L'Editoriale

La giustizia non giustizia ha bloccato il cammino del nostro Paese

Il presidente dell'Anm ammette che gli italiani li disapprovano e non credono più in loro


28/09/2020

di Mario Pinzi


Un disastro senza fine. 
Luca Poniz, presidente dell’associazione magistrati, in una assemblea delle toghe ha affermato: “La fiducia dei cittadini nei nostri confronti è drasticamente precipitata”. 
Proprio per questo motivo ero convinto che la disistima verso la giustizia, nata anche per aver protetto questo Governo, venisse confermata con il voto del referendum, ma non è andata così.  
La vittoria del “Si” ha rafforzato l’esecutivo e se anche le camere non sono più in linea con il volere del popolo, tutto resterà invariato fino alla elezione del nuovo presidente della Repubblica. 
Prima di proseguire con gli altri argomenti, ritengo doveroso sottolineare che in democrazia quando nasce una disomogeneità fra eletti ed elettori, sorgono dei problemi costituzionali che possono essere risolti solo con lo scioglimento anticipato delle Camere, ma come ho già scritto, questa necessità non verrà concretizzata perché alcuni poteri sono asserviti a logiche antidemocratiche che devono essere eseguite senza ripensamenti. 
Tornando alla magistratura, il presidente Poniz afferma: “Tutta la giustizia ha perso di credibilità e la legittimità della funzione giurisdizionale agli occhi della popolazione sta venendo meno”. 
L’Anm si è precipitata a espellere Luca Palamara, ma ha dimenticando il resto della brigata. 
Ho sempre saputo che quando una persona commette un omicidio, chi ha assistito all’atto violento e omette la denuncia del reato viene indagato per favoreggiamento. 
In questo caso, se durante l’interrogatorio l’indagato non dice la verità, la sua posizione si aggrava e viene condannato anche per falsa testimonianza.  
Ora, la domanda che sorge è la seguente: perché lo stesso trattamento non viene applicato anche alla magistratura dove tutti i suoi componenti, nessuno escluso, ha omesso