Prima pagina

L’obbligatorietà della polizza è inaccettabile

La proposta delle assicurazione può essere accettata solo se il costo sarà assorbito dallo Stato


30/09/2024

di Ernesto Gori


La presidente di Ania, Maria Bianca Farina, ha sottolineato l’importanza di fronteggiare le catastrofi naturali con adeguate coperture assicurative e ha affermato che l’Europa su questo fronte è molto più avanti dell’Italia.
Il costo provocato dalle catastrofi e calamità, deve essere assegnato allo Stato e vi spiego il motivo di questa affermazione: “A parte i terremoti, i fiumi che straripano, quasi sempre sono dovuti dalla mancata pulizia dei corsi d’acqua dove si formano delle dighe di detriti e questo lavoro dovrebbe essere svolto dalle singole Regioni che non fanno.
Con questa trascuratezza, le assicurazioni non pagherebbero mai i danni e i tribunali verrebbero investiti da milioni di cause che vedrebbero la luce solo dopo la morte del danneggiato.
Va sottolineato che il cittadino, comprando la casa contribuisce all’aumento del Pil del Paese ed è naturale che una eventuale assicurazione dovrebbe essere pagata dallo Stato e non da lui.
Confedilizia, per le case dei privati è contraria per le tasse che già gravano ingiustamente sugli immobili, perché non si deve dimenticare che sulle somme investite nell’abitazione le tasse sono già state pagate e qualsiasi ulteriore balzello diventa un furto.
Anche Confindustria è contraria, perché nei territori dove ci sono dei problemi, nessuno imprenditore invetrirebbe nella costruzione di uno stabilimento, perché quasi tutta l’Italia è a rischio e gli interessati andrebbero all’estero ad investire i propri soldi.
A Palazzo Piacentini, alla presenza del ministro delle Imprese Adolfo Urso, è stato illustrato il decreto interministeriale che dall’anno prossimo obbligherà le imprese ad assicurarsi dai rischi catastrofici e sembra che il provvedimento preveda “premi proporzionali al rischio del territorio”.
Le regioni hanno il dovere di mettere al sicuro i territori, ma non lo fanno e non possono scaricare le loro responsabilità sui privati cittadini.
Va sottolineato che uno Stato serio dovrebbe accantonare ogni anno delle somme per affrontare i disastri causati dalle calamità ed eventi climatici, ma dovrebbe anche investire nella pulizia dei corsi d’acqua e se non lo fa la responsabilità non può ricadere sul privato cittadino che ha pagato le tasse per avere anche questi servizi di sicurezza.
Addossare la colpa al cambiamento climatico è una storia che ha stancato ed è giunto il momento di riprendere la pulizia dei corsi d’acqua che sono anni che non viene fatta…

(riproduzione riservata)