L'Europa, per non cadere dal tetto, deve fare i compiti
Ha ragione Savona: l'Ue si può salvare solo attraverso una crescita economica interna
17/09/2018
di Mario Pinzi
Ci voleva il ministro per gli Affari Europei Paolo Savona per dare una scossa a quello che il nostro giornale sostiene e ripete da anni.
Dall’intervista che il ministro ha rilasciato al collega Pietro Senaldi di Libero, si evince che l’Unione si può salvare solo con la crescita economica interna, e Bruxelles deve iniziare a fare dei veri compiti.
Il rispetto dei parametri europei non si ottengono con questa visione statica imposta dall’asse franco-tedesco, ma da una concezione dinamica e creativa del problema.
Il passaggio che più mi ha elettrizzato della sua intervista è quando ha affermato che la prima proposta che aveva fatto all’Unione era quella di spostare il nostro debito estero nelle tasche degli italiani attraverso fondi d’investimento del patrimonio immobiliare che possediamo.
Ma la risposta lapidaria che ha ricevuto fu: non è possibile.
Cari lettori, non ci vuole un genio per capire che questa è stata una risposta faziosa, miope e stupida che presto, come afferma il ministro, farà crollare l’euro.
La crisi Europea è endemica e le regole dell’Unione devono essere cambiate.
L’ufficio Studi della Cgia conferma che con Bruxelles l’imposizione fiscale in Italia è diventata insopportabile ed è in costante crescita.
In questi anni l’Europa, ci ha messo sulle spalle un fardello di 200 miliardi di tasse in più, e un’evasione fiscale che ha sottratto alle casse dello stato 114 miliardi annui di entrate.
Con le regole europee il nostro debito continua ad aumentare e a luglio il buco ha toccato quota 2.341,7 miliardi.
Il dato diffuso da Bankitalia, attesta che l’indebitamento della Pubblica amministrazione è in continuo aumento, e non ci vuole un genio per comprendere che le regole imposte dalla Merkel sono sbagliate.
Cari lettori, ogni mese le necessità dello Stato aumentano di circa 20 miliardi, e per l’ennesima volta sono costretto a ricordare che in una economia basata sul consumo, indebolire chi deve spendere porta al fallimento.
Dalle note di Bankitalia si evince che gli investitori esteri non credono nel nostro Paese e stanno vendendo i titoli italiani.
L’attacco è appena iniziato, e sarebbe saggio adottare un comportamento che faccia percepire una svolta economica favorevole all’Italia e non servile a chi comanda nell’Unione.
Il documento di Savona non è una minaccia, ma un avvertimento a riscrivere le regole europee per salvarla dal disastro.
Possiamo discutere all’infinito se quello che dice è giusto o sbagliato, ma saremmo degli irresponsabili a non prendere atto che l’asse franco-tedesco ci sta portando al fallimento.
Questo governo deve passare dalle parole ai fatti, e chi ha creduto in questa Europa deve farsi un esame di coscienza e trovare il coraggio d’affermare a se stesso l’errore che ha commesso.
Insomma, quando di mezzo ci sono i soldi, il rapporto con i mercati finanziari diventa attivo solo se comprendono che Giovanni Tria si sta muovendo per favorire il nostro Pil e non quello tedesco.
I titoli che la finanza straniera ha venduto ammontano a 42 miliardi e sono finiti nei forzieri delle nostre banche; e come afferma Savona, sarebbe saggio trasferirli nelle tasche degli italiani per fargli incassare i lauti interessi che darebbero vita ad un forte consumo interno.
Chi è in malafede giudica la coppia Savona-Salvini, pericolosa e razzista.
Però, cari lettori, chissà perché a molti economisti mondiali piacciano tantissimo.
In Europa non si muove foglia che la Germania non voglia, e sono certo che con la proposta di Savona presto ci sarà una battaglia senza esclusione di colpi.
Il potere è nelle mani dell’asse franco-tedesco e farà di tutto per mantenerlo.
Non escludo un secondo colpo di Stato, ma questa volta sono certo che Trump, Putin e la city di Londra saranno con noi e i burocrati di Bruxelles dovranno sloggiare facendo passi lunghi e ben distesi.
Tutto cambia, e questa Unione se non vuole precipitare dal tetto europeo dovrà iniziare a fare dei veri compiti, e il maestro che la deve giudicare si chiama Paolo Savona, un vero italiano…
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