Punto & Virgola

Sadismo economico dei Governi e masochismo sociale collettivo


11/07/2022

di Andrea di Furia

Ogni fenomeno che nel mondo si manifesta ci appare duale: io qui, la natura lì; io qui, il sistema sociale lì. Così come ci appare duale qualsiasi altra cosa vita-morte; bene-male; soggetto-oggetto; luce-ombra; dentro e fuori. Con gli eventi degli ultimi 2 anni, abbiamo visto crescere a dismisura il fenomeno dell’inflazione: prima a causa dell’esagerazione delle misure sanitarie, poi per le attuali conseguenze della guerra in Ucraina.

Come in ogni fenomeno che si manifesta, anche dietro l’inflazione c’è una dualità particolare definibile come… sadismo economico dei Governi e masochismo sociale collettivo. Ma questa dualità appare solo se osserviamo il fenomeno da dentro, mentre siamo abituati distrattamente ad osservarlo solo dal di fuori: come fa ad esempio la BCE e tanti distratti economisti, politici e professori.

Cosa scrive la BCE, sul suo sito, a proposito dell’inflazione? Questo.

Nelle economie di mercato i prezzi di beni e servizi possono subire variazioni in qualsiasi momento: alcuni aumentano, altri diminuiscono. Si ha inflazione quando si registra un rincaro di ampia portata, che non si limita a singole voci di spesa. Questo significa che con un euro si possono acquistare oggi meno beni e servizi rispetto al passato. In altre parole, l’inflazione (= il rincaro generalizzato delle merci) riduce il valore della moneta nel tempo.

Visto da fuori, perciò, il fenomeno dell’inflazione appare un folletto che “in qualsiasi momento” fa variare i prezzi delle merci determinando “un rincaro di ampia portata, che non si limita a singole voci di spesa”.

Cosa consegue, a questa visione da fuori del fenomeno inflazione? Che “l’inflazione (= il rincaro generalizzato delle merci) riduce il valore della moneta nel tempo”.

E apparentemente la cosa sembra sia proprio così: nel 2001 le cose costavano meno che nel 2022. Colpa dell'inflazione, come vediamo in quest’ultima emergenza bellica: litro di benzina, metro cubo di gas, kg di grano con prezzi alle stelle.

Visto da dentro, però, il fenomeno si presenta al contrario:

  1. È un fenomeno costantemente attivo (sempre attivo, non “in qualsiasi momento”)
  2. Dunque, agisce sempre su ogni prezzo anche prima di registrare “un rincaro di ampia portata, che non si limita a singole voci di spesa
  3. L’inflazione non è la causa, come afferma la BCE, ma solo il sintomo del fatto che costantemente si “riduce il valore della moneta nel tempo

Ora, non è una questione di lana caprina cogliere un fenomeno da fuori o da dentro. Il sociale economico (come in quello politico e culturale) noi lo viviamo da dentro: siamo immersi in esso come i pesci nel mare. Solo il nostro pensiero scientifico - la conquista che ci ha dato la coscienza individuale (non collettiva) di noi stessi da qualche secolo – ci fa vedere le cose da fuori in una dualità che contrappone me-soggetto al fenomeno-oggetto.

Dall’esterno, infatti, vediamo migliaia di problematiche sociali senza poterne afferrare compiutamente una, e sempre proponiamo soluzioni socioeconomiche generalizzate per tutto... ma che avrebbero un senso solo per determinati e circoscritti fenomeni sociali.

Ci comportiamo come nella canzone di Gino Paoli “Eravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo”. Passa il tempo e diventano 3,2,1. Quest’ultimo, rimasto solo, vede sedersi al tavolino di fianco altri 4 amici più giovani con lo stesso ideale.

E la storia si replica: vedere il mondo dall’esterno, volerlo cambiare dall’esterno, fallire con provvedimenti esteriori... perché così si modifica solo il sintomo e non si tocca minimamente la reale causa strutturale!

La visione delle cose da fuori non è favorevole alla comprensione del fenomeno e alla sua risoluzione… bensì ci fa subire il fenomeno, come se avesse la potenza di un disastro ambientale: come un pezzo del ghiacciaio che precipita a valle travolgendo gli escursionisti.

Noi infatti, masochisticamente, subiamo l’Inflazione come subiamo l’improvvisa slavina; e le soluzioni fin qui proposte contro l'inflazione (es.: il rincaro dei tassi di interesse) sono solo pannicelli caldi che non colgono la vera causa sia del rincaro generalizzato dei prezzi, sia della perdita del potere d’acquisto nel tempo della moneta.

E la causa reale è il denaro stesso che oggi nelle economie di mercato rappresenta le merci, ma le rappresenta mentendo in realtà: perché non scade come le merci che dice di rappresentare, ma resta “immortale: continua a circolare all'infinito.

