"Il lavoro dello Spirito": Massimo Cacciari si interroga su come evitare il naufragio del sistema antisociale
11/01/2021
di Andrea Di Furia
Se prescindiamo dalla ruvidezza del linguaggio specialistico, il mini-saggio Il lavoro dello spirito di Massimo Cacciari è una lettura interessante per chi s’interroga su come evitare il naufragio al sistema antisociale in cui viviamo. Inoltre è una mappa percorribile per confermare alcuni pensieri sulla necessaria conoscenza della struttura del sistema per risanarlo davvero e non chiacchierarne come si sta facendo da decenni. Pensieri concreti strutturali con cui i lettori di questa rubrica, entrata nel suo 11° anno, hanno ormai familiarità.
Cominciamo da questo:
la dimensione Cultura e la dimensione Economia sono e si collocano strutturalmente agli antìpodi nel sistema sociale, come “interiore” rispetto a “esteriore”
Abbiamo già visto che:
- il focus della Cultura è la Persona, mentre il focus dell’Economia è il Territorio-ambiente;
- la Cultura “nutre”: ha il massimo potere formativo-evolutivo della Persona e del sistema; mentre l’Economia “consuma”: ha il massimo potere disgregativo-involutivo del Territorio-ambiente e del sistema;
- la Cultura fa nascere il sistema sociale dalla Religione che ha in sé Arte e Scienza, mentre l’Economia fa nascere il sistema antisociale dalla Scienza priva in sé di Arte e Religione
- la Cultura è al suo massimo apice sociale quando tutto il sociale culturale, politico ed economico è ritenuto “sacro”; l’Economia è al suo massimo apice antisociale quando tutto il sociale culturale, politico ed economico è ritenuto mera “merce” e/o big data.
Il ruolo di mediatore, di ponte tra queste due unilateralità divergenti e contrapposte per loro stessa natura, dovrebbe essere svolto dalla dimensione politica che però oggi non media, bensì o comanda o ubbidisce!
Abbiamo già visto che:
- il focus della Politica è la Comunità nazionale di chiunque abiti entro i confini dello Stato sovrano;
- la Politica “sviluppa” il massimo potere coesivo della Comunità e del sistema quando è autonoma dalle altre due dimensioni sociali e rende sinergica se stessa a loro [e non, come ora, asservisce loro a sé!];
- la Politica armonizza il sistema sociale grazie all’Arte della Politica moderando, equilibrando le forze anaboliche culturali e le forze cataboliche economiche: Arte “equidistante” da Scienza e Religione
- la Politica è al suo massimo apice sociale quando tutto il sociale culturale, politico ed economico è ritenuto “equilibrato”: ossia quando riconosce altrettanta autonomia a Cultura ed Economia, rinunciando a qualsiasi “corruttiva” volontà di prevaricazione e di dominio unilaterale oppure di “untuosa o affaristica” sudditanza come in vari Stati sovrani avviene rispetto ai dictat di Chiesa o Mercato
Abbiamo anche sempre osservato che per espletare il loro ruolo in modo concretamente sociale, e non a chiacchiere, le tre dimensioni hanno bisogno di un sistema sociale strutturato tridimensionalmente.
Detto in termini immediatamente comprensibili: come l’assetato che si è perso nel deserto ha urgentissimo bisogno di acqua onde evitare la morte per disidratazione, così Economia, Politica e Cultura hanno altrettanto bisogno, per non morire di piaghe antisociali, di un sistema che permetta la raccolta differenziata del sociale economico, politico e culturale in tre cassonetti istituzionali dedicati (Mercato+Stato+Scuola).
La realtà dei fatti ci dice che il sistema sociale attuale è strutturato in modo da fare la raccolta dei rifiuti sociali in un unico cassonetto dell’indifferenziata: li raccoglie, ad esempio in Italia, nel contenitore unico Stato per il fatto che fin dalla sua nascita come Repubblica Italiana la dimensione Politica non riconosce autonomia alle dimensioni Cultura ed Economia.
Infatti, ha deciso tutto lei (male!) in questi 70 anni e i frutti antisociali di questa raccolta indifferenziata sono tutti davanti ai nostri occhi: disorientamento-disgusto delle Persone (Cultura), rottura della coesione nelle Comunità (Politica), distruzione del Territorio-ambiente (Economia).
Per chi non è accecato dal continuo stato emergenziale, oggi è la volta della lotta contro il Sars-cov-2: che vuole far dimenticare [per non pagar pegno, naturalmente] i precedenti 70 anni di continui errori e prevaricazioni della Politica in tutte e tre le dimensioni sociali. Interesse, questo, di tutti i dannosi Partiti!
Infine, sempre dal punto di vista strutturale, abbiamo caratterizzato il predominio unilaterale della dimensione politica sulle altre due come Società liquida; quello precedente della dimensione culturale come Società solida; e l’emergente predominio unilaterale della dimensione economica come Società gassosa.
Strutture del sistema attuale, distribuite geograficamente nel mondo e monodimensionali tutte e tre, che a modo loro (pur facendone la raccolta indifferenziata) approcciano le varie piaghe economiche, politiche e culturali in modo completamente diverso. Cosa che ai Teorici e Partici che si interessano del sociale tridimensionale, dà l’illusione di poterle affrontare e risanare sostituendo ingenuamente il cassonetto dell’indifferenziata, ad esempio: se non ci riusciamo con lo Stato, proviamo col Mercato!
