I giudici italiani in soccorso di Bruxelles
Auguriamoci che Giovanni Paolo II, vero padre dell’Europa libera, faccia un miracolo
20/05/2019
di Mario Pinzi
Che Salvini sia un pericolo per chi governa l’Europa è abbastanza evidente e le inchieste prima del voto ne sono la conferma.
Tutte le regole europee vanno riscritte, ma anche quelle della nostra giustizia.
Utilizzare la magistratura per fermare la volontà del popolo è una leva fuori tempo che questa volta non funzionerà.
Quello che dobbiamo auguraci è l’arresto di Salvini per i 43 voli che ha effettuato con gli aerei di stato.
Un lusso inaccettabile, perché poteva sviluppare il suo lavoro spostandosi in bicicletta come fanno molti stacanovisti.
Certi comportamenti vanno severamente puniti e le manette potrebbero diventare la leva del suo successo.
Giudicate voi, cari lettori, in che mani siamo e quanto sono importanti le elezioni del 26 maggio.
La Lega gode di un sostegno popolare che fa paura, perché si ispira alla saggezza di Karol Jòzef Wojtyla, che affermava che non si può immaginare una società priva della propria nazione.
Il Santo Padre conosceva molto bene la dittatura imperialista e nei suoi discorsi affermava che la seconda guerra mondiale nacque per la violazione dei diritti delle nazioni.
Qui il problema diventa molto serio e solo un miracolo può proteggere chi la pensa in questo modo. Wojtyla ha sempre sostenuto la validità di una Europa rispettosa dei popoli e capace di onorare le radici cristiane di chi la abita.
L’Europa dell’imperialismo franco-tedesco che, attraverso Maastricht, ha imposto una austerità che impoverisce i popoli e annienta la sovranità, va allontanata dal potere.
Un pregio del Santo Padre fu anche quello di consigliare le donne ad amare la cultura della propria nazione trasmettendo ai figli questo nobile sentimento.
Va ricordato che Papa Wojtyla ci mise in guardia dalla globalizzazione che allora si stava sviluppando, ma non fu ascoltato.
Oggi parlare della propria Nazione è diventata una bestemmia, ma il Santo Padre ci comunicò che la patria è la fonte portante della famiglia e il contenitore dei nostri diritti.
Confermò che nessuna organizzazione internazionale poteva essere legittimata ad annullare il diritto dell’esistenza di una nazione.
Si possono realizzare forme di aggregazione fra gli Stati come avvenne con lo SME, ma l’auto determinazione dei popoli deve rimanere sovrana.
Bruxelles sta consolidando l’imperialismo franco-tedesco e i suoi burocrati per non aver ascoltato i saggi suggerimenti del Santo Padre, che indicavano la strada per la salvezza dell’Unione, meritano una severa punizione.
Cari autori dell’imperialismo, sapete cosa dice un versetto della Bibbia? “Non mettere la museruola al bue che macina il grano”. Se non avete capito il significato recondito della citazione ve lo spiego io.
Agire contro il popolo bloccando il consumo interno fa regredire le nazioni e vi posso assicurare che in breve tempo le vostre tasche rimarranno completamente vuote.
In questi giorni stiamo assistendo a un innalzamento della tensione politica tra sovranisti ed europeisti e quando Salvini ha messo in discussione il vincolo del 3% sul rapporto deficit-Pil, i grandi giornali hanno iniziato a divulgare una serie di balle finalizzate a terrorizzare l’opinione pubblica: “La dichiarazione di Salvini farà crollare la Borsa, il costo dei mutui aumenterà sensibilmente, il Made in Italy si fermerà per la mancanza di credito e la disoccupazione raggiungerà vette mai viste”.
Tutte balle perché gli addetti ai lavori sanno molto bene che il 3% è un vincolo che non ha basi scientifiche e tutti conoscono la sua origine.
Nel 1981 Mitterrand incaricò Pierre Bilger, vicedirettore del ministero delle Finanze francesi, di trovare una regola per limitare l’eccesso di spesa pubblica e lui interpellò dei giovani studenti in statistica ed economia della scuola più importante di Francia.
Ci sono svariate versioni del loro incontro, ma quella che io conosco mi è stata raccontata da un collega parigino: il 3% nacque in un bar mentre il gruppo dei ricercatori stava facendo colazione e, per loro amissione, il numero che ci toglie il sonno è stato sparato a caso senza un’analisi concettuale. Affermare che l’Italia non è affidabile quando il suo popolo possiede 9.800 miliardi, quattro volte il suo debito, che si aggira sui 2.400 miliardi di euro, è una balla che non si può accettare.
Auguriamoci che gli europeisti perdano queste elezioni ma, se non sarà così, sono certo che l’autonomia degli Stati nascerà intorno alle cripto valute e le Borse dell’Unione chiuderanno i battenti…
A questo punto la parola va alle considerazioni dei lettori, in quanto la testata che ho il piacere e l’onore di dirigere da nove anni regala spesso spazio a idee che si contrappongono alle mie. Come peraltro si può notare dalla pubblicazione dell’articolo firmato da Don Antonio Sciortino, incentrato sulla condanna al rogo, o meglio, all’inferno, visto che la scomunica del leader leghista Matteo Salvini al giorno d’oggi non ha più senso. Un’ulteriore prova di rispetto per chi non la pensa come me. Alla stregua di Voltaire, il quale sosteneva: “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire”.
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