e come tale libertà sia possibile nella realtà sociale ma, dopo averla postulata, attende che sia la realtà sociale a dire con i fatti avvenuti se tale ipotesi scientifica fosse o meno realizzabile. La Scienza verifica dunque "a posteriori", si fonda sulla verifica.
Cosa che denota nel pensiero scientifico applicato al sociale l’esclusiva cura dei semi-sociali-sostanziali (gli isolati, specialistici problemi economici, politici, culturali immediati) e mai si cura se il terreno-strutturale-sociale (le Società gassosa, liquida o solida) che dovrebbe accogliere e favorire lo sviluppo di quei semi sia, in tal senso, fertile o sterile!
Per intenderci: è come voler seminare tulipani e non sapere (o ritenere ininfluente, ad esempio) di usare come terreno per la semina la palestra di una scuola invece di una serra assolutamente dedicata a quel tipo di fiore!.
E dato il sapiente uso del pensiero scientifico-filosofico del nostro Autore, non sorprende che anche lui si ponga la domanda sui fatti realmente accaduti nei decenni successivi: su come sia stato possibile che dal libero lavoro scientifico (che è la grande conquista rivoluzionaria e che non ammette obbedienza ad alcuno) invece della sua libertà sia derivata la sua obbedienza e totale soggezione all’economia.
Dal punto di vista strutturale sociale la risposta è semplice: il terreno strutturale dell’allora Società liquida a predominio politico non era adatto al tulipano-Libertà. E quindi il sistema della Libertà, ammesso che nasca, nasce malaticcio e privo dei nutrienti del terreno Stato; così malaticcio che quando si cerca di trapiantare il tulipano-Libertà nella nuova Società gassosa - nel bidone della tridimensionale spazzatura sociale indifferenziata Mercato - questo Tulipano-libertà diventa concime per il Liberismo economico: che non è libertà, ma arbitrio economico antisociale.
Mancanza assoluta di Libertà di pensiero, dunque, che è l’assoluta obbedienza (quindi il concreto opposto della libertà) a un’ipotesi scientifico-economica: il “liberismo”.
Per come l'applicazione concreta del "liberismo" è riuscita a distruggere il tessuto economico-ambientale ovunque sia stato realizzato", ciò evidenzia:
a) il suo essere totalmente dannoso e controproducente se osservato nella rivoluzionaria ottica culturale-sociale libera (che vorrebbe un sistema economico, politico, culturale “sano” rispettivamente per i Territori, le Comunità e le Persone);
b) il suo essere entusiasticamente positivo e opportuno in un’ottica economico-scientifica obbligata (che concepisce solo un sistema “utile” all’Economia e ai suoi oligarchici gruppi dominanti: Banche private e centrali, Gestori dei big data, Speculatori, Monopolisti ecc.).
E questo risultato, dell’assoluta mancanza di Libertà, una volta che il terreno strutturale sistemico da liquido-statale diventa gassoso-mercantile non solo porta alla morte della libertà del pensiero scientifico (il lavoro dello spirito per Cacciari), ma nel nuovo terreno-Mercato oltre al Tulipano-Libertà che muore, via via diventano malaticci e col tempo (poco se guardiamo alle generazioni future) sono destinate malinconicamente a defungere anche le Peonie-Persone nella dimensione culturale, le Camelie-Comunità nella dimensione politica, e gli Anemoni-Ambiente nella dimensione economica!
Ecco un importante sintomo del passaggio dalla Società liquida-politica alla Società gassosa-economica: il lavoro dello spirito deve subordinarsi al fine economico. Com’è accaduto questo rovesciamento delle aspettative dei rivoluzionari? Per insufficienza, per la usuale superficialità del pensiero scientifico nel suo approccio al sociale.
Prendiamo il concetto di libertà: vale solo nella dimensione culturale e se riferito alla Persona (non alla Comunità, non al Territorio-ambiente). E può fiorire e non appassire solo se la dimensione culturale è autonoma, non signoreggiata da Politica e/o da Economia.
