L'Editoriale

La vera stabilità? Quella legata al benessere e non ai parametri di Maastricht

Con i dovuti distinguo: come mai la Germania, con il suo export esagerato, crea disastri senza venire sanzionata?


01/10/2018

di Mario Pinzi


Come sostiene Savona, la vera stabilità non è quella dei parametri di Maastricht che hanno ingabbiato l’Italia, ma quella socio-politica fatta di benessere diffuso e di equa redistribuzione dei redditi. 
L’Italia è soffocata dai parametri europei e per farla ripartire si deve superare la soglia psicologica del rapporto deficit-Pil del 3%, ma anche quella del 4 o del 5%, e questo è il primo obiettivo che un governo serio dovrebbe avere.  
Fatta questa solenne premessa, desidero spiegare da dove nasce la mia provocazione. 
L’eccesso di export della Germania ha toccato i 300 miliardi di euro ed è in continua crescita. 
Il suo disallineamento con gli altri Paesi dell’Unione crea dei veri disastri economici, e come è stato previsto da Maastricht, la Merkel dovrebbe ricevere ammende milionarie, ma purtroppo tutti tacciano. 
Perché un eccesso di export rappresenta un fattore devastante per l’Eurozona? 
Ciò che colpisce maggiormente sono le regole che hanno creato, e cercherò di fare chiarezza.  
Per rispondere a questa domanda è indispensabile evidenziare le regole europee che sono state create senza gli strumenti redistributivi del reddito posto a carico delle aree più ricche in favore di quelle povere, e a tutti gli Stati membri Maastricht ha imposto il tetto invalicabile del 6%. 
Va sottolineato che la Germania ha adottando l’euro, che valeva molto meno del marco, ed è l’unica nazione europea che è in attivo strutturale da anni e non ha mai rispettato la regola del surplus commerciale.  
Cari lettori, la norma impone che se c’è qualcuno in attivo, c’è qualcun altro in passivo, e proprio per questo motivo, al di là delle fluttuazioni annuali, i rapporti correnti con l’estero devono essere in pareggio, e questa regola deriva dal fatto che se un Paese vende più di quanto compera incassando dall’estero più moneta di quanto ha pagato, questo surplus deve essere ridistribuito in opere strutturali dove tutti i Paesi dell’Unione possono partecipare. 
Per capire meglio questa regola, vi evidenzio il rapporto che c’è stato tra Germania e Grecia, che è abbastanza rappresentativo della scorrettezza franco-tedesca. 
La Merkel, ma anche Sarkozy, entrambi leader in alcuni settori merceologici, hanno venduto la propria merce a un valore che supera quello speso dai propri cittadini in vacanza nelle isole greche. 
A questo punto è importante evidenziare due comportamenti, uno lecito e l’altro illecito. 
La prima ipotesi rientra nelle regole imposte da Maastricht, e gli operai tedeschi e francesi avrebbero dovuto ricevere dalle loro aziende un aumento di stipendio per essere messi nelle condizioni di trascorrere delle ferie più costose in Grecia rimettendo in equilibrio i conti di Atene.  
Nella seconda ipotesi, che non rientra nelle regole di Maastricht, i salari degli operai tedeschi e francesi non vengono aumentati, e il surplus di Germania e Francia viene investito a tassi da strozzinaggio nelle banche greche per metterle nelle condizioni di promuovere a debito gli acquisti dei loro prodotti, ma Atene, non avendo una industria manifatturiera consolidata utile a compensare il ricatto, è fallita.  
Va sottolineato che questo comportamento banditesco ha creato dei seri problemi a tutta l’Europa perché i Paesi membri sono intervenuti con una montagna di soldi per evitare il fallimento dell’asse franco-tedesco.  
In passato, quando la Germania aveva il marco e i greci la dracma, il meccanismo della svalutazione fermava qualsiasi ricatto. 
La moneta greca perdeva ciclicamente valore sul marco e i cittadini tedeschi spendevano più soldi per fare le vacanze nelle isole greche, e quelli di Atene acquistavano senza indebitarsi. 
L’euro non permette la svalutazione, e la sua gestione egoistica ha creato una depressione che è diventata il cancro dell’Unione. 
L’esempio che ho fatto evidenzia i motivi del fallimento di Atene, e auguriamoci che la sua tragedia sia capita da tutti. 
Se la Germania aumentasse gli investimenti pubblici molti problemi sparirebbero, ma siccome l’egoismo la sta divorando, noi siamo autorizzati a sforare il 3% per tutti il tempo che la Merkel è stata fuori dalle regole di Maastricht, e possiamo farlo finché non abbiamo recuperato la somma miliardaria che l’egoismo teutonico non ha redistribuito. 
Personalmente sono molto critico sull’attuale potere franco-tedesco e faccio un veloce accento all’altro furbetto del villaggio che si chiama Emmanuel Macron che non rispetta il parametro del 3%, respinge gli emigrati al pari di Matteo Salvini, ha promosso il reddito di cittadinanza, ha abbassato le tasse di parecchi miliardi e tutto questo lo ha fatto senza coperture economiche annunciando che il riequilibrio lo raggiungerà con l’aumento del Pil.  
Insomma, se l’Italia esce dai parametri europei viene massacrata dal mondo intero, mentre l’asse franco-tedesco può fare quello che vuole. 
Cari lettori, ammetto di essere sempre stato contrario al reddito di cittadinanza dove è molto facile creare dei fannulloni nazionali ed extraeuropei, e chi ha votato Salvini si chiede perché la Lega abbia assecondato Di Maio mettendo in secondo piano la flat tax al 15% che poteva innescare un nuovo corso storico di sviluppo.  
Una spiegazione logica io c’è l’ho. 
Questo governo verte su un contratto dove era menzionato il reddito di cittadinanza, e credo che Salvini, a torto collo, sia stato obbligato ad accettare la proposta dei pentastellati. 
Se non lo avesse fatto sarebbe caduto il governo, e l’asse franco-tedesco si sarebbe sfregato le mani dalla gioia. 
Calare le brache per un bene più grande non è un atto disonorevole, e mi auguro che tutta l’Italia lo capisca. 
Salvini, con il supporto di Savona che ha confermato come la revisione della Fornero, il reddito di cittadinanza e la flat tax oltre alla spesa hanno in seno una componente di rilancio della domanda, dovranno attaccare l’Europa senza pietà, e sono autorizzati a farlo per le continue irregolarità dell’asse franco- tedesco che sta umiliando l’Unione.
Il nostro Sergio Mattarella dovrà tacere perché il comportamento scorretto della Germania è talmente evidente che sfidarla con intelligenza è un dovere di tutto il Paese…         

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