Follia medica da Coronavirus: prediligiamo l’ipotesi matematica rispetto al buon senso
L'errore? Vogliamo fare i primi della classe…
28/02/2020
di Andrea di Furia
Londra non intende bloccare a causa del coronavirus i voli da e per l'Italia, che annualmente spostano 3 milioni di turisti britannici, considerandola una misura controproducente. Lo ha detto papale papale il ministro locale della Salute, limitandosi a confermare alla Bbc le indicazioni sull'auto-isolamento per chi arriva nel Regno dal nord Italia e il consiglio di evitare viaggi negli 11 Comuni “zona rossa”: nemmeno lo 0,1% del totale.
Matt Hancock: «Se guardiamo alla stessa Italia, vediamo che loro hanno fermato i voli dalla Cina e ora sono il Paese più contagiato d'Europa».
Nulla da obiettare: lo humor inglese è sempre sorprendente, nella sua concretezza. Touché!
Non male per “i primi della classe” in Europa! Un classico autogol italiano, per il cronico eccesso di zelo dovuto al continuo clima elettorale che ci ha disamorato tutti della Politica, che ormai ha battezzato il “fare le cose” come il jackpot dei Partiti per restare al Governo.
Una serie di misure inutili, per una patologia ridicola… verrebbe da commentare usando il buon senso. Ma il buon senso in Italia è ormai un optional obsoleto, mandato in cantina dall’immancabile algoritmo matematico che vuole sintetizzare in una statistica astratta l’indice percentuale del potenziale contagio pretendendo pure che sia l’indubitabile realtà dei fatti. Un assurdo che non vale per il singolo individuo!
Rammento una scenetta di Totò. Ridendo raccontava alla sua spalla di essere appena stato preso a schiaffi ripetutamente da uno che continuava ad apostrofarlo feroce con un nome che non era il suo: “Giovanni”. E la sua spalla ripetutamente chiedeva: “E tu? Perché non reagivi?”.
La risposta ripetuta di Totò era: “Volevo vedere fino a che punto arrivava, e mi scompisciavo dal ridere!” La spalla, sbalordita, considerava: “Ma come, quello ti schiaffeggiava a morte ripetutamente e tu stavi lì a prenderle e a ridere?”. Era un tormentone. Alla fine Totò esclamava: “E che! Mi chiamo forse Giovanni, Io?”.
Mi sembra che questa scenetta possa ben illustrare il comportamento del Governo Conte verso gli italiani (schiaffeggiati a forza di quarantene, che comportano per tutti disagi e costi previsti e imprevisti pazzeschi) i quali attendono di vedere come va a finire.
Difficile finisca tutto in risate come quelle di Totò, perché il Governo sta sparando atomiche contro topolini (focolai ridicoli persino nei numeri) non rendendosi conto di alimentare una psicosi che già vede i supermercati presi d’assalto, la chiusura di esercizi pubblici e privati, il crollo del turismo, dei voli aerei, dei viaggi in treno, vietare le visite alle catacombe dei primi cristiani a Roma.
Assistiamo persino al mercato nero e al bagarinaggio di igienizzanti e mascherine. E mi ha fatto ridere di cuore un intervistato 85enne che alla domanda sul perché fosse senza mascherina ha risposto: “La metto solo quando rapino le Banche!”
Fuori dalle risate, questa del mercato nero delle mascherine ecc. dovrebbe far capire una delle caratteristiche dell’attuale Società gassosa a traino economico (con sfruttamento della Politica e della Coltura): come ti muovi fai un danno. Hanno calcolato il danno economico i nostri governanti? No.
Sono solo tutto muscoli e cervello, tutto chiacchiere e distintivo! Chiacchiere H24 sui media, naturalmente. Adesso, dopo il bagarinaggio su mascherina ecc, il Governo promette che i bagarini saranno puniti. Ancora una volta si vuole chiudere la stalla dopo che sono scappati i buoi. Bene, bravi, bis!
Anche questo un classico della Società gassosa a traino economico. Pensiamo ad esempio alle Scuole che devono crollare prima di spingere il Governo a mettere qualche toppa per renderle antisismiche. Pensiamo ai giovani con e senza cervello fuggiti all’estero che si vuole richiamare, ma che poi la burocrazia assurdamente punisce. E così via, e così via, così via: Governi che da decenni (!) continuano a fare solo degli sterili annunci, ma non fanno nulla di concreto.
Possibile che nessuno si accorga di queste drammatici handikap strutturali del sistema in cui viviamo? Continuiamo a lamentarci del sistema e lo lasciamo così com'è? Quando capiremo che va cambiato il sistema in cui viviamo?
Ansia italiana e buon senso inglese, osservavamo. Chiediamoci: “Dietro questi informazione h24 da stato di guerra c’è davvero qualcosa di serio?”.
Per il pensiero scientifico applicato alle epidemie sì. Tuttavia gli statistici 30 contagiati ogni 1000 che sono a rischio morte... lo sono perché già a rischio morte per altre patologie. Il coronavirus sarebbe l'ultima bollicina che porta l’acqua del decesso a 100 gradi. Ma siamo nella Società gassosa a traino economico, per cui libidine è trovare un utile e remunerativo vaccino da imporre alle altre 970 persone su mille che non ne hanno in realtà nessun bisogno.
In questo scenario, capirei se tutto ciò che accade fosse un’esercitazione dell’Oms, così come in Giappone c’è quella per il terremoto. Altrimenti non ha senso quello cui assistiamo e i costi sono assolutamente spropositati.
A priori sembra tutto perfetto, tutto giustificato, tutto fatto a modino. Ma a posteriori? Se viviamo in un sistema, la Società gassosa a predominio economico, che calcola tutto con il denaro... allora tutto si riduce ad una contabilità di entrate e uscite. Facile perciò prevedere il danno economico: crollo del turismo, delle Borse, della fiducia sulla tenuta dell’Italia da parte di Banche e Fondi spazzatura e, ciliegina sulla torta mai considerata prima, crollo delle disponibilità economiche degli Italiani.
Eppure questa follia medica è giustificata proprio dalla stessa Società gassosa - sistema antisociale squilibrato e deleterio non solo per la dimensione economica (Territorio), ma anche per le Comunità (dimensione Politica) e le Persone (dimensione culturale) – tema, questo, su cui ritorneremo.
E qui mi fermo, perché adesso alla porta mi stanno offrendo una mascherina, usato garantito, a 200 euro. Vista la psicosi, un'occasione da non lasciarsi sfuggire!
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