Macron bussa alle porte di Roma
Quando l’Europa ci metteva il cappio, nessuno veniva a trovarci
09/06/2025
di Marco Ricci

L'incontro segreto tra Emmanuel Macron e Giorgia Meloni, durato ben tre ore a Palazzo Chigi, non è solo una notizia di politica estera. È il segnale più evidente che la Francia e l'Europa intera, oggi, hanno bisogno dell'Italia. E lo fanno capire mandando il Presidente francese in visita riservata, senza clamore, con l'obiettivo di stringere accordi su temi delicatissimi: difesa comune, supporto all'Ucraina e una costellazione satellitare europea per non dipendere più da Elon Musk e dal suo Starlink. Ma la domanda, scomoda ma necessaria, è: dov'erano Macron e l'Europa quando si approvavano leggi che hanno messo il cappio al collo al nostro Paese?
Per venticinque anni l'Italia ha dovuto ingoiare normative europee che, invece di favorirla, l'hanno frenata, appesantita, umiliata. E ora, come se nulla fosse, si cerca la sua forza e la sua sovranità. Proviamo a raccontare alcune di queste leggi una per una, in modo semplice, come se spiegassimo a un bambino perché a volte il gioco non è stato per niente pulito.
La prima è il Patto di Stabilità europeo. Questo patto diceva che l'Italia non poteva spendere più di quanto incassava, e che doveva tenere il debito sotto una certa soglia. Sembra una regola di buon senso, ma se sei un Paese con pochi investimenti pubblici e tanti problemi da risolvere, questa regola diventa come dire a un bambino malato che non può comprare le medicine perché costano troppo. Il risultato? Scuole cadenti, strade rotte, ospedali con attese infinite.
Poi c'è il sistema ETS, il mercato delle emissioni. In teoria, chi inquina paga. Ma in pratica le aziende italiane, che già pagano bollette salatissime, erodendo la loro competitività sul mercato si sono ritrovate con costi ancora più alti per comprare i "permessi" per inquinare. Intanto le industrie tedesche e polacche ricevevano più aiuti. È come se in una gara di corsa un bambino partisse con uno zaino pieno di sassi, mentre gli altri corrono leggeri.
La direttiva Bolkestein, invece, è una legge che voleva far lavorare tutti in Europa con le stesse regole. Ma il problema è che in alcuni Paesi i lavoratori vengono pagati molto meno. Così tante aziende straniere sono venute in Italia offrendo servizi a prezzi bassissimi, schiacciando le imprese locali. È come se al mercatino delle limonate ci fosse un bambino che regala le sue, perché a casa sua il limone costa meno, e tu non riesci più a venderne neanche una.
Le direttive ambientali, poi, ci hanno colpito con più di 60 procedimenti di infrazione. L'Italia doveva sistemare i rifiuti, l'acqua, l'aria. Giusto, sacrosanto. Ma senza i fondi per farlo, e con leggi troppo veloci da applicare, ci siamo trovati a pagare multe senza aver avuto il tempo per cambiare davvero. Come dire a un bambino di sistemare la sua stanza in 30 secondi, altrimenti lo punisci.
Un'altra legge discutibile è stata quella sull'energia rinnovabile: la UE ha deciso che gli inceneritori non sono verdi. Ma l'Italia li aveva già inclusi negli incentivi per la green energy. Risultato? Multe. È come dire a un bambino che ha fatto i compiti, ma ha usato la penna sbagliata, e per questo prende zero.
Il GDPR, la legge europea sulla privacy, ha portato più regole e più protezione dei dati. Ma ha anche reso la vita difficile a scuole, comuni, piccole imprese. Tutti costretti a pagare consulenti e fare mille documenti solo per mandare una email. È come chiedere a un bambino di firmare un contratto prima di scrivere una lettera.
Infine il MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità. In teoria serve ad aiutare i Paesi in crisi. In pratica, chi chiede soldi deve accettare condizioni rigidissime. Come se un bambino chiedesse un panino perché ha fame, e gli dicessero che prima deve vendere il suo zainetto, il suo astuccio e promettere che non chiederà più nulla.
Ora Macron viene a cercare un'alleanza. L'Europa ci guarda con gli occhi di chi vuole costruire una difesa comune. Ma ha la memoria conta. L'Italia non può essere forte solo quando serve agli altri. Merita rispetto, anche quando non fa solo comodo agli interessi europei.
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