"Il Paese mancato, dal miracolo economico agli anni '80": un viaggio negli... errori firmato da Guido Crainz
23/02/2021
di Andrea di Furia
Il Paese mancato, dal miracolo economico agli anni ‘80 è il titolo di un libro scritto da Guido Crainz che dovrebbe diventare una specie di bibbia per capire l’aspetto malsano e antisociale per le Persone, le Comunità e il Territorio-ambiente nazionale dello Statalismo: uso questo termine per caratterizzare chi preferisce lo Stato (al Mercato) come protagonista assoluto della vita sociale.
Peccato che ci siano ancora troppi tra noi – che vedono ottimamente gli aspetti antisociali del Mercato, ossia del neoliberismo alla Mario Draghi, che inevitabilmente ci torturerà dal punto di vista del sociale economico, politico e culturale nei prossimi mesi e anni – i quali purtroppo non vedono la biblica “trave nel proprio occhio”: gli aspetti altrettanto antisociali dello statalismo che ci hanno ugualmente massacrato.
Quel libro, poi, è anche ottimo strumento conoscitivo per vedere i primi inizi della devastazione sociale neoliberista, che dagli anni ’80 in poi ha martoriato l’Italia, di cui Mario Draghi è stato uno dei promotori più zelanti.
C’è una specie di “razzismo intellettuale” che impedisce a entrambe queste categorie di persone di cogliere la realtà sociale nella sua verità oggettiva. Che il protagonista sia ieri lo Stato o oggi il Mercato, il risultato non cambia: l’Italia è stremata dopo 70 anni in cui nella prima metà hanno imperversato impunite caterve di “Politici statalisti” (nel senso indicato sopra) e nella seconda metà hanno imperversato caterve di “Tecnici neoliberisti” (nel senso distruttivo oggi più che mai "toccabile con mano").
Tutti hanno promesso e promettono di “salvare l’Italia”: non l’hanno salvata ma ancor più sfruttata, depredata, torturata. Tutti hanno promesso di ovviare alle “disuguaglianze di ogni genere” e le hanno aumentate. Tutti hanno promesso di ridurre (parola grossa) il debito pubblico e l’hanno più che raddoppiato. Chapeaux!
In ogni campo in cui i Politici statalisti e i Tecnici neoliberisti si sono applicati… si sono rivelati per le Persone, le Comunità e il Territorio-ambiente peggio della biblica piaga dell’invasione delle voracissime locuste.
Solo una “cecità culturale”, solo una “passività politica”, solo una “narcosi economica” permette che queste locuste - che riempiono solo la loro pancia e quella delle loro colonie a vocazione internazionale - possano ancora esprimersi, a danno della vita sociale nostra, impunemente.
La locusta Draghi ha già esercitato molto bene e ai massimi livelli, in ogni campo in cui le ha messe in moto, le sue possenti mandibole neoliberiste: non meraviglierà che possa esercitarle altrettanto bene anche quando, come ora, ha indossato la mascherina statalista.
Se non si è “razzisti intellettuali” e si guarda l’Italia fino agli anni ’80, si scopre che il sistema è paragonabile a una discarica a cielo aperto di “rifiuti sociali” indifferenziati. Rifiuti sociali tridimensionali: ovvero culturali, politici ed economici. Rifiuti tridimensionali che erano raccolti nel cassonetto dell’indifferenziata Stato.
Abbiamo sintetizzato come Società liquida questo sistema antisociale unidimensionale: ossia a esclusivo predominio politico-giuridico-statale.
Sempre se non si è “razzisti intellettuali” e si guarda l’Italia dagli anni ’80 al 2020, si scopre che il sistema è ugualmente paragonabile a una discarica a cielo aperto di “rifiuti sociali” indifferenziati. Rifiuti sociali tridimensionali: ovvero culturali, politici ed economici. Rifiuti tridimensionali che ora vengono raccolti nel cassonetto dell’indifferenziata Mercato.
Abbiamo sintetizzato come Società gassosa questo sistema, altrettanto antisociale unidimensionale: ossia a esclusivo predominio economico-finanziario-mercantile.
Dovrebbe ora esser chiaro, dal punto di vista della struttura del sistema sociale, che se non è zuppa è pan bagnato. Sia ora lo Stato o sia ora il Mercato a predominare unilateralmente, quando sono mattatori della scena sociale sono dolori e miserie garantite per tutti coloro che… locuste non sono.
