Punto & Virgola

Le ragioni di una guerra che, a parole, nessuno vuole


26/04/2022

di Andrea di Furia

Mai come in momenti come questo occorre saper leggere tra le righe. Se, invece, ci accontentiamo di leggere solo le righe della propaganda giornalistica sui media classici e sui social… perdiamo il senso della realtà e diventiamo complici, per appannamento della coscienza pensante, di un futuro disumano.

Entriamo in un video gioco in cui tutto è già deciso dal Dungeon Master di turno e possiamo solo decidere da che parte stare: o tra i buoni (definiti tali a priori, a tavolino) o tra i cattivi (sempre definiti tali a priori, a tavolino). Mentre la realtà storica (accertata in seguito agli eventi) ci insegna ogni volta che anche i buoni sono cattivi... e che pure i cattivi sono buoni.

E che siamo in un Risiko militare che ha per oggetto una propria specifica missione già decisa a tavolino e che bisogna leggere tra le righe - se si vogliono conoscere i fatti con la propria testa (sport mentale in declino da decenni, non solo in Italia) - lo dimostrano alcuni particolari:

  1. l’uso di frame di videogiochi nei TG ufficiali per “arricchire di veridicità” il racconto degli eventi sul campo. Il vizietto di taroccare immagini video, foto e testi è diffuso su tutti i media ufficiali, ma è particolarmente censurabile se sono le TV pubbliche (RAI 1 e RAI 2)  o pseudo-private che si dicono paladine delle notizie “non fake”. Peccato ulteriore che il “giornalista” caduto in errore sia un ex militare, il che fa sùbito pensare all’occupazione delle redazioni da parte dei servizi segreti per controllare l’informazione somministrata all’ignaro telespettatore. Attività ritenuta virtuosa per la Nato e odiosa per l’URSS già in epoca di guerra fredda, che ci viene generosamente ammannita in questa riedizione della guerra in Europa con la continua fornitura di giustificativi mediatici “emozionanti” per giustificare il sostegno all’Ucraina (buona per definizione) contro la Russia (cattiva per definizione);
  2. l'ossessiva dichiarazione di "volere la pace" ma, stranamente, fornendo quegli aiuti e quelle armi che invece di rasserenare e predisporre al dialogo, indispongono e spingono al perdurare della guerra. Cosa entusiasmante solo per i mercanti d’armi che forniscono generosamente entrambi i contendenti e che non vedono l’ora di sperimentare le loro più innovative e avanzate diavolerie;
  3. il continuo alzare la posta di Big Joe Biden, vero Sciamano della Nato che per gli USA (e getta gli Alleati nel proprio war game imperialistico) è letteralmente “cosa nostra”. Rammentiamo i “diplomatici” insulti a Little Vladimir Putin, le accuse di crimini di guerra e di atti che vagamente ricordano quelli già inventati con successo nelle guerre contro l’IRAQ e la Siria;
  4. la totalizzante feroce volontà di demonizzazione della Russia, a tal punto che si ritirano i gatti russi dai concorsi felini (!) Violenta volontà iconoclasta ribadita, per i meno attenti, dal fatto che per tenere una lezione su Dovstoevskij, genio della letteratura russa dell’800, si debba pretendere, per par condicio, di aggiungere commenti su autori ucraini: cosa, quest’ultima, che ci chiarisce sempre meglio come ormai lo Stato con tutte le sue istituzioni sia diventato un cassonetto della spazzatura sociale indifferenziata in cui si intrecciano, inquinano e corrompono reciprocamente “rifiuti culturali, politici ed economici”. Fosse ancora vivo, Fëdor Dovstoevskij ora intitolerebbe il suo capolavoroL’utile idiota”.


La domanda che ora sorge spontanea è:Ha senso, a inizio terzo millennio, una guerra in Europa?” nell’epoca in cui si è raggiunta la globalizzazione planetaria?

No, non ha senso né questa né qualsiasi altra guerra… ora che l’unico Pianeta “di tutti” è un concetto culturalmente acquisito.

Oltre lo scontro Ucraina-Russia si è evidenziato lo scontro più ampio tra Nato e Russia: ma, all’interno della Nato, quali Paesi di questa alleanza hanno veramente interesse a fomentare la guerra? Nessun Paese europeo, mentre spiccano invece per attivismo gli USA che premendo anche fortemente sugli alleati spingono con forza verso la guerra l’Ucraina - fornendo consiglieri militari e mercenari (già dal 2015), soldi e armi - invece che verso il tavolo diplomatico della tregua e della pace.

Big Joe Biden è “solare” da questo punto di vista: non vuole il dialogo, vuole la guerra; mentre i nostri eroi (Governo e Politici) sono, per cultura, bizantini e invece di affermare che vogliono anch’essi la guerra (e non la pace) ci interrogano come all'asilo nido: “Volete la pace o il condizionatore acceso?”.

