Punto & Virgola

Psicopolitica: nuovo accattivante slogan che non spiega il sociale moderno

Un "analfabetismo" che affascina, ottunde e paralizza


04/07/2016

di Andrea di Furia

Nel mettere in relazione l'uomo con il sociale neppure il moderno filosofare riesce a sottrarsi all'unilateralità di un pensiero monodimensionale (a 1D) quando affronta il sociale: e non può farne a meno, se continua ad essere condizionato da un sistema sociale strutturato in modo che una dimensione delle sue tre (politica, economia, cultura) – per la precisione negli ultimi due secoli la politica, ma da pochi decenni l'Economia - prevarica le altre due, le manipola e le soggioga costringendole ai propri unilaterali fini.

Un sistema sociale che abbiamo definito a 1D [= a una dimensione sociale prevaricante sulle altre due] e di cui il moderno indagatore, qualsiasi sia il suo orientamento, non si avvede… paradossalmente condannandosi così all'analfabetismo sociale di ritorno, nonostante l'acutezza con cui esamina il malessere sociale stesso.

Un involontario assist chiarificatore in merito ce lo dà Ezio Mauro su La Repubblica di giovedì scorso, nella sua interessantissima recensione al libro “Psicopolitica”, edizioni Nottetempo, del filosofo tedesco-coreano Byung Chul Han.

Va premesso che il termine “psicopolitica” è così geniale, così accattivante e come vedremo così capace di spiegare in sintesi la realtà umana moderna che fa passare in secondo piano il rapporto concreto dell'uomo col sociale - tutt'ora inosservato dai più e che nella realtà sociale sana è tridimensionale: a 3Dimensioni sinergicamente equilibrate... non a 1Dimensione prevaricante sulle altre due com'è ora.

Le affinità elettive tra i due - tra il filosofo recensito e il commentatore politico recensore - sono elevatissime… così come non può non sentirsi d'accordo con loro chiunque si posizioni, coscientemente o meno, in un pensare sociale “monodimensionale” (a 1D) basato sulla prevaricazione della dimensione politica sulle altre due, su economia e cultura.

Vedremo infatti che solo chi si posiziona nella dimensione politica ritenendola unilateralmente alla base del proprio pensare sociale può utilizzare e apprezzare le parole che vengono qui adoperate. Vediamolo nei particolari recensiti e sottoriportati.

Ezio Mauro: «Il corpo come strumento della produzione industriale e dunque come oggetto della sorveglianza politica non c'è più. Col corpo finisce la biopolitica teorizzata da Foucault: col potere impegnato nel controllo del somatico, del biologico, del corporale. Si conclude così anche la lunga fase del controllo sociale organizzato negli spazi chiusi, dalla scuola all'ufficio, alla caserma, alla fabbrica, all'ospizio, inadatti alle nuove forme di organizzazione post-industriali, interconnesse, immateriali. ...Ma soprattutto – e proprio qui – nasce la “psicopolitica”, la nuova tecnica di dominio tipica della società in cui viviamo. ...La tesi è che le nuove costrizioni cui dobbiamo rispondere sono in buona misura volontarie (e per questo ci appaiono naturali) perché sono generate dalla nostra stessa libertà, in quanto la “libertà di potere” non ha limiti e dunque produce più vincoli del “dovere”».

 


Corpo, psicopolitica e libertà sono i concetti su cui il recensore ci fa riflettere. Cominciamo con la Libertà, che in realtà si dimostra una “falsa” libertà.

Ezio Mauro: «Ecco che mentre si pensa come autonomo e libero, l'uomo d'oggi sta in realtà sfruttando sé stesso, diventa imprenditore di sé, isolato in sé, e si “usa” volontariamente, seguendo le nuove esigenze della produzione immateriale. In questa volontà libera e sfruttata, in questo isolamento cresce la stabilità del sistema perché saltano le classi e la distinzione tra servi e padroni, non si forma mai un noi politico, una comunità di ribellione, anzi non si vede emergere alcun punto di resistenza al sistema. ...La libertà del Cittadino cede alla passività del consumatore: che non ha più alcun interesse alla politica e alla costruzione di una comunità, ma reagisce solo passivamente criticando e lamentandosi per la cattiva politica, proprio come il consumatore si lamenta di merci e servizi che non lo soddisfano. Anche il politico, di conseguenza, diventa semplicemente un fornitore. ...Sono tutti ingredienti di una democrazia da spettatori, dove il Cittadino guarda l'azione invece di agire mentre il suo status rimpicciolisce e i suoi diritti non sono più quelli del protagonista [della dimensione politica prevaricante], ma del pubblico pagante [della dimensione economica prevaricante]: che fa numero, ma non fa più opinione».

Perché questa sognata libertà che crea autodipendenza da un potere esteriore all'individuo è falsa? In primo luogo perché non è attribuibile al Cittadino, che non è mai libero ma solo “collaborativo nella Comunità”: infatti non ha solo diritti, ma anche doveri che gli tolgono molta parte della sua libertà personale.

La vera e unica libertà concreta, infatti, è solo quella della Persona attiva e responsabile, ma qui dobbiamo spostarci dalla dimensione politica del Cittadino alla dimensione culturale della Persona: non certo come fa il nostro filosofo che si sposta nella polare dimensione economica del Consumatore, per di più caratterizzata dalla passività che è esattamente l'opposto dell'agire libero.

Ora dalle stesse parole riportate diviene evidente come siano tutte relative alla dimensione economica: imprenditore di sé, volontà sfruttata, passività del consumatore.

