L'Editoriale

Tripoli bombarda di... insulti Parigi

Finalmente qualcuno si muove contro i veri responsabili della tragedia libica


23/04/2019

di Mario Pinzi


Senza entrare troppo nei dettagli del problema, il flop europeo dell’uccisione di Gheddafi è sotto gli occhi di tutti, e finalmente esistono le prove delle accuse che il nostro giornale ha sempre rivolto alla Francia. 
Il governo di Tripoli guidato da Fayez al-Sarraj ha mandato a quel paese Emmanuel Macron, e per completare l’opera dovrebbe presentare all’asse franco-tedesco il conto dei danni della tragedia libica. 
La richiesta del risarcimento è un atto dovuto, e se venisse rifiutato il suo governo dovrebbe portare i rispettivi presidenti di questa bislacca unione davanti alla Corte internazionale dell’Aja. 
Questa Europa sta ostacolando con tutte le sue forze anche il referendum che si è tenuto nel Regno Unito il 23 giugno del 2016, e il partito della Brexit guidato dalla premier Theresa May non ha ancora trovato una risposta risolutiva del voto ottenuto. 
Dopo mesi di caos del Parlamento britannico, il grande Nigel Farange, che era stato il maggior promotore del referendum, ha reagito fondando un nuovo partito, e i sondaggi gli conferiscono talmente tanti consensi che il suo movimento è balzato al vertice del Regno Unito. 
Questo risultato dimostra che il condottiero inglese sa interpretare lo stato d’animo delle masse, cosa che non sa fare il nostro governo. 
Cari lettori, farsi prendere in giro dall’establishment europeo che umilia la democrazia è una cosa vergognosa.  
Se alle prossime elezioni di maggio dovesse vincere Salvini, con questo risultato potrebbe contrastare con decisione la disonestà europea, e alle prossime elezioni politiche raggiungere la maggioranza assoluta.  
Insomma, se vinciamo questa prima tornata elettorale avremo la leva per far rinascere il nostro Paese. 
L’asse franco-tedesco, dopo aver imposto l’austerità economica, che è stata la tomba dell’industria manifatturiera italiana, ha anche il coraggio di emanare sentenze critiche sul nostro operato.  
Sono certo che anche i più distratti hanno compreso che questa irrazionale strategia è stata cognata contro di noi per eliminare l’unico vero concorrente che Germania e Francia temevano.  
Purtroppo, il premier Conte, invece di prenderli a calci nel didietro, evita l’argomento, e si dedica al salvataggio di Di Maio promettendo al sud d’Italia una distribuzione di soldi che non ha.  
C’è d’augurarsi che il popolo italiano davanti alla crisi provocata dall’imperialismo europeo sia solidale con chi desidera costruire una nuova Unione. 
La Chiesa progressista di Bergoglio, che ha messo in scena una Via Crucis contro i porti chiusi di Salvini, e chiesto al nemico dei populisti Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo, di scrivere sulla rivista gesuita Civiltà cattolica un articolo contro chi vuole minare il processo di integrazione europea, non stupisce più di tanto, perché è evidente che il calvario di Gesù è stato messo in un angolo per favorire la politica dell’invasione di George Soros. 
Per fortuna la Chiesa africana non condivide la sua posizione, e il cardinale di colore Robert Sarah afferma che la Chiesa non può collaborare con la nuova forma di schiavismo, che è l’migrazione di massa, e sottolinea che è meglio aiutare queste persone nella loro terra invece di incoraggiarli a venire in Europa, che è un Continente in piena decadenza per colpa dell’asse franco-tedesco, aggiungo io. 
Quando Bergoglio afferma che i migranti non sono un problema ma una risorsa, spinge il popolo cattolico a votare Salvini, e tutti noi dovremmo ringraziarlo. 
In difesa della democrazia dovremmo pregare che il Santo Padre, posseduto da una incoerenza senza limiti, inviti la magistratura italiana ad arrestarlo, perché questa, cari lettori, sarebbe la via più sicura per la vittoria assoluta. 
Non dobbiamo dimenticare che il nostro Paese ha trenta secoli di storia, e la nostra civiltà è tra le più importanti del mondo. 
Sono millenni che lottiamo per essere quelli che siamo, e il trauma della sconfitta economica europea ci ha fatto percepire quanto è importante la nostra storia. 
Le ferite che l’asse franco-tedesco ci ha procurato sono profonde, ma ripensando alle nostre origini ci siamo accorti che la fiammella del buonsenso è ancora accesa, e il sentimento dell’italianità è esploso. 
E’ con Giulio Cesare che esiste l’idea dell’Italia, e noi non possiamo perderla. 
Per affrontare il mercato mondiale serve un’Europa unita, ma per farlo occorre annullare l’imperialismo franco-tedesco, e la sovranità monetaria deve tornare in possesso delle singole nazioni.
Cari lettori, questo nostro Paese intriso di storia, arte e bellezza ci ha resi incomparabili, e se questa Europa non lo capisce va lasciata per crearne una nuova che addotti la saggezza della nostra antica civiltà che arriva da molto, molto lontano…       

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