L'Editoriale

Non si vota: l'Italia nelle mani di chi ha salvato l'Europa

Tanti sì per Mario Draghi, con l'unica eccezione di Giorgia Meloni


08/02/2021

di Mario Pinzi


Draghi, l’economista romano di cultura gesuita, diventato famoso per avere evitato nel 2012 il collasso dell’Europa, ha ottenuto il mandato per salvare l’Italia dal disastro Covid.  
Super Mario, al termine del suo incarico nella Bce, in una intervista con il Financial Times, spiegò cosa avrebbe dovuto fare l’Unione per salvarsi dalle cannonate della pandemia.  
Il suo suggerimento fu semplice e concreto: rimborsare a fondo perduto i mancati introiti di tutte le attività produttive, aumentando il debito di ogni singolo Paese europeo per salvare occupazione e pagamento delle tasse.  
Suggerì che la liquidità sarebbe dovuta arrivare, senza limiti, a tutti i settori merceologici e le banche di ogni singolo Paese europeo sarebbero dovute intervenire rilasciando linee di credito per creare un clima di fiducia utile alla ripresa. 
Draghi, in quella intervista, quando affermò che la moneta va creata dal “nulla” attraverso la firma del credito concesso a costo zero, ha scoperto le carte della truffa finanziaria e il suo atto di onestà va apprezzato, anche se ha aggiunto che Bruxelles avrebbe dovuto garantire gli importi concessi. 
Io sono dubbioso sul suo amor di patria, ma se piegherà l’arroganza franco-tedesca cambiando totalmente l’Europa, sono pronto a ricredermi ponendogli le mie scuse. 
Non c’è bisogno che glie lo dica io a Super Mario che l’Italia con la guerra del Covid, in un solo mese, ha perso più di 100 mila posti di lavoro. 
Il bilancio dell’Istat è disastroso e conferma che a dicembre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, hanno perso l’attività 450 mila persone e questo dimostra che il mercato è in profonda crisi. 
L’occupazione è calata del 58% e chi ha pagato il prezzo più salato sono state le donne. 
Purtroppo, c’è anche un altro dato molto negativo: nel 2020 le nascite sono calate paurosamente e questa è una tendenza che, col tempo, farà svanire la creatività italiana. 
In un anno dove c’è stato il blocco dei licenziamenti, i dati confermano il contrario e questo disastro è un merito d’attribuire al Governo giallo-rosso. 
Il 2020 si è concluso con le porte chiuse al lavoro giovanile, che rappresenta il futuro del Paese e, da questo triste dato di fatto, si può comprendere quanto è stato bravo Conte ad eseguire gli ordini di Bruxelles.  
Il presidente dell’Istat conferma che la nostra disoccupazione giovanile è la più alta d’Europa e, senza dirlo, ci fa comprendere che se non faremo qualcosa per ribaltare la situazione le sorti del Paese sono segnate. 
Nonostante l’approvazione dell’Ema, lo scontro che è nato tra gli scienziati per i dubbi che sono sorti intorno al vaccino di AstraZeneca fa sorgere parecchi timori a chi lo dovrà ricevere. 
L’immunologo Roberto Burioni del San Raffaele di Milano afferma che il vaccino in discussione, utilizzato nelle dosi autorizzate, non protegge dall’infezione asintomatica e non ci possiamo meravigliare se anche in questo pericoloso caso per l’umanità l’Europa abbia commesso degli errori voluti o imposti, perché questo comportamento rientra nella normalità delle cose che dirige. 
Personalmente non pensavo che Draghi accettasse l’incarico offerto da Mattarella e faccio questa affermazione perché ero convinto che puntasse alla presidenza della Repubblica, incarico che condiziona qualsiasi voto popolare. 
A questo punto, credo che sia corretto sottolineare che se l’ex banchiere ha accettato l’incarico, forse dietro c’è lo zampino del Gruppo Bilderberg che glie lo ha imposto, come ha imposto la mossa di Renzi, che ha stravinto la battaglia contro l’avvocato del popolo.  
Ma è anche doveroso evidenziare che Draghi è sempre stato critico con la nomenclatura teutonica, tutti lo criticarono per la sua azione espansiva del Quantitative Easing, ma lui se ne fregò e proseguì a distribuire liquidità offrendo ossigeno a tutta l’Europa. 
Il primo ministro dovrebbe essere eletto dagli elettori e non dal capo dello Stato. 
Purtroppo, nessuno mette dei veti a questo sopruso e questa, cari lettori, si chiama dittatura. 
Solo la Meloni è stata capace di dire “no” a Draghi e l’ha fatto perché lui non le ha spiegato cosa intende fare per salvare l’Italia. 
Giorgia ha risposto decisa, perché era lui che doveva spiegare il suo programma e non lei accettare a scatola chiusa il suo futuro governo.  
Solo il tempo potrà confermare se ha visto lontano, ma in questo momento ci voleva qualcuno con le “palle” che avesse il coraggio di difendere i valori del sovranismo.     
Se Draghi otterrà la maggioranza, mi auguro che in un momento di inconsapevole onestà ci spieghi cosa ci fa l’Italia in Europa e ci suggerisca come ritornare padroni della nostra vita…     

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