Mancando di un pensare tridimensionale mentre affronta il sociale moderno - e perciò non accorgendosi di seguire l'evoluzione degenerativa della legge di gravità sociale in un sistema strutturato a 1D prevaricante le altre due - il nostro autore [e con lui il recensore che ne riporta le tesi] non si avvede di slittare da una dimensione sociale all'altra pure quando parla di passaggio dalla “proibizione” [dimensione culturale del dogma] alla “seduzione” [dimensione economica dell'interesse] saltando, come vedremo, il passaggio dell'”obbligo giuridico” [dimensione politica del diritto] ed è costretto, per spiegarsi l'evento, a saltabeccare dal sociale all'uomo: introducendo il passaggio dal corporeo all'animico, ma restando anche qui nell'umano a metà del guado... senza raggiungere lo spirituale, la sua terza dimensione, pur tastandone e registrandone la "non visibilità".

Ezio Mauro: «Anche il nuovo tecnopotere si nasconde nella libertà, sottraendosi ad ogni visibilità. Deponendo il comando del potere disciplinare, preferisce sedurre piuttosto che proibire, plasmandosi sulla psiche invece di costringere i corpi, assume forme permissive mostrando benevolenza, cerca di piacere per suscitare dipendenza, depone ogni messaggio negativo usando la libertà per portare l'individuo a sottomettersi da sé. Nasce così la “società del controllo digitale” dove grazie all'autodenudamento volontario di ognuno di noi la libertà [che pure qui è una falsa libertà apparente] e la comunicazione che corrono senza limiti in rete si rovesciano in controllo e sorveglianza totali con i social media che “che sorvegliano lo spazio sociale e lo sfruttano”, proprio a partire dall'auto-esposizione liberamente scelta da tutti gli utenti. ...Che ci convince della misurabilità di ogni cosa, come se la realtà fosse già tutta rivelata e la conoscenza qualcosa da scaricare più che da conquistare perché le risposte sono tutte pronte, dunque non servono più le domande»

 


In questa Società del controllo digitale - che può nascere solo quando la dimensione economica, sostituendosi a quella politica, diventa strutturalmente prevaricante sulle altre due – contano i Big Data che oltre a elaborare previsioni sul comportamento umano secondo il recensore:

Ezio Mauro: «...possono trasformarsi in strumenti devozionali della fede digitale nella quantificabilità della vita: utili a scomporre il “sé” in micro-dati fino al vuoto di senso perché “contare non è raccontare”, fortunatamente, e fino a rendere visibile una micro-fisica di micro-azioni che si sottraggono alla coscienza consapevole. Così la psicopolitica potrebbe trovare un suo accesso all'inconscio collettivo, creando un “sapere del dominio” che permette di interagire con la psiche, influenzandola in anticipo sulla coscienza, prima che la razionalità prenda il controllo dei fenomeni. ...Un potere mimetico, dunque, che vive a suo agio nella libertà sfruttandola e usandoci mentre ci crediamo a nostra volta liberi».

Se diversamente da autore e recensore non saltabecchiamo, per descrivere la società, attraverso parziali e insufficienti analogie con l'uomo come è costretto a fare chi si posiziona unilateralmente in una delle tre dimensioni sociali - rimanendo per quanto acuto sia, com'è il presente caso, a livello del moderno analfabeta sociale di ritorno – ci rendiamo conto che il sistema sociale moderno è slittato dalla ottocentesca dimensione politica dominante all'attuale dimensione economica dominante: dal dominio dello Stato ideologico al dominio del Mercato speculatore. Cosa che ha comportato per la Persona il passaggio di ruolo conseguente: da cittadino-suddito a consumatore-schiavo con tanti saluti alla libertà, ormai diventato vuoto e stantìo slogan.

Riguardo al termine psicopolitica come tecnica di dominio, poi, anche qui siamo fuori zona, socialmente parlando. Sarebbe un termine corretto in un sistema sociale (a 1D) dominato dalla politica, ma nell'attuale sistema sociale (a 1D) dominato dall'economia non è più la seduzione della psiche, l'attentare al dominio dell'anima umana, ma piuttosto la distruzione dello spirito dell'uomo ciò che ricercano spesso inconsapevolmente le istituzioni dominanti il Mercato.

Per quanto sembri assurdo al moderno analfabeta sociale di ritorno la società che mirava al "corpo umano" era quella medievale- religiosa – la vera madre appunto del materialismo attuale - e che abbiamo definito Società solida; quella che mirava "all'anima dell'uomo" era la Società ottocentesco-ideologica dello Stato etico – la vera madre dei totalitarismi - e che abbiamo definito Società liquida; l'attuale Società dominata dal predatorio globalismo finanziario [che per Byung-Chul Han è la "Società del controllo digitale" e che il recensore caratterizza come immateriale] è quella scientifico-moderna che abbamo definito Società gassosa e mira invece al controllo dello "spirito umano"… naturalmente essendo di default solo capace di distruggerlo, non certo di svilupparlo.

Società solida (cultura-valori-corpo- Scuola), Società liquida (politica-ideologie-anima- Stato), Società gassosa (economia-bisogni-spirito-Mercato) sono tre aspetti della medesima squilibrata strutturazione a 1D prevaricante sulle altre due che, essendo psicopaticamente unilaterali, non possono portare altro che malessere e sopraffazione verso le Persone, le Comunità e i Territori.

Serve invece, per uscire dalla saltabeccante confusione sociale che abbiamo visto operare potentemente nell'autore filosofo e nel commentatore politico, un sistema sociale a 3D, dove le tre dimensioni sociali siano autonome e sinergiche strutturalmente: in concreto, non per teoriche elucubrazioni.

Serve la Società tridimensionale equilibrata e autonoma dei tempi nuovi: l'unica che invece di distruggere corpo-anima-spirito dell'uomo è in grado di svilupparli evolutivamente a un gradino superiore.

 

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