Da ciò si evince che la Società liquida, il sistema a predominio politico statale, è antilibertaria (la libertà nella Comunità diventa caos); ma è antilibertaria anche la Società gassosa, il sistema a predominio economico-finanziario (la libertà sul Territorio-ambiente porta alla sua predazione e distruzione: vedi impronta ecologica); ma è antilibertaria anche la Società solida, il sistema a predominio culturale-religioso/laico (qui la Libertà – che deve cedere ai dogmi di una confessione religiosa o di una teoria scientifica come il liberismo – diventa arbitrio).
Cosa contrasta la Libertà nel sistema sociale moderno? Non la sua “sostanza” economico-politico-culturale in sé, bensì la sua “struttura” solida, liquida, gassosa. Perché è unilaterale: “a una dimensione prevalente sulle altre due”.
Ovvero in questi tre casi "uguali e diversi", come canta Morandi, il sistema ha una struttura monodimensionale predominante che asservisce le altre due dimensioni a sé: es. Cultura e Politica sono asservite all’Economia imperante nel Mercato; Economia e Cultura sono asservite alla Politica imperante nello Stato; Politica ed Economia sono asservite alla Cultura imperante nella Chiesa (se il Paese è religioso-confessionale), nella Scuola (se laico-scientifico).
Vigendo questa struttura di sistema monodimensionale (indipendentemente che sia solido, liquido o gassoso) non è possibile nessuna rivoluzionaria Liberté ma solo, nell’ordine, dogmatico razzismo culturale; burocratica sudditanza politica e disumana schiavitù economica.
Ma neppure è possibile nessuna rivoluzionaria Égalité, che è aborrita da chi detiene il potere politico, a cui preferisce privilegi e poltrone. E neppure è possibile una rivoluzionaria Fraternité che è osteggiata da chi detiene il potere economico, a cui preferisce il proprio opportunistico cachet.
Perciò alla domanda posta da Cacciari possiamo rispondere che non c’è nessuna eterogenesi dei fini. L’asservimento della Scienza all’Economia è l’effetto della modifica della struttura monodimensionale del sistema: da liquida-politica a gassosa-economica.
Il dominio dell’economia sul pensiero (e su tutto, peraltro) è nel dna della Società gassosa-economica che se parla di Libertà, o di Uguaglianza e Fraternità, è solo quando vuol vendere le proprie “Agenda” pseudo-internazionali, o agganciare uno sprovveduto Politico, o inciuciare con i media mainstream per tutelare i propri interessi economici: difendendoli con i propri artigli da quelli ambientali del Territorio, da quelli politici delle Comunità e da quelli culturali delle Persone.
Da queste poche prime pagine del saggio di Massimo Cacciari si può imparare molto, avendo i concetti strutturali sociali ben chiari. Nei sistemi che fanno la raccolta del sociale tridimensionale (economico, politico, culturale) nei rispettivi cassonetti dell’indifferenziata (Mercato, Stato, Scuola) non è possibile coltivare un sistema che sia “sociale”, ma solo favorire sistemi antisociali e sterili come quelli attualmente presenti sul Pianeta.
Mentre a inizio terzo millennio il sistema che può raccogliere in modo sano e differenziato il sociale economico, politico, culturale dev’essere "tridimensionale" anch’esso. Lo abbiamo caratterizzato, per distinguerlo dai tre sistemi antisociali (gassoso, liquido o solido), come Società calorica tridimensionale equilibrata e sana.
E’ questa strutturazione tridimensionale del sistema che permette la concreta raccolta differenziata del sociale culturale nel cassonetto Scuola; del sociale politico nel cassonetto Stato e del sociale economico nel cassonetto Mercato. Una separazione "funzionale" dei vari "rifiuti sociali" che si sono accumulati in secoli e decenni tale da creare sinergia tra le tre dimensioni, sostituendola all'attuale sterile competizione per il predominio di una sulle altre due.
E’ questo l'organismo sociale innovativo e sano che doveva scaturire dalla Rivoluzione francese: non lo Stato etico-giuridico e/o finto-democratico risorgimentale; non il Mercato finanziario-impoveritore e/o finto-economico di oggi.
(riproduzione riservata)