Naturalmente è tutta retorica preparata per colpire non la nostra testa, ma la nostra pancia e farci sentire in colpa: senza il diritto di dire che “non vogliamo la guerra” e di poter criticare scelte oggettive che sono “obbligate” per la posizione della colonia Italia nella Nato a predominio USA, ma che risultano decisamente immorali e ingiustificate per una NATO che si dichiara alleanza difensiva sempre a parole, ma che è sempre stata alleanza offensiva nei fatti storici poi accertati... e lo è anche ora in quelli attuali.

Comunque la si pensi, comunque ci si schieri, una guerra che si dice di non volere sta sempre più diventando realtà concreta: inevitabile e "duratura". Come mai?

Per comprendere occorre riportarsi al vero obiettivo perseguito con caparbietà da quasi un secolo dagli strateghi americani che già operano da anni (è accertato dal 2015) sul terreno degli scontri con militari e pseudo-mercenari alleati (inglesi e francesi): già visti anche questi in Libia contro Gheddafi.

Cominciamo con la coincidenza dei tempi: 1914 Prima guerra mondiale in Europa e 2014 Guerra Ucraina-Russia in Europa. Dunque, un secolo dopo riabbiamo la guerra in Europa: un’Europa che stava andando quasi a braccetto con la Russia e che, proiettata nel tempo, avrebbe unificato il continente centrale del mondo.

Obiettivo già vagheggiato nel ‘700 dal sapiente poeta Novalis nel suo Cristianità o Europa, ma reso sempre difficile dagli interessi geopolitici dei vari Paesi europei, prima e poi dagli interessi dell'alleato americano dopo la prima e la seconda Guerra mondiale. Gli stessi interessi egemonici che poi hanno determinato la guerra fredda USA-URSS, la nascita della NATO e condizionato il suo orientamento: alla nascita dichiarato difensivo e poi, dopo la caduta del muro di Berlino, divenuto apertamente offensivo.

Ha senso?, nelle strategie americane, lo spaccare in due (Europa centroccidentale filoamericana ed Europa orientale antiamericana) il continente centrale? Dipende.

Se gli USA vogliono essere uno dei Paesi partecipanti ad un utilizzo fraterno del Pianeta effettivamente non ha senso. Ma se gli USA vogliono utilizzare il Pianeta come “cosa loro”, se sono spinti da un impulso egoistico-imperialista... allora la guerra Ucraina-Russia è proprio il “cerino acceso” per far tornare in dietro di tre secoli la storia europea.

Cerino che sta bruciando “rifiuti sociali” culturali (demonizzazione della Russia nella cultura e nello sport), geopolitici (rottura di tutti i rapporti tra Unione Europea e Russia), economici (demolizione dell’economia russa, e sostenendo i propri produttori di armi e la sperimentazione sul campo delle loro armi-novità). Rifiuti sociali che sono particolarmente tossici per l’Umanità intera vigendo l’attuale Società gassosa economica, in cui la struttura unidimensionale del sistema è a predominio finanziario-commerciale-speculativo e, per di più, è tenuta nelle mani di pochissimi uomini e dei loro interessi.

Cosa si vuol far osservare con tutto ciò? Che un terzo interlocutore di peso (UE+Russia) si sarebbe alzato con forze sufficienti a equilibrare un mondo bipolare: che già vedeva il risiko USA-CINA in pieno svolgimento, e con ottime probabilità di vittoria da parte dell'accerchiamento ora possibile agli USA.

Ma se c’è un terzo incomodo i casi sono due: o tra i due litiganti il terzo gode, oppure si crea un equilibrio che impedisce tante bellissime strategie belliche elaborate con entusiasmo a tavolino e annulla, o addirittura mette a repentaglio, i passi in avanti fatti fin qui dagli strateghi americani.

Con l’Europa geopolitica unita gli USA perdono la colonia importantissima (l’Unione Europea) che hanno tanto faticato a coltivare, e che manovrano come vogliono avendo messo al governo dei vari Paesi, Ucraina compresa, i loro fedelissimi burattini.

Pensiamo a quante energie dovrebbero viceversa spendere gli USA per gestire un nuovo interlocutore mondiale con una sua politica e una sua economia in concorrenza con quella americana e, ora, anche con quella inglese.

E questo? Mentre sta operando speditamente per accerchiare la CINA? No, non si può nemmeno pensarlo.

Meglio, perciò, rompere in due l’Europa: in Euramerica (USA+Europa centroccidentale) e Eurasia (Russia+Europacentrorientale, ma ridotta ora ai minimi termini con l'entrata dell'Ucraina nella NATO).

Piace di più mutilare l’Europa e farla ricadere con il suo stesso consenso a un’età pre-condizionatore, per realizzare mappe geopolitiche degli anni ’90 del secolo scorso che ho riportato nel 2011, pubblicando Daily Horror Chronicle.inf, e che oggi manifestano tutta la loro concretezza e attualità.

Da questi accenni nasce però il tema vitale di "dove sta andando la civiltà occidentale", ora smaccatamente pedissequa all'imperialismo tecnoscientifico-economico americano, e se questo (al netto della propaganda di parte) può essere vantaggioso o meno per la nostra attuale civiltà in relazione alle sue origini rinascimentali di qualche secolo fa.

Di questo tema, però, fondamentale per noi e le generazioni future tratteremo la prossima settimana.

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