I dossier clandestini servivano per far cadere il Governo
Tutti sapevano quello che Pasquale Striano faceva e questo tacito consenso fa emergere il potere della globalizzazione
18/11/2024
di Giovanni Dorotei
Come mai la segnalazione dei comportamenti anomali di Pasquale Striano del 2020 furono ignorati dalla procura nazionale Antimafia?
Questo è l’interrogativo da risolvere per comprendere cosa c’è dietro il tombale silenzio di chi dovrebbe difendere l’Italia.
Giovanni Russo, attuale capo del Dap, più volte ascoltato dalla commissione parlamentare Antimafia sul caso dossier, ha confermato di aver segnalato i suoi sospetti del 2020 e la sua dichiarazione è stata confermata dal procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone.
In sostanza il birichino aveva talmente tanta libertà di muoversi come voleva che tutti dovevano essere d’accordo, altrimenti non avrebbe potuto fare quello che ha fatto.
Parlare di presunte anomalie fa sorridere, perché quella montagna di accessi abusivi al cervellone informatico dello Stato, utilizzando delle password private per spiare i conti correnti di una montagna di persone, se fossi in loro chiederei alle Banche un rimborso miliardario, perché hanno messo a disposizione ad una banda di truffatori le mie possibilità finanziari che potrebbero sfociare in un rapimento a scopo ricattatorio.
Ho parlato dei vertici della globalizzazione, perché gli spiati erano tutti di centrodestra e dunque la “Birichinata” doveva essere utilizzata per far cadere il governo della Meloni.
Nella attesa che le indagini scoprano il mandante che non emergerà mai, perché verrà utilizzata la leva dell’allungamento dei processi per mandare nel dimenticatoio la porcheria compiuta, chi è stato spiato, può rifarsi solo se attacca gli istituti di credito e la Commissione Antimafia, creando in questo modo un caso talmente eclatante da far intervenire il Governo e il presidente della Repubblica.
Con la scoperta di questo scandalo, vedere che la sinistra senza vergogna processa Fitto in Europa, per far saltare la sua nomina a vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, per contraccambiare la sua nomina con la chiusura dello scandalo dossier è una vergogna che indigna enormemente.
Per mettere in scena la commedia, diversi parlamentari oltranzisti dello schieramento progressista, hanno aggredito Fitto, accusandolo di scarso impegno nei confronti del Green Deal e il suo rifiuto di riconoscere il suo passato politico, ma sembra che non siano riusciti a convincere gli euro deputati.
In sostanza la guerra è appena iniziata, vedremo cosa succederà…
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