Punto & Virgola

Tridimensionalità sociale tradita e antisocialità del sistema attuale

L’Italia ne è un esempio


29/07/2019

di Andrea di Furia

La tridimensionalità sociale di Economia, Politica e Cultura è tradita quando se ne fa la raccolta indifferenziata, dando enfasi ad un un solo cassonetto sociale -ad esempio, c’è chi preferisce quello chiamato Stato, chi quello chiamato Mercato - invece di fare a raccolta differenziata di tutto ciò che è economico, politico e culturale nei tre specifici cassonetti dedicati: il Mercato per la dimensione sociale Economia, lo Stato per la dimensione sociale Politica e la Scuola per la dimensione sociale Cultura.

Per essere ancora più chiari: fa la raccolta indifferenziata del sociale tridimensionale sia un sistema sociale in cui lo Stato sovrano "decide lui" anche di Scuola e di Mercato; sia un sistema sociale in cui il Mercato sovrano "decide lui" anche di Stato e di Scuola.

Nel cassonetto unico di quella raccolta indifferenziata che è lo Stato, relativamente all’Italia di oggi, le correnti in cui si manifestano le tre dimensioni sociali cozzano violentemente tra loro, e competono ferocemente tra loro per raggiungere l’egemonia. In tal modo, in questo antisociale rapportarsi da sociali diventano antisociali e, di conseguenza dopo poco tempo, anche tutto quello che si crede essere indubitabilmente sociale diventa il suo contrario: perfettamente antisociale.

Pensiamo alla Democrazia ovvero al Governo del Popolo sovrano:

  • dovrebbe essere un concetto chiaro, in un certo senso unico, per definire un regime di governo della Cosa pubblica in alternativa ad altri regimi
  • dovrebbe consentire a legittime maggioranze coese di governare i Paesi democratici
  • dovrebbe essere ciò che di più sociale non si può nemmeno col candeggio, ed essere quel faro nella notte che orienta i migliori comportamenti tra i Partiti a vantaggio dei rappresentati

Come si presentano questi tre punti caratteristici di una Democrazia sana alla prova dei fatti?

  • con la parola unica Democrazia descriviamo i regimi di Atene in epoca precristiana, degli USA dal 1830 ad oggi e dell’Italia dal dopoguerra, e tuttavia le differenze tra queste realtà sono enormi
  • se guardiamo all’Unione Europea in nessun Paese membro è rappresentato il Popolo intero. Per di più solo nell’Ungheria di Viktor Mihály Orbàn governa la maggioranza degli aventi diritto di voto. In tutti gli altri Paesi nessun Governo dispone della maggioranza: sono tutti espressione di minoranze o di coalizioni di minoranze come il Governo giallo-verde in Italia
  • nel rapporto tra M5Stelle e LEGA più che fari nella notte e orientamento vediamo bombe d’acqua di reciproche accuse e grandinate disorientanti di dichiarazioni antitetiche. Solo come uno dei possibili riassunti della spiacevole situazione citiamo da La Repubblica del 26 luglio a pag. 33:

Carlo Verdelli: “Non c’è tema in cui vi sia un minimo di unità di intenti: dalle autonomie regionali alle alleanze internazionali, dall’ineludibile legge di bilancio all’illiberale decreto sicurezza, dalle multe capestro a chi salva i migranti in mare ai balletti deprimenti su Tav, Tap, Ilva, Alitalia. Il risultato è che, giorno dopo giorno, assistiamo attoniti a scambi sanguinosi di accuse tra i due partiti che avrebbero la responsabilità di guidare da qualche parte un Paese sfibrato da ondate d’odio inattese, frustrato nelle sue ambizioni di crescita, mai così in bilico sul crinale che lo divide dalla decadenza, non solo economica ma anche sociale, da una qualsiasi ipotesi di ripartenza. (…) due forze nate come anti-sistema, che invece d lavorare per cambiare l’Italia nel senso designato dai rispettivi impegni annunciati ai propri sostenitori, hanno invece scelto di continuare in una specie di campagna elettorale permanente, dove il dichiarare vale infinitamente più del fare”.