L’immortalità del denaro, il denaro che non scade (non è morto!) come le merci che rappresenta – 1 euro del 2001 circola ancora oggi nel 2022 – è la reale unica causa originaria economica dell’inflazione… cosa che appare “matematica” se osserviamo il fenomeno da dentro.

Entriamo dunque dentro il fenomeno inflazione… entrando in un Bar. Come i 4 amici di Gino Paoli, ordiniamo una tazzina di caffè, che paghiamo sempre con una moneta coniata nel 2001 (per il momento non ci deve distrarre il valore numerico della moneta), e vedremo la differenza trai due approcci “da fuori e da dentro”.

Prendiamo un arco temporale di tre anni, il primo e l’ultimo dal 2001 al 2022 con una tappa intermedia.

Visto da dentro il fenomeno dello scambio tra una tazzina di caffè (1T) e una moneta (1m) si presenta così:





                                                                                                                                                             Nel 2001 ho scambiato una tazzina di caffè (1T) con 1 moneta (1M): il caffè l’ho bevuto, non c’è più, è “morto” = (0T), mentre la moneta con cui l’ho pagato continua a circolare. Nel 2022 la situazione è quella descritta: salvo la tazzina di caffè che sto ordinando (1T) e che non ho ancora bevuto, le altre (0T+0T) non ci sono più... ma il denaro con cui le ho scambiate è ancora in circolazione nel 2022.

Osservando il fenomeno da dentro nel 2022, al bar mentre ordino la mia tazzina di caffè trovo che il rapporto economico tra merce e denaro non è più 1:1, ma 1:3.

Vale a dire che apparentemente scambio 1 tazzina di caffè con 1 moneta come facevo nel 2001, ma nella realtà economica sto scambiando 1 tazzina di caffè con tre monete. E questa è realtà confermata dai prezzi stessi della tazzina di caffé.

Infatti nel 2001, il costo di una tazzina di caffè era di 0,46 euro (900 lire), mentre nel 2022 il costo di una tazzina di caffè è di 1,40 euro (2.700 lire).

Ma che cosa è cambiato? Forse che la tazzina di caffè espresso del 2022 è diventata un caffè americano? rispetto alla quantità di caffè nella tazzina del 2001?

No, è sempre la stessa quantità di caffè espresso. Ciò che è aumentato è il denaro in circolazione rispetto alle merci che rappresenta: e con questo aumento diminuisce, nel rapporto con la merce, il suo stesso valore, il suo stesso potere d'acquisto. Insomma, un vero e prorpio autogol del denaro immortale stesso!

Perciò la perdita del potere d’acquisto (nel 2001 bastava 1 moneta da 0,46 euro, nel 2022 ne servono 3 da 0,46 euro per una tazzina di caffè al Bar) economicamente (salvo altri imprevisti, che però non sono costanti come il denaro) ha un solo colpevole: il denaro immortale che fa aumentare i prezzi costantemente!

La controprova si ha se facciamo morire il denaro coniato nel 2001 ad esempio dopo 20 anni: ossia quel denaro coniato nel 2001, nel 2021 è stato ritirato dalla circolazione (al massimo resiste solo come oggetto di collezione) e così, l’anno successivo, nel 2022, si presenta questa situazione:


                                                                                                                                                           Come si vede, se il denaro vecchio viene tolto dalla circolazione monetaria - se muore, si consuma, come muoiono e si consumano le merci che rappresenta – allora il denaro (diversamente da ora, che circola immortale) non incide più negativamente sulla formazione dei prezzi delle merci: che restano stabili. Il costo della tazzina di caffé sarebbe lo stesso nel 2001 e nel 2022... se il denaro ha una scadenza, se muore come le merci che dice di rappresentare.

Se prescindiamo da altri fenomeni inflattivi - questi sì, “improvvisi” - come emergenze sanitarie e belliche o altro (che però non sono costanti come il denaro immortale odierno) allora possiamo vedere che il rapporto merce-denaro si mantiene costante nel tempo. Una tazzina di caffè nel 2001 richiede la stessa moneta nel 2022.

Ne deriva che il fenomeno originario e incessante dell’inflazione è il denaro che non viene ritirato dalla circolazione: è il denaro immortale che “riduce il valore della moneta nel tempo” non il “rincaro di ampia portata (dei prezzi delle merci), che non si limita a singole voci di spesa”.

Una realtà tafazziana: ecco perché abbiamo iniziato parlando da una parte di sadismo economico dei Governi: il denaro immortale, che non scade come le merci che rappresenta, crea inflazione continua. IL denaro immortale aumenta all’infinito i prezzi delle merci per matematica inerzia... se i Governi continuano colpevolmente a non toglierlo dalla circolazione…. “uccidendolo” dopo un certo periodo di tempo dalla sua emissione.

Dall’altra c'è anche masochismo sociale collettivo: a cominciare dagli stessi Governi che si condannano a subire impotenti il rincaro dei prezzi, con contorno di aumento infinito del debito pubblico, aumento infinito delle tasse, aumento costante della povertà di tutti.

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