Se non si è “razzisti intellettuali” - e si hanno le conoscenze storiche dell’operato settantennale di generazioni di locuste stataliste e neoliberiste utili per reprimere le simpatie di pancia per l’una o l’altra categoria di voracissime cavallette sociali – si dovrebbe pensare a un sistema sociale che impedisca la malsana e antisociale raccolta indifferenziata dei “rifiuti sociali” economici, politici, culturali.
Un sistema sociale, dunque, che abbia nel suo dna la sana e sociale raccolta differenziata dei rifiuti sociali tridimensionali. L’abbiamo sintetizzata come Società calorica equilibrata. Equilibrata perché separa “per specifica funzione” i rifiuti tridimensionali.
Nella Società calorica tridimensionale, infatti, ogni rifiuto sociale va nel suo specifico cassonetto: quello economico nel cassonetto Mercato, quello politico nel cassonetto Stato, quello culturale nel cassonetto Scuola. E questa separazione fa solo bene alle tre dimensioni sociali.
Cosa succede infatti in un sistema sociale rispettoso di tutte e tre le dimensioni sociali? Che le antisocialità delle singole dimensioni vengono ingabbiate e, perciò, davvero moderate, ridotte, eliminate; che le tre dimensioni sociali possono operare sinergicamente mantenendo il massimo delle loro potenzialità sociali. Non, come avviene ora, operando mediante continui conflitti o compromessi al ribasso (malattie sociali inevitabili quando il cassonetto dell’indifferenziata è lo Stato) o mediante continue concorrenzialità o svendite (malattie sociali inevitabili quando il cassonetto dell’indifferenziata è il Mercato).
Con la Società calorica equilibrata, con il sistema sociale tridimensionale (e non più unidimensionale), torna la possibilità del sano controllo sociale da parte dell’uomo dell’intero sistema.
Controllo del sistema sociale! Non opportunisticamente, come avviene ora, delle Persone o delle Popolazioni o dei Territori! Controllo quest’ultimo che di fatto è inesistente, perché impossibile ovunque e su qualsiasi cosa sia esercitato. Per chi ancora dubita rammentiamo il controllo delle Mafie, delle evasioni fiscali e, ultimo ma non ultimo, il controllo dei contagi e dei contagiati in quest’epoca di malgoverno dell’emergenza sanitaria.
Non serve dunque cambiare una cavalletta statalista-politica con una locusta neoliberista-economica. Chi si pone in questi termini è solo materia da dare in pasto ai soporiferi talk show: l’alternativa neoliberista alle stataliste chiacchere al bar sulla propria squadra del cuore.
Nel bidone della spazzatura sociale indifferenziata (nello Stato come nel Mercato!), possiamo metterci chiunque e il risultato sarà sempre lo stesso: più Mafie, più diseguaglianze sociali, più debito pubblico di prima e così via per qualsiasi problema sociale vi stia a cuore risolvere.
Perseverare nell’errore, dice il proverbio, è diabolico. Dunque, cambiamo il modo di pensare il sociale, modo che ci ha portato al disastro degli ultimi 70 anni. È buffo rilevare invece come persista: come ad esempio molti odiatori di Berlusconi come uomo del destino, siano invece entusiasti di Draghi nello stesso ruolo salvifico.
Continuare con il solito pensiero sociale che è solo capace di illudersi con l’uomo del destino porta sempre più antisocialità, miseria e dolore. Nella discarica a cielo aperto che è il sistema sociale attuale accumula ancor più rifiuti sociali economici, politici e culturali.
Oggettivamente, se ci piace più la statalista Società liquida politica o più la neoliberista Società gassosa economica, dobbiamo sapere che stiamo contribuendo con il nostro pensare, sentire e volere a un sistema antisociale e malsano. E chi è causa del suo mal… pianga sé stesso.
La soluzione concreta per le generazioni future ai problemi dell’Italia, e non solo, non è mantenere ossessivamente in vita il sistema attuale e cambiare mascherina in media ogni 13 mesi al Governo in carica!
È invece fare oggi (e siamo in ritardo di almeno 70 anni nella Repubblica italiana!) questo passaggio strutturale da un malsano sistema unidimensionale antisociale - di cui ci lamentiamo, ma del quale in realtà siamo i gelosi custodi - a un sistema tridimensionale sanamente sociale.
Cambiamo dunque la struttura del sistema, circoscriviamo l’ambito di raccolta dei “rifiuti sociali tridimensionali” in funzione della loro essenza specifica ai tre cassonetti (Mercato, Stato, Scuola) utili a differenziare, riciclare e a smaltire i rifiuti sociali in totale sicurezza per Persone, Comunità e Territorio-ambiente.
È soltanto questa la vera, concreta, unica soluzione ai problemi sociali, cronici e acuti, attuali.
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