Punto & Virgola

Un insegnamento importante da Giorgio Armani

Come l’Arte può potenziare il pensiero concettuale


28/09/2020

di Andrea di Furia

Sabato 26 settembre assistendo su LA7 al filmato introduttivo, e poi alla sfilata primavera-estate 2021 di Giorgio Armani, ho potuto toccare ancora una volta con mano come al pensiero scientifico astratto applicato all’economia necessiti l’apporto irrobustente e concretizzatore del pensiero artistico.

Caratteristico del nostro imprenditore-artista è quel processo di decostruzione che ha applicato inizialmente alla giacca classica, che poi lo ha portato a ricostruirla come fosse una seconda pelle.

Questo processo è simile a quello dello scultore che decostruisce il blocco di marmo per ricostruirlo come statua. Processo di decostruzione tuttavia non ancora attuato nel sociale perché il solo pensiero scientifico astratto non ci arriva (vedi i deludenti risultati ottenuti) in quanto troppo debole.

Va infatti irrobustito mediante immagini [e qui entra in gioco l’Arte: che in questo caso è Arte sociale] per uscire dall’enorme e malsana confusione odierna, che invece di favorire “il sociale” ha favorito “l’antisocialità” più smaccata.

Pensiamo alla nostra la vita: a chi non è accaduto di avere uno o più momenti in cui il proprio pensiero era confuso? Poi avviene una presa di coscienza che ordina questa confusione. Tuttavia, se ci si fa caso, l’elemento ordinatore non è un altro pensiero concettuale astratto, bensì un’immagine che porta il nostro molteplice confuso concettualizzare ad un’armonica e finalmente e comprensibile unità.

In un certo senso com'è accaduto a Isaac Newton quando l'immagine della mela che cade ha portato ordine, unità, chiarezza e orientamento ai suoi mille e ancora confusi pensieri in merito alla Legge di gravità.

Immagine-sintesi, dunque, che orienta e chiarisce ed è il terreno fertile per produrre ulteriori pensieri che, come fertili semi, daranno poi il loro frutto fecondo.


In questo senso è nata in me, dopo decenni di studi sul sistema sociale, l’immagine che ha messo ordine a migliaia di considerazioni intorno alle sue proprie e specifiche funzioni, nonché alle sue inefficienze e alle sue deviazioni rispetto a un sano e fecondo rapporto con l’uomo: sia inteso come Umanità intera, sia come Popolo sovrano, sia come Singolo individuo.

L’immagine che ritengo sintetizzi tutto il sistema sociale mondiale attuale è quella della discarica di rifiuti sociali a cielo aperto: immagine in perfetto parallelismo con la discarica a cielo aperto dei rifiuti urbani e persino con i relativi processi biofisici che in essa avvengono.

Osserviamo questa immagine-sintesi come un Entomologo osserva un insetto: senza scandalizzarsi, senza permettere a simpatie e antipatie di intervenire in questo processo percettivo, che dev’essere oggettivo al massimo se si vuole comprendere nel concreto il fenomeno “sistema sociale” a 360°:

a) La discarica è un contenitore, non è i rifiuti urbani (plastica, lattine, carta) che contiene.
Il sistema sociale è un contenitore, non è i rifiuti sociali che contiene: le varie problematiche delle tre dimensioni sociali Economia, Politica, Cultura.

b) La discarica, contenendoli, dà forma ai rifiuti urbani ammassati in essa. I rifiuti urbani, contenuti dalla discarica, ne sono la sostanza. Forma e sostanza che si rapportano come le categorie aristoteliche.
Il sistema sociale [e non l’uomo, come invece illudendosi ancora moltissimi credono], contenendole dà forma all’espressione delle tre dimensioni sociali operanti in esso e ai loro reciproci rapporti . Economia, Politica, Cultura, contenute nel sistema, ne sono la sostanza. Forma e sostanza che si rapportano come le categorie aristoteliche.

c) Guasti della discarica (perdite, deformazioni ecc.) non sono guasti dei rifiuti urbani, ma li condiziona.
Guasti del sistema sociale (unilateralità, squilibri) non sono guasti dei rifiuti sociali economici, politici, culturali ma li condiziona.

d) Risanare i guasti dei rifiuti urbani presenti nella discarica (distruggerli, separarli, riciclarli, spostarli) non influisce minimamente sui guasti della discarica.
Risanare i guasti dei rifiuti sociali presenti nel sistema (le mille problematiche economiche, politiche, culturali che vengono puntualmente affrontate) non influisce minimamente sui guasti del sistema sociale.

e) La discarica dell’indifferenziata non è (ormai lo si è capito) il contenitore più adatto alla raccolta dei rifiuti urbani.
L’attuale sistema sociale dell’indifferenziata non è (purtroppo ancora non lo si è capito) il contenitore più adatto alla raccolta dei rifiuti sociali.

f) In tutto il mondo si cerca di passare dalla raccolta indifferenziata alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Si agisce sulla forma-discarica, non sulla sostanza-rifiuti urbani.
In tutto il mondo si cerca di restare nella raccolta indifferenziata dei rifiuti sociali, senza mai passare alla raccolta differenziata degli stessi. Si agisce sulla sostanza-rifiuti sociali, non sulla forma-sistema.

