Lo “Stato assoluto” non è morto con Hobbes (1588-1679): gli è sopravvissuto come “rifiuto sociale politico”
18/02/2024
di Andrea di Furia
Viviamo da qualche secolo in un momento storico in cui apparentemente vigono i principi della Democrazia (mentre nella realtà quotidiana di Democrazia ce ne è sempre meno) mentre il filosofo Thomas Hobbes viveva nel ‘600 in un’epoca in cui vigeva decisamente la Monarchia come forma politica di governo.
Thomas Hobbes è forse il più importante promotore del materialismo meccanicistico: quello che tutto vede come espressione di input-output, di causa ed effetto ma ritiene pure che tutto è corpo (anche l’anima) perché possiamo conoscere solo ciò che è corporeo: i corpi esterni perché si muovono nello spazio e ciò che nell’interiorità (dunque anche l’anima) si muove nel tempo.
E’ importante conoscere Thomas Hobbes per due motivi: per il pensiero filosofico e per il pensiero politico. Nel primo caso è colui che porta alle estreme conseguenze l’evoluzione del pensiero che considera l’uomo: gli antichi filosofi lo caratterizzavano dotato di spirito, anima e corpo; la Chiesa nel medio-evo durante il IV Concilio di Costantinopoli (869 d.C.) decide di licenziare lo spirito e di considerare solo anima e corpo; Thomas Hobbes manda definitivamente in pensione l’anima e ritiene l’uomo dotato solo di corpo.
Buffo pensare come gli odierni atei di tutto il mondo siano stati anticipati di ben 4 secoli da una persona educata in istituti religiosi, nato prematuramente per uno shock della madre: due eventi che ne caratterizzano anche il pensiero politico, che è il secondo motivo per cui è importante conoscere Hobbes.
Se teniamo presente lo shock materno, in ansia per le notizie di un prossimo sbarco sulle coste inglesi dell’Invincible Armada spagnola, ci rendiamo conto della sua misoginia, della sfiducia con cui considerava gli uomini: come predatori della propria specie secondo il suo famoso detto “Homo Homini lupus”; della loro ferocia, secondo una altro suo famoso detto “Bellum omnium contra omnes”, nel portare la guerra ovunque e in continuazione; della loro furbizia nel raccogliersi in gruppi per evitare di tanto in tanto le guerre, visto che lo facevano per sopravvivere e per tornaconto.
Per Hobbes la soluzione era che intervenisse a regolare i rapporti lo Stato assoluto, un mix di Chiesa e Stato (più Chiesa che Stato) nei confronti del quale il Cittadino si doveva comportare come il Fedele di fronte al Sacerdote: privo di qualsiasi libertà… avendola ceduta, secondo Hobbes, con un contratto tra uomini per evitare di farsi del male ulteriore.
Nemmeno l’ombra di un impulso cristiano in tutto ciò, sia da parte dei cittadini che rinunciavano ai propri diritti illimitati di libertà, sia da parte dello Stato (allora monarchico) che si appropriava in modo assoluto del potere di giudicare il bene e il male (sottraendolo con destrezza alla biblica responsabilità dell’uomo), sia da parte del Sovrano che, visto come un dio mortale, poteva fare tutto ciò che voleva… anche perché al Cittadino era vietato il Tirannicidio.
Stato assoluto che non era nemmeno soggetto alle proprie leggi!
Ora, uno dice, meno male che non siamo nel ‘600 e che non c’è la Monarchia, ma la Democrazia. Eppure, dal punto di vista strutturale sociale, non c’è nessuna differenza tra il parassitismo politico monarchico del ‘600 e il parassitismo politico democratico odierno.
Parliamo di parassitismo antisociale quando 1 dimensione sociale domina le altre due, appunto parassitandole per i propri fini: caratteristica strutturale che accomuna lo Stato(Chiesa) monarchico di Hobbes allo Stato democratico italiano.
Ci aiuta l’immagine-sintesi della discarica di rifiuti sociali indifferenziati: entrambi gli Stati considerati sono visualizzati come una discarica di rifiuti sociali politici, economici, culturali e nella discarica indifferenziata democratica italiana è rimasto anche il "rifiuto sociale politico" della non soggezione dello Stato alle proprie leggi.
Se così è allora possiamo ritrovare questo comportamento illegale (ossia questo rifiuto tossico politico assolutamente antidemocratico) esercitato anche dallo Stato italiano?
Sì, e addirittura rispetto alla propria Carta Costituzionale, quella massima legge democratica che retoricamente ci viene sbandierata ogni 3x2, come nel caso dei vaccini anticovid-19 e della Guerra in Ucraina.
Durante la pandemia, ad esempio, abbiamo visto proprio lo Stato italiano rendersi superiore alle sue leggi e imporre non un trattamento sanitario (che si presume successivo a una seria sperimentazione ed è legalmente previsto dalla Costituzione, art. 32) ma una sperimentazione vaccinale “alla cieca”, libidinosamente "garibaldina", in cui può capitare di tutto.
Si stima che in Italia sono percentualmente morti per Covid-19 più che in altri Paesi, inoltre non c’è un’attenzione trasparente sugli effetti collaterali post sperimentazione (che sarebbero utilissimi da conoscere rispetto all'accettazione supina del volere dei produttori di vaccini anche nei riguardi delle prossime sperimentazioni che già si annunciano prossime e numerose), così come non c’è stata trasparenza neppure sui contratti firmati, ai quali lo Stato italiano ha aderito supinamente: e di cui paga tutt'ora le forniture obbligate anche in assenza di pandemia.
Ma il sentirsi superiore alla propria Carta Costituzionale in Italia, da parte dello Stato cosiddetto democratico, non è un caso isolato: vediamo lo Stato italiano che non è soggetto alle sue leggi anche nella guerra in Ucraina quando sentiamo dirci che forniamo armi a Kiev perché la Guerra serve come mezzo di risoluzione della questione internazionale tra Ucraina e Russia e poi leggiamo l’art.11 della Costituzione: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Forse è un problema di analfabetismo "costituzionale" congenito?
Ma non dobbiamo meravigliarci, visto che viviamo addormentati in un sistema antisociale in cui la relazione strutturale UNIdimensionale dominante è parassitaria e non facciamo nulla per modificare l’antisocialità parassitaria istituendo per legge una diversa relazione sociale: quella TRIdimensionale sinergica.
Se infatti la dimensione Politica domina parassitariamente le altre due (Cultura ed Economia), lo Stato assoluto di Hobbes, come rifiuto sociale che da 400 anni secoli intossica ancora la politica statale mondiale (USA, Gran Bretagna, Russia, Cina, Francia ecc.) e nazionale, fa capolino quando meno te lo aspetti: addirittura in un evento sanitario.
E se la dimensione predominante parassitaria è quella prodotta dall'Economia, su Politica e Cultura?
Ebbene, in un sistema che fa la raccolta differenziata dei rifiuti economici, politici e culturali a predominio del Mercato possiamo aspettarci che lo Stato ignori le sue leggi in ogni momento economico, politico e culturale: in quanto colonizzato dai lobbistici interessi predatori mondiali dei quali i nostri Politici (ma ciò avviene anche negli altri Stati) si fanno zelanti promotori, sponsorizzando ovunque e comunque la loro neoliberistica "crescita continua".
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