Punto & Virgola

Microstoria del "Credito"

L'elemento culturale originario... tragicamente rimosso


14/02/2016

di Andrea di Furia

Se oggi consideriamo la dimensione economica vediamo che rispetto all'economia reale (ovvero compravendita di merci e servizi) ha proliferato carcinosamente un'economia finanziaria che possiamo sintetizzare in due parole: Quantitative easing (ovvero compravendita di titoli da parte delle Banche centrali) che – assieme al risanamento dei conti pubblici – ha fatto poco o nulla per stimolare i consumi delle famiglie, gli investimenti e la mitica crescita perché la liquidità in eccesso è tornata alle Banche... sotto forma di “riserve in eccesso”.

Sorvoliamo sul fatto, relativamente agli USA, che negli ultimi 5 anni le Istituzioni finanziarie hanno speculato sulle riserve in eccesso affidate alla FED – che paga interessi legali su tali riserve alla Banche - invece che impegnare la liquidità ottenuta dal Quantitative easing a sostegno dell'economia reale, guadagnando ben 30 miliardi di $ senza correre rischio alcuno o fare alcunché.

Scrive Joseph Stiglitz su Internazionale di febbraio 2016: «È stato un aiuto generoso – e in gran parte occulto – al settore finanziario. (…) Quando si dà alle Banche la libertà di scegliere quasi sempre scelgono i profitti sicuri o la speculazione, piuttosto che concedere crediti per sostenere la crescita economica».

Quello su cui vogliamo porre l'accento è il fatto che nella dimensione economica ormai si parla solo di “quantità” e non di “qualità”: Ecco la ragione per cui la speculazione attrae più che la crescita e giustifica i riscontri del World economic situation and prospect dopo 7 anni dall'inizio dell'ultima crisi: il tasso medio di crescita nelle economie avanzate è sceso di oltre il 54% e ci sono 12 milioni di disoccupati in più.

Dunque è assodato che le Banche non concedono più il credito all'economia reale e che il sistema delle Banche centrali privilegia gli Speculatori, nel più smaccato disprezzo degli effetti collaterali che lo scatenamento di questa avidità malsana causa sui Territori, sulle Comunità e sulle Persone.

Parliamo di svariate migliaia di trilioni di $ concessi in credito alla grintosa speculazione mondiale: una cifra che fa pensare a dilettanteschi Apprendisti Stregoni, se si considera che il PIL mondiale è tutt'ora inferiore agli 80 trilioni di $.

È un chiaro segnale di come l'elemento culturale umano non domini più il “credito”, ma si sia affrancato dal controllo umano e proceda, assai pericolosamente, per i fatti suoi.

 


E come è stata possibile una tale perversione del "credito" - diabolica verrebbe da dire visti i risultati planetari - di quanto in origine è stato l'elemento propulsore di un'economia moderna, ma cristianizzata?

Fino a circa il XII, XIII secolo il Mondo, non solo europeo, era costituito da una polarità tra una vita spirituale che comprendeva tutto unitariamente in sé e una vita economica rappresentata da una miriade di piccolissime unità autosufficienti.

Dopo questi secoli, la forma sociale si ribalta completamente: la vita spirituale poggia su una miriade di Singoli individui, sulle loro forze e competenze, e la vita economica si avvia a ricomprendere in sé unitariamente tutto il pianeta: verso un'economia mondiale.

Tra il XII e XIII secolo la vita culturale e quella economica conobbero una fioritura senza eguali in Europa: 300 cattedrali furono edificate e una rete stradale le collegava tutte; monasteri e locande per viaggiatori venivano costruite ovunque, si viaggiava sicuri.

Cosa rese possibile tutto ciò? Occorreva un “ponte” tra le idee creative - che portavano vantaggi alle nuove Comunità che si andavano formando (e che portarono poi al Rinascimento) - e la loro realizzazione materiale: questo ponte, economicamente, non poteva più essere il baratto o il denaro di scambio, ma il credito.

E i suoi inventori - inventori ben prima dei Banchieri Fiorentini e Fiamminghi di una nuova "qualità" del denaro: il denaro di prestito - sono stati i Cavalieri Templari.

 


A quell'epoca lo strumento del credito è una conquista culturale e sociale, prima che economica. L'Ordine dei Cavalieri del Tempio, infatti, compie una rivoluzione vera e propria rispetto al monachesimo, affermatosi da 700 anni a partire da Benedetto, che intorno al 529 fonda il suo monastero a Cassino.

Ora et Labora” è il motto dell'Ordine benedettino. All'interno del perimetro del monastero vigono tridimensionalmente (e in crescendo numerico) regole per la preghiera personale e la vita religiosa, regole per la convivenza e la vita nella comunità monastica, regole per il lavoro agricolo e artigianale sul territorio limitrofo.

Il monastero (che nei secoli sarà il modello di riferimento per lo sviluppo dei futuri Comuni) è un'entità autosufficiente, interiormente isolata dal restante mondo.

7 secoli dopo, con l'Ordine templare si svolse un deciso rovesciamento (dall'interno all'esterno) della Comunità monastica: dal punto di vista sociale i monasteri si organizzarono in una rete di Capitoli con il compito di integrarsi con la restante società, che influenzarono grandemente.

In realtà fu un mutamento tridimensionale anch'esso, poiché dal punto di vista economico si poteva ora depositare denaro presso uno dei Capitoli dell'Ordine e ritirarlo da un altro, con il vantaggio ulteriore di non dover temere di essere rapinati durante il viaggio.

E, infine, era il punto di vista spirituale del “disinteresse” a determinare l'orientamento dei Cavalieri Templari: il cui motto non era più il benedettino “ora et labora” [prega e lavora] ma “non nobis, Domine, non nobis sed Tuo Nomini da gloriam!” [non a noi, Signore, non a noi ma al Tuo Nome dà gloria!].

Come si passò da questo credito “disinteressato” e sano al moderno credito speculativo malsano?    Ci mise lo zampino Filippo il Bello - il Re di Francia -  cui i Templari, fu questo il loro grande errore, salvarono la vita dalla folla inferocita dei Parigini: facendolo rifugiare presso di sé.

Ospite per alcuni giorni nel Capitolo di Parigi, purtroppo, Filippo potè non solo malvagiamente invidiare il rispetto che i Parigini tributavano ai Cavalieri e non al legittimo Monarca, ma anche disumanamente bramare le ricchezze che i Templari avevano accumulato.

Così, con la connivenza della Curia romana, ci fu il rogo per i Templari nel XIV secolo e l'arricchimento di Filippo - ora a buon titolo "il dritto" - che si impadronì del tesoro templare con un blitz contemporaneo in tutti i capitoli dell'Ordine.

Frutto di quest'atto criminoso, prontamente rimosso, sono le caratteristiche del credito moderno: dal punto di vista culturale ne derivano le tendenze decisamente anticristiane verso le Persone; dal punto di vista giuridico ne derivano le illecite tendenze alla violenta prevaricazione sulle Comunità; dal punto di vista economico ne derivano le tendenze alla feroce speculazione sui Territori: “a tutti i costi”, naturalmente... degli altri.

 

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