Ci fermiamo qui, ma potremmo continuare con altre decine e decine di paralleli: tutti validi per dimostrare come l’immagine-sintesi dell’attuale sistema sociale quale discarica a cielo aperto dei rifiuti sociali non sia campata in aria, ma abbia i suoi piedi scientifici ben piantati a terra.

Osservandola nei particolari, meditandola,
vedrete direttamente quanto è feconda per farci capire tutto ciò che di antisociale ci circonda come Economia, Politica e Cultura; ma soprattutto cosa fare in concreto per risanarlo. Cosa che, se chiedete in giro, vi sentite rispondere: “Boh, chi lo sa, speriamo in Dio o nel dollaro”; oppure vuote chiacchiere da talk show mediatico o elettorale, subito messe da parte o (se tentate) sùbito smentite dalla realtà dei fatti.


Dunque, la discarica/sistema sociale è l’immagine-sintesi concreta della realtà sociale attuale che non si limita (come fa l’odierno pensiero scientifico astratto applicato al sociale economico, politico, culturale) a fotografare il fenomeno e a criticarlo, bensì orienta alla soluzione vera delle attuali, ma sarebbe meglio dire almeno bisecolari, problematiche sociali.

Analizziamo in questo senso un rapporto che può farci comprender in modo oggettivo e non “di pancia” il comportamento, illusorio ed errato, di chi fino ad ora ha agito per modificare il sistema sociale cercando di trattare solo la “sostanza-rifiuti sociali” e non la “forma/sistema sociale”.

 

  • Discarica/sistema = contenitore; rifiuti urbani/rifiuti sociali = contenuto
  • Volontà di passare alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani (plastica, lattine, carta), a salvaguardia dell’ambiente; e invece volontà di insistere nella raccolta indifferenziata dei rifiuti sociali (burocrazia, disuguaglianze, tecnologie), a distruzione di coesione umana e ambiente.

 

Se discarica/sistema sono “contenitori” e presentano un guasto, è agevole paragonarli al serbatoio della benzina in un’automobile. E i rifiuti urbani/rifiuti sociali (i contenuti) sono paragonabili al carburante.

Bene. In presenza di un guasto al contenitore, al serbatoio (ad esempio un buco irreparabile per usura) che cosa facciamo? Cambiamo il serbatoio, o lo riempiamo continuamente di carburante?

Ovviamente cambiamo il serbatoio, ossia agiamo sul contenitore guasto non tramite il contenuto/carburante.

Dalla nostra immagine-sintesi sappiamo che discarica e sistema sociale sono contenitori. Per cui anche in presenza di un guasto irreparabile per usura del contenitore/sistema sociale dovremmo agire su di esso per sostituirlo.

Questa cosa logica e incontrovertibile avviene nella realtà sociale?
Mai fino ad ora!

Mentre l'intervento sulla struttura del contenitore è stato possibile per la concreta fisicità della discarica dei rifiuti urbani, questo non è ancora avvenuto per il sistema sociale causa l’astrattezza con cui il debole pensiero scientifico lo pensa. In quest’ultimo caso, infatti, non si agisce sul contenitore-sistema, bensì si è sempre agito sui contenuti-rifiuti sociali (burocrazia, disuguaglianze, tecnologie). Si è sempre agito sulla sostanza-contenuto, mai sulla forma-contenitore.

Contenuti che non risanano di una virgola il guasto del contenitore/sistema sociale, ma che continuano (come se nulla fosse avvenuto) a subire anch’essi quel guasto che finisce per rendere inefficaci i rimedi o addirittura per farli contribuire al proprio aumento.

E l’aumento dell’antisocialità, quale sintomo di questo guasto strutturale del contenitore/sistema sociale, viene impietosamente riportato alla nostra attenzione ogni giorno. Ma nonostante ciò non ci decidiamo ad affrontiamo ancora il guasto strutturale del sistema sociale.

E non possiamo nasconderci dietro un dito: sappiamo tutti che c’è questo guasto strutturale del sistema, dal momento che siamo l’Umanità più ricca che ci sia mai stata sul Pianeta. Tuttavia, nonostante questo ancora si muore di fame, crescono le disuguaglianze sociali, manca il lavoro, e non viene garantita agli uomini una vita degna di essere vissuta persino nei Paesi cosiddetti avanzati.

In quasi 50 anni di votazioni elettorali cui ho partecipato non c’è stato un Partito (tra quelli estinti, sopravvissuti ed emergenti) che non abbia messo nel suo programma la semplificazione/riduzione/taglio della burocrazia.

A distanza di mezzo secolo, abbiamo ridotto, semplificato, tagliato la Burocrazia? Mai! Qualsiasi riforma ha inevitabilmente prodotto (come volevasi dimostrare) più rifiuto sociale/burocrazia di prima. Perché?

