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Biolab: Dalla tradizione alla rivoluzione vegetale

Un Made in Italy italiano in grande espansione, dove in campo economico si contraddistingue per la sua creatività


07/04/2025

di Mario Pinzi


Crescita solida, visione chiara e capacità di cogliere le opportunità del mercato: è questo il ritratto di un’azienda italiana che sta scrivendo una storia di successo nell’industria alimentare.
Con un fatturato 2024 che ha toccato i 22 milioni di euro – in netta crescita rispetto ai 16 milioni del 2023 – un EBITDA di circa 2,2 milioni di euro e un utile netto che si attesta al 6%, il gruppo si distingue per performance economiche solide che fanno intravedere un futuro in netta crescita.
La recente acquisizione della Brendolan, avvenuta nel gennaio 2025, testimonia una strategia industriale ben congegnata e l’investimento di circa 3 milioni di euro è stato orientato all’espansione delle capacità produttive senza stravolgimenti strutturali.
Lo stabilimento rilevato, già attrezzato per la lavorazione alimentare, è stato rapidamente adattato per la produzione e l’affettamento dei prodotti vegani del gruppo, mantenendo l’intero impianto produttivo – macchinari inclusi – praticamente intatto.
Una mossa astuta, che ha permesso di contenere i costi e accelerare i tempi di messa a regime.
La spiegazione di questa dinamicità sta nella forza italiana della piccola e media impresa, quella che è stata definita “quarto capitalismo” estremamente flessibile da mantenere quasi imbattibile la sua competitività nel mercato interno e internazionale.
Con un portafoglio ordini per il 2025 già in crescita del 18-20% e una presenza commerciale in oltre 30 Paesi – con un equo bilanciamento tra mercato italiano ed estero – l’azienda dimostra una proiezione internazionale solida, pur mantenendo una forte base nazionale.
"L’espansione oltre l’Europa è frenata principalmente da vincoli logistici legati alla natura refrigerata dei prodotti, ma la direzione intrapresa è chiara: presidiare bene il mercato europeo e continuare a investire in innovazione", afferma l'ad Massimo Santinelli.
Il core business si concentra sulla produzione di affettati vegani, una categoria in espansione che incontra il favore di un pubblico sempre più vasto, in particolare dei flexitariani: consumatori che riducono il consumo di carne animale senza eliminarlo del tutto.
Si tratta di una fascia ampia, che rappresenta fino al 93% del mercato e cresce a ritmi del 2-3% annui.
"L’azienda ha colto questa tendenza in anticipo, posizionandosi come player di riferimento con prodotti di alta qualità, gustosi e adatti anche a chi non segue una dieta esclusivamente vegetale", sottolinea l'ad Massimo Santinelli.
In un Paese dove tutto diventa difficile, i risultati e la dinamicità della Biolab, rappresentano un “tesoro made in Italy” che merita essere divulgato e spiegato.
Il gruppo si distingue anche per la sua capacità di valorizzare strutture esistenti in disuso, trasformandole in centri produttivi efficienti.
Questo è il caso dell’ex macello trasformato in stabilimento vegano: un’operazione che, oltre al vantaggio economico, dimostra una visione imprenditoriale moderna e sostenibile.
Lo stesso vale per l’impianto di San Daniele, noto per la produzione di salumi, ora convertito per affettare specialità vegetali.
Non mancano le sfide, ma l’azienda ha le idee chiare: punta sull’innovazione di prodotto, sulla qualità, e su una forte presenza nella GDO, dove oggi circa il 60-70% della produzione viene distribuita con marchi della grande distribuzione, mentre il restante 30/ 40% è commercializzato con i propri brand, Biolab e Liveg.
Il rafforzamento di questa strategia è uno degli obiettivi futuri del gruppo, che attraverso una crescita attenta e sostenibile, punta a crescere attraverso una espansione oculata e strategica.
In un panorama competitivo come quello esistente, il gruppo rappresenta un modello di Made in Italy capace di innovare l’agroalimentare nazionale rendendo la propria impresa protagonista anche nel mondo del plant-based.

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