L'Editoriale

L’Italia degli indecisi naviga nella... responsabilità limitata

Ma una strada per "risorgere" ci sarebbe: quella inglese


16/12/2019

di Mario Pinzi


Le decisioni economiche arrivano da lontano e per farle approvare corrompono il leader di turno. Spiace dirlo, ma è così. 
Siamo un Paese a responsabilità limitata, dove la politica economica che determina il nostro futuro viene decisa da altri. 
Come si fa a dar torto a Salvini e alla Meloni, quando si scagliano contro il Governo che ubbidisce cecamente agli ordini della Germania emanando una legge di bilancio con nuove tasse e non fa nulla per ridurre gli sprechi che superano l’evasione fiscale? 
La Cgia di Mestre afferma che gli sperperi statali ammontano a 200 miliardi, mentre l’evasione si attesta a 110 e non occorre un genio per comprendere che per ridurre le tasse, utile per far ripartire assunzioni e consumi interni, basterebbe ridurre gli sprechi. 
L’inefficienza Statale è una piaga peggiore del comportamento dei "furbetti" che lo diventano per l’esosità del contributo richiesto. 
Se a questa cronica disonestà governativa aggiungiamo la lentezza del sistema giudiziario, che ogni anno produce 40 miliardi di danni, il nostro presidente Sergio Mattarella quando parla con indignazione dell’evasione dovrebbe farlo con maggiore onestà. 
Purtroppo viviamo in un mondo dove conta più apparire che essere e i politici con il loro comportamento infondono alle nuove generazioni un malcostume che ci porterà al disastro. 
Con questo subdolo comportamento non ci si può meravigliare se i giovani sono diventati violenti.  
I millennials sono una generazione priva di valori famigliari che non hanno un sano riferimento per imboccare la retta via.  
Sono bombardati da false informazioni che li rende dei sudditi ignoranti e questa è una fotografia che sconcerta. 
Purtroppo la non cultura è portatrice di aggressività e assumendo droga credono di combattere la depressione e l’autolesionismo causato dalla loro fragilità. 
Da questo dato di fatto si può comprendere quale società avremo in futuro e con questa triste realtà nasce il bisogno di riappropriarci della sovranità decisionale perduta. 
Alcuni quotidiani affermano che l’evasione può essere sconfitta pubblicando i redditi dei cittadini. 
Personalmente penso che non sia corretto farlo, perché il controllo sociale creerebbe dissapori che potrebbero sfociare in atti violenti. 
Molti contribuenti imbrogliano per necessità e per eliminare questa piaga lo Stato ha l’obbligo di ridurre le tasse e può farlo solo se diminuisce gli sprechi.  
I nostri dirigenti politici hanno le mani bucate e pretendono dai cittadini ubbidienza cieca al furto che gli viene imposto annualmente. 
Lo spreco non si può giustificare: è dannoso e va eliminato. 
Lo Stato, se non vuole perdere in credibilità, deve pagare puntualmente i propri creditori e non deve ubbidire a logiche imposte dall’Europa che vanno contro agli interessi dei cittadini. 
Impariamo dagli inglesi. 
Trionfo elettorale nel Regno Unito: il premier dei conservatori ha stravinto le elezioni conquistando la maggioranza dei seggi in Parlamento. 
Cari lettori, ha vinto la volontà del popolo che desiderava allontanarsi dal potere tedesco. 
Questo risultato dimostra che la maggioranza dei cittadini voleva la propria sovranità e Boris Johnson è diventato il loro nuovo leader che ha saputo difendere la democrazia più antica del mondo. 
La voce dei lavoratori è stata ascoltata e il vincitore ha affermato che entro gennaio, senza se e senza ma, verrà messa la parola fine a questa Europa. 
Il primo a complimentarsi per il risultato ottenuto è stato Donald Trump, che ha affermato: «Congratulazioni a Boris Johnson per la sua fantastica vittoria! La Gran Bretagna e gli Stati Uniti dopo la Brexit saranno liberi di concludere un nuovo accordo commerciale. La nostra intesa avrà un potenziale che sarà molto più grande e redditizio di qualsiasi accordo effettuato con la Ue». 
Il voto inglese dimostra che in democrazia le masse vanno ascoltate ed era impensabile che dopo l’ultima guerra mondiale, vinta con l’aiuto degli americani, il popolo britannico accettasse di sottostare alle regole egoistiche di Berlino. 
Cari lettori, sembra incredibile, ma la storia si ripete.  
L’esempio inglese dimostra che il popolo va rispettato e chi non lo fa viene punito. 
Per il potere franco-tedesco la Brexit è l’inizio della fine e i politici che si ostinano a non comprendere quello che è accaduto nel Regno Unito saranno destinati all’esilio…     

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