Non possiamo dire che i Partiti sono associazioni a delinquere, o che gli uomini adorino la burocrazia. Quindi dobbiamo comprendere che questo risultato antisociale deriva da una parte inaffrontata (dalla forma/sistema sociale/contenitore) e che non è servito, nè servirà affrontare la burocrazia dalla parte della sostanza/rifiuto sociale/contenuto.

Invece dobbiamo diventare coscienti che si affronta con più forza la burocrazia (e le altre mille puntuali problematiche sociali/contenuto) se prima si affronta il sistema sociale dal lato della sua forma/contenitore che è guasta, e promuove l'antisocialità.

Se ad esempio nella discarica dei rifiuti urbani [semplifico perché a tutti piace complicare] alcuni contenuti emettono fumi tossici e le sostanza chimiche che getto su di loro non risolvono il problema… cosa e normale fare? Andare a vedere cosa, nel contenitore/discarica, promuove quei fumi tossici nonostante i rimedi che inutilmente ho utilizzato. Trovato il guasto nel contenitore/discarica e risolvendolo, risolvo al tempo stesso la causa prima di quei fumi tossici e posso così dedicarmi al risanamento dei fumi/contenuto.

Nel sistema sociale-contenitore la burocrazia è uno di quei rifiuti-contenuti che produce fumi sociali tossici e le soluzioni attivate per risanarla sono state inutili perché la causa prima che li produce non è il contenuto/burocrazia, bensì il guasto del contenitore/sistema a monte.

Pensate a tutti i rifiuti sociali che imperversano nel sistema sociale attuale. Sono tutti sostanza-contenuto del sistema sociale: quelli economici, quelli politici, quelli culturali. Cercando di affrontarli, senza prima aggiustare il guasto alla forma del sistema sociale è pura illusione, pura velleità, pura incoscienza, pura irresponsabilità.

Il guasto del sistema li aggraverà inevitabilmente, come di fatto avviene: aumentandoli quantitativamente o trasformandoli qualitativamente da acuti in cronici, indipendentemente da quanto impegno uomini e soldi si destinerà alla loro soluzione.

Col deprimente risultato di aver già trasformato l’Economia in Spreconomia nonostante i tentativi dei vari Tecnici; la Politica in Anti-politica nonostante i tentativi dei vari Politici; la Cultura in Degrado culturale nonostante i tentativi dei vari Professori.

Approfondiremo la prossima volta il guasto del contenitore-sistema sociale: cos’è e come risanarlo in base all’orientamento chiarificatore e costruttivo che ci offre l’immagine-sintesi della discarica a cielo aperto dei rifiuti sociali economici, politici, culturali. Quest’altro tassello richiede e merita infatti di essere trattato a parte.

Anche in questo caso ci attiveremo secondo quel processo di decostuzione/ricostruzione che caratterizza la geniale opera imprenditoriale di Giorgio Armani. Qui va solo osservato che l’opera di decostruzione per poi meglio costruire, fino ad ora non è mai stata tentata riguardo alla specifica “forma strutturale” del sistema sociale mondiale.


Viceversa, la via percorsa da secoli dall’Umanità per risanare il sistema sociale (e che passa per affrontare ogni minima questione e problematica sociale nelle tre dimensioni, ossia i contenuti guasti e non il contenitore guasto) soprattutto “oggi” è un vicolo cieco.

È una strada senza uscita paragonabile a quella dei Lemmings che a un certo momento (causa la loro sovrappopolazione rispetto alle risorse ambientali divenute scarse) si avviano sulla strada che li porterà a suicidarsi in massa nel mare, nel fiume, nella palude. E mentre il Lemmings di ciò sono istintivamente consapevoli, noi uomini del terzo millennio purtroppo non lo siamo ancora!

E se guardiamo all’attualità possiamo già vedere come sta calzando in concreto anche questo paragone in chi avendo l’obiettivo di “semplificare/ridurre/tagliare la sovrappopolazione umana” sta percorrendo anche la tecnoscentifica via del controllo virtuale identitario (CO.V.ID.) e dei VGM (Vaccini Geneticamente Modificati) per realizzarlo.

Ancora una volta è un errore “sostanziale” perché questi benefattori dell’Umanità, tali si auto-definiscono, agiscono ancora una volta sul contenuto/sostanza (sul rifiuto sociale “sovrappopolazione”) senza mai considerare la causa prima originaria: che è il guasto del contenitore/forma/sistema sociale.

Guasto del contenitore/discarica che è unico, non molteplice. Guasto da affrontare almeno in fase progettuale prima di affrontare i milioni di guasti dei contenuti/rifiuti sociali economici, politici, culturali che invece, illudendoci, ci incaponiamo testardamente ad affrontare. Senza minimamente avvederci di contribuire così all’aumento della confusione sociale e delle diseguaglianze di cui tutti ci lamentiamo astrattamente, ma che almeno due secoli attanaglia l’attuale (In)civiltà occidentale.

Guasto del sistema che affronteremo concretamente nel prossimo appuntamento con Punto e virgola.

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