Un influencer per tutto, ci salverà ?
09/06/2025
La caratteristica più evidente della Società gassosa a predominio economico (finanziario/commerciale/speculativo) è quella di rendere sempre più tecnologica la nostra esperienza sociale, indipendentemente dai danni collaterali che questo ‘eccesso’ di tecnologia comporta.
Esaminandone solo uno, possiamo considerare l’impatto che la tecnologia ha sul lavoro: più questa si sviluppa, più gli esseri umani perdono la possibilità di lavorare, sostituiti dalle macchine/dalla intelligenza artificiale.
Prima di considerare questo rapporto (più tecnologia = meno lavoro umano) dobbiamo considerare che le macchine si addizionano ai lavoratori umani esistenti, con il risultato di competere con loro nella remunerazione: vale a dire che aumentando l’offerta di lavoro… diminuisce la remunerazione procapite uomo+macchina per eccesso di offerta.
Venendo poi alla ‘favoletta’ che racconta di come la tecnologia offra la possibilità di nuove attività in sostituzione dei posti di lavoro eliminati… non si nega che questo sia vero in linea di astratto principio, si vuole far notare che la sostituzione è assai carente, quantitativamente, poiché per milione di posti di lavoro eliminati si creano solo decine di migliaia di nuovi posti di lavoro.
Pensiamo solo al fenomeno degli ‘influencer’: sono nuove attività in ogni campo, certo. Ma quanti di queste migliaia di ‘influencer’ possono economicamente sostenersi con la loro attività? Molti meno.
Se invece ci mettiamo a controllare, le loro attività sono molteplici: dalla moda alla tecnologia, dal cibo al benessere. Ormai influenzano… di tutto: persino il sonno!
Come stimolo per il business, intorno al sonno, c’è di tutto: dalla cancerosa proliferazione pubblicitaria (che ha tradotto il normale materasso in ‘sistema di riposo’) a chi spiega ai propri follower come diventare persino strateghi del sonno.
Perché non basta avere sonno per dormire, bisogna costruirsi un pacchetto di strategie per massimizzare la qualità e la quantità del sonno: dai cerotti per migliorare l’ossigenazione notturna alla beauty routine coreana prima di spegnere la luce o alle coperte che non solo di coprono ma che ora ti abbracciano, dalle più aristocratiche meditazione e mindfulness, ai più grossolani riti scaramantici.
Insomma, tutto fa brodo… volevo dire tutto fa soldo, specialmente ora che l’informatica è diventata il regno degli ‘influencer’, che in questo settore imperversano.
Lo ‘sleepinfluencer’ ha diverse forme: lo sleepcoach testa i materassi, sperimenta i gadget tecnologici, consiglia le tisane e gli oli essenziali; lo sleepturist sperimenta per te, che vuoi vacanze riposanti agli antipodi della movida, i sistemi di riposo degli alberghi più lussuosi; lo sleepmanager si rivolge ad un altro target specifico: i lavoratori aziendali che hanno bisogno di una standardizzazione del riposo per meglio produrre il giorno dopo; lo sleepconsulting ti propone il santuario del sonno personalizzato: stanza buia, non troppo calda, finestre oscurate, luci ambrate e rumori a bassa frequenza; lo sleepperfumer ti suggerisce essenze che dialogano col tuo sé interiore o che ti coccolano prima di dormire; lo sleeptechnologist si serve della polisonnografia per monitorare onde cerebrali e respirazione, proteggendoti dal rischio apnea notturna.
Tutto questo dovrebbe farci riflettere sulla ‘sanità’ di un sistema sociale UNIdimensionale che sta prendendo possesso di ogni nostra realtà umana, mentre dormiamo soporitamente abbracciati dagli influencer, senza tener conto degli effetti collaterali: non volendone criminalmente tener conto, come è accaduto ultimamente col Covid-19 o con gli eventi ucraini e palestinesi.
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