Ora, questo stato di fatto che porta a un non governo del Popolo sovrano, a campagne elettorali permanenti [una delle piaghe d’Egitto dell’Unione Europea], a litigi continui tra i Partiti di Governo e persino tra i Partiti dell'Opposizione - in sintesi, all’esatto contrario di ciò che riteniamo essere Democrazia - ebbene, questo progredire inarrestabile di tutto ciò che è negativo, malsano e antisociale è dovuto al fatto che la tridimensionalità sociale di Economia, Politica e Cultura viene costantemente tradita, storpiata e torturata con la raccolta indifferenziata del sociale economico-politico-culturale dentro il cassonetto unico "Stato italiano".

La causa originaria di questa situazione è la mancata realizzazione di un sistema evoluto di raccolta differenziata del sociale economico, politico e culturale nei tre rispettivi cassonetti funzionali e dedicat: Mercato, Stato, Scuola. Se tuttavia manca questa consapevolezza strutturale del sociale tridimensionale ecco addurre altre cause come principali e centrali, mentre sono solo secondarie e periferiche. Ecco che tutto diventa molle e senza nerbo, ipotizzabile sempre in plausibili in modi diversi, ma illusori e inefficaci. E su questo fenomeno troppo diffuso, di incomprensione della struttura sociale tridimensionale da parte persino dei pensatori sociali (!!!), non il Popolo né le élite ma l'antisocialità più becera si impone sovrana. 

Vediamo ad esempio come il politologo francese Yves Mény, nel suo saggio Popolo ma non troppo. Il malinteso democratico, (il Mulino) attribuisce al liberalismo [e non alla struttura del sistema, come dovrebbe!] la causa primaria nell'attuale rovesciamento delle credenze e nella rottura delle convenzioni che hanno permesso di costruire la democrazia da due secoli a questa parte.

Yves Mény: “Il paradosso è che il liberalismo ha permesso la democrazia ma, nello stesso tempo, oggi ha preso troppa importanza e sta diventando una minaccia. (…) Il liberalismo ha portato due cose importanti nelle democrazie. La prima è aver messo l’Individuo al centro del sistema, riconoscendo il diritto alle libertà e ai diritti individuali (…) ma oggi vediamo che siamo andati troppo lontano. (…) Ogni individuo è come Sansone che demolisce le colonne del Tempio: distrugge, forse senza nemmeno rendersene conto, le fondamenta del sistema rappresentativo su cui si basano tutte le democrazie. (…) Nessuna società può sopravvivere senza un legame tra i singoli che si chiami associazione, sindacati, partiti politici o famiglia, prima forma di sorpasso dell’individualità.
[La seconda è che] Il Liberalismo è servito a limitare il potere dello Stato o di chi è al governo. Anche in questo caso l’idea è giusta in partenza. Il cosiddetto potere al popolo sovrano non rappresenta il popolo intero e spesso neppure la maggioranza degli elettori. (…) Parlo delle corti costituzionali, della magistratura, di nuove autorità indipendenti, delle banche centrali, e infine dell’Unione Europea. Ognuna di queste istituzioni ha la sua legittimità, ma l’accumulazione produce un effetto paralizzante
”.

Perché idee giuste in partenza poi realizzano il contrario di quello per cui sono state pensate? Non è questo ciò che vediamo avverarsi sempre e comunque in ognuna delle tre dimensioni sociali? La risposta sta sempre nella mancata realizzazione di una struttura tridimensionale nel sistema sociale, sia dell’Italia, sia di ognuno dei circa 200 Paesi sovrani sul Pianeta.

A ben guardare, per l’Italia questo comportamento deriva dalla raccolta indifferenziata del sociale tridimensionale nello stesso contenitore Stato: qui si accumula e si paralizza tutto ciò che altrimenti - in un sistema caratterizzato dalla raccolta differenziata del sociale nei 3 contenitori Stato, Mercato e Scuola e resi “funzionalmente” autonomi e discrezionali tra loro, come evidenzio nei miei tre saggi dedicati alla tridimensionalità sociale - non si accumulerebbe e, viceversa, si sosterrebbe e si modererebbe sinergicamente a vicenda.

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