Coi risultati anoressici o addirittura antisociali che vediamo nella lotta alla povertà (dove aumentano esponenzialmente sia le migliaia di super-ricchi sia le centinaia di milioni di super-poveri) o nella lotta per il lavoro (dove aumentano esponenzialmente l’uso di macchine e web in sostituzione dell’uomo a ritmi irraggiungibili per una qualsiasi concreta politica di contrasto).
Questa caratterizzazione strutturale del sistema sociale in solido, liquido e gassoso è importante perché di solito si pensa alla Rivoluzione francese come un momento magico per la Politica, mentre è invece il suo canto del cigno visti i sintomi “strutturali” che si realizzano in quel momento, sottolineati da Cacciari in modo eccellente. E che riassumo dalle pagine 11-15 del suo Il lavoro dello spirito.
Massimo Cacciari: «Ad aprire un mondo di illimitate potenzialità era chiamato il Sistema della Scienza, il pensiero filosofico dell’Occidente divenuto pensiero scientifico, capace di comprehendere in sé lo stesso potere della scienza moderna nella sua indistricabile unità alla Tecnica. …Mondo che non è più il kosmos classico, perfettamente in sé armonizzato, né il saeculum cristiano, del cui Fine si ha certa fede; mondo è ciò che la Scienza fa, la meta che di volta in volta il suo operare raggiunge e supera. [Per essa Scienza] Ciò che eternamente si ripete sarà l’eccezione stessa, ciò che eternamente dura è il continuo cambiamento. Quella propriamente economica non è che una dimensione di tale complessiva forma mentis (ben più di una visione del mondo)».
Primo sintomo della nascente Società gassosa a traino economico: non l’Arte, né la Religione si impone dopo la Rivoluzione francese, ma il Sistema della Scienza che apre alla civiltà occidentale un mondo di illimitate possibilità. E cosa vuole trarre dalla Scienza la Borghesia trionfante su di una Nobiltà che ormai ha esaurito il suo ruolo temporale di bene evolutivo e si è involuta in un male sociale da sradicare?
Massimo Cacciari: «[Vuol trarre]… dal sistema della Scienza quello della Libertà. L’Epoca ˋgrande borgheseˊ è dominata da questa idea. Non utopia – essa accompagna realmente l’affermarsi del sistema economico sociale destinato a divenire mondo - religione semmai. … Ora questo farsi mondo, di cui il sistema della Scienza, cosciente di sé, (…) costituisce la rappresentazione concettuale, è opera di un lavoro, e la forma di tale lavoro non potrà che essere altrettanto rivoluzionaria dell’Età che con essa si inaugura. Dovrà essere lavoro assolutamente libero (…) ogni forma di lavoro ˋcomandatoˊ non potrà risultare alla fine che impossibile. In questo senso Nietzsche parla del proletariato come della ˋclasse impossibileˊ: la libertà di cui dispone nell’erogare il proprio lavoro è mera apparenza – nient’altro che la libertà di trasformarsi in servo. Ma nella nuova Età questa condizione è insostenibile, essa determina una contraddizione destinata ad esplodere».
Ecco un secondo sintomo della Società gassosa economica: “essa accompagna realmente l’affermarsi del sistema economico sociale destinato a divenire mondo”. E quel “Non utopia, religione semmai” va letto più concretamente come uno spartiacque col passato: ormai la Scienza ha assunto la potenza della Religione, e difatti dopo pochi secoli dalla Rivoluzione francese vediamo come oggi un parere scientifico degli Scienziati [che rammentiamo ai distratti è solo un’ipotesi la cui veridicità e concretezza saranno capaci di verificare solo posteriormente i fatti] è altrettanto dogmatico e cogente come il vaticinio dei Sacerdoti del Faraone al tempo delle Teocrazie orientali.
Ma è anche la cartina di tornasole di come il pensiero scientifico faccia un’enorme fatica ad approcciare il sociale in modo concreto, come rimanga chiacchiera superficiale purtroppo. Perché la contraddizione destinata ad esplodere, quella del Proletariato e della Rivoluzione russa, sta tutta proprio nell’incapacità del pensiero scientifico di pensare il sociale fino in profondità.
La Libertà, infatti non è un qualcosa di “politico” come pensano i buoni borghesi al potere, perché se esercitata nella dimensione politica, dunque nella Comunità, porta al caos sociale o alla dittatura o al dominio degli Oligarchi.
E non è neppure un concetto “economico”, perché abbiamo visto che esercitata in economia è mera apparenza perché produce schiavitù: trasforma infatti tutto, anche l’uomo, in merce. Come si vede nei talk show dove il politico promuove se stesso come una saponetta; o nel mondo del lavoro, dove sempre più lavorare diviene un’evidente vendita di se stesso che, volendo pensare oltre, potrebbe anche definirsi molto simile alla prostituzione di merliniana memoria.
E dato il sapiente uso del pensiero scientifico-filosofico del nostro Autore, non sorprende che anche lui si ponga, a posteriori, la domanda sui fatti realmente accaduti nei decenni successivi: su come sia stato possibile che dal libero lavoro scientifico, che è la grande conquista rivoluzionaria che non ammette obbedienza ad alcuno, invece della sua libertà sia derivata la sua obbedienza e soggezione all’economia.
Domanda cui risponderemo prossimamente.
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