Cultura

Il basilico "l'erba del re"


11/11/2024

Il basilico (Ocinum basilicum), erba odorosa regina della cucina mediterranea odierna, era già molto diffuso nell'Italia del Cinquecento quando il Mattioli scriveva:
“poche sono quelle case, e massimamente nelle città, che non habbiano l’estate il basilico in su le finestre, in su le loggie e nei giardini”.
Il suo nome deriverebbe dal greco “basileus” significante “erba da re”, perché considerata per il profumo tra le più importanti dell’antichità.
Columella (I sec. d.C.) ne parla più volte come di una pianta da seminare in abbondanza "dopo le idi di maggio fino al solstizio d’estate".
Originaria dell'Oriente, presso i Romani era ritenuta magica e sacra a Venere, come molte altre erba fragranti, da raccogliere seguendo precisi rituali. Anche se c’era qualcuno che gli attribuiva poteri malefici, chi la doveva tagliare indossava abiti candidi e si purificava la mano destra con un ramo di quercia bagnato d’acqua di tre fonti diverse. Alcuni autori affermavano che non dovesse essere recisa con strumenti di ferro perché il metallo avrebbe annullato ogni sua qualità.
Plinio era convinto che i semi del basilico, e non le foglie, fossero potenti afrodisiaci, proprietà attribuitagli anche dai contadini contemporanei che la somministravano ad asini e cavalli nel periodo della monta.
Al basilico sono ricollegate diverse leggende. Una fa riferimento all’Imperatrice Elena, madre di Costantino (IV sec. d.C.), che trovato la pianta sul luogo della crocifissione di Cristo, l’avrebbe poi diffusa per tutto l’impero.
Un’altra traccia è citata dal Boccaccio nel Decamerone, quando nella V novella, IV giornata, ricorda la storia di Lisabetta da Messina che conservava la testa dell’amante, decapitato dai suoi fratelli, in un vaso di basilico annaffiato con le sue lacrime.
Nel Medioevo il basilico era utilizzato anche per cacciare i diavoli dagli invasati, e si riteneva che facesse miracoli in caso di pestilenza e di debolezza fisica dell’uomo.
L’uso di questo aroma in cucina sembra, come abbiamo già ricordato, che si affermò nel Rinascimento, quando anche Cosimo I de' Medici lo inserì fra le fragranze del “Giardino dei Semplici” (1545).
Oggi una delle sue preparazioni più celebri è il caratteristico pesto alla genovese, condimento di paste, tartine e focacce.
Il basilico, come erba aromatica fresca, guarnisce ricette che vanno dalle insalate alle carni. Si utilizza preferibilmente crudo perché non tollera le lunghe cotture che ne attenuano il profumo, perciò nelle pietanze calde si consiglia di aggiungerlo appena prima di servirle.
Il basilico è una pianta ricca di proprietà, oltre a quelle aromatiche, è antiinfiammatorio e prezioso alleato per la bellezza di pelle e capelli.
Ha effetti benefici anche sull’apparato digerente e stimola l’appetito. L’olio essenziale, distillato dalle foglie fresche, grazie alla presenza di eugenolo, ha un effetto calmante sulle mucose gastriche, e in questo modo favorisce la digestione. Ha effetto rilassante sul sistema nervoso e può essere utile a chi soffre di insonnia o di emicranie.

(riproduzione riservata)