Fuochi fatui di guerra per fatui Politici
01/03/2022
di Andrea di Furia
Ci risiamo. Ancora una volta giochiamo col fuoco di una guerra, quella in Ucraina, che non è utile a nessuno. Con l’eccezione delle Elite al potere che hanno fortemente voluto lo scontro. La propaganda mediatica delle due parti in causa (USA-NATO e RUSSIA) già in atto da mesi è stata la prima fase, poi si è scesi sul terreno con i carri armati da una parte e con i boicottaggi dall’altra.
Da una parte vediamo la RUSSIA che piega le ragioni dell’Economia alla Politica e dall’altra USA-NATO che piegano le ragioni della Politica all’Economia: inevitabile il contrasto.
Facile accusare Big Joe (Biden) o Little Vladimir (Putin) a seconda delle proprie simpatie o del giornale che si legge da sempre, ma con ciò neghiamo a noi stessi la comprensione di una realtà antisociale che deriva dalla “struttura unidimensionale predominante” di un sistema che continuiamo a definire “sociale”, ma che ormai, anche grazie alle misure anti-Cov-Sars-2, è diventato sempre più precario e invivibile.
Se riusciamo a prescindere dalle parti in causa, e se riusciamo a far tacere le stridule giustificazioni mediatiche, ci troviamo di fronte ad una realtà oggettiva in cui le motivazioni economiche, politiche e culturali si sono così intrecciate che neppure la diplomazia più sottile riesce più a sciogliere.
Prendiamo una delle motivazioni economiche: il gasdotto russo che alimenta l’Unione Europea è un forte ostacolo alla vendita del gas liquido americano alla UE, la guerra è un ottimo strumento di marketing.
Prendiamo una delle motivazioni politiche: i buoni rapporti UE-RUSSIA ostacolano l’esistenza stessa della NATO. Rammentiamo che è nata come alleanza difensiva contro il Patto di Varsavia. Dopo il crollo del muro di Berlino nel 1989 avrebbe dovuto sciogliersi o allargarsi alla RUSSIA, ma è sopravvissuta in funzione anti-RUSSIA. Rivelando, con ciò, di non essere stata concepita come solo alleanza difensiva, ma anche come alleanza offensiva: cosa che non ha mai cessato di dimostrare anche in questo frangente.
Prendiamo una delle motivazioni culturali: la difesa dei valori della democrazia nel mondo. Fa un poco ridere (però amaramente) che sia portata avanti dagli USA, dove questa democrazia non è ancora stata capace di superare il razzismo persino verso la propria popolazione di colore e dove la miracolata classe dei ricchi stravince su quella dei poveri configurando un‘Oligarchia: il governo dei Pochi, e non del Popolo.
Se vogliamo avere una visione degli eventi che sia aderente alla realtà - e non svegliarci dopo anni come è successo con le armi di distruzione di massa mai trovate in IRAQ, ma che hanno permesso agli USA (che ne avevano addirittura fotografato i siti con i satelliti!) di attaccare un proprio ex-alleato ora non più utile alle strategie imperiali americane – dobbiamo utilizzare un’immagine-sintesi capace di cancellare tutte le chiacchiere e i castelli in aria che si stanno costruendo da mesi e che per mesi continueranno.
Il nostro sistema va spregiudicatamente “visto” per quello che è: un colossale immondezzaio, una discarica indifferenziata a cielo aperto di rifiuti sociali economici, politici e culturali che (vorrei dire di tanto in tanto, ma in realtà ciò accade ad ogni piè sospinto) producono fenomeni di autocombustione dei propri fumi tossici.
Se vogliamo che ciò non accada, l’unico provvedimento utile è quello di “differenziare i rifiuti sociali”, d separarli ognuno in un suo contenitore istituzionale: cosa che rende i fenomeni di autocombustione estremamente rari.
La montagna di rifiuti sociali in crescita continua di cui parliamo è il sistema mondiale (e nazionale) attuale: “sociale” solo a chiacchiere. Ha infatti una struttura unidimensionale che è già, di per sé, antisociale.
Vale a dire che una sola dimensione sociale delle tre predomina sulle altre due: ne diventa il parassita che le fagocita e le soffoca. Oggi è la dimensione Economia a dominare le altre due, ieri era la dimensione Politica, ieri l’altro è stata la dimensione Culturale.
Nel sistema antisociale a una dimensione predominante sulle altre due tutto si intreccia, diventa caotico, incontrollabile e dannoso. Pensiamo alle sanzioni che vengono e verranno imposte: penalizzano tutti, anche chi non è direttamente coinvolto nei fatti bellici e soprattutto la parte più povera della popolazione.
Parte più fragile, che le misure anti-Covid hanno ingigantito oltremisura in appena due anni, perché siamo nell’unidimensionalità antisociale della Società gassosa a predominio economico: nella quale tutto è più esplosivo.
Misure sanitarie celebrate solo da chi difende la propria poltrona ministeriale e da chi ha il potere di far parlare i media… ma che cominciano a mostrare i soliti risultati anoressici rispetto alle fanfare pilotate della propaganda.
Se usciamo dai binari mentali in cui ci costringe sia la propaganda russa sia quella americana-europea, dunque, ci accorgiamo che serve un’altra struttura al sistema sociale: capace di togliere ai vari Big Joe e Little Valdimir del momento le crescenti tossiche occasioni per accendersi di retorico sdegno e di mortai.
I rifiuti sociali indifferenziati (economici, politici e culturali) devono essere differenziati: perciò il sistema non può che acquisire una struttura tridimensionale!
Con una legge del Parlamento tutto ciò che è Economia va raccolto nel cassonetto Mercato; tutto ciò che è Politica va raccolto nel cassonetto Stato; tutto ciò che è Cultura va raccolto nel cassonetto Scuola.
Se ci si pensa senza pregiudizi e a mente libera, con ciò non si lede né la Costituzione né le aspettative di un futuro migliore di chiunque:si dà invece a loro quella concretezza che ancora manca.
Se si vuole rendere davvero sociale il sistema, e non solo a chiacchiere, non ci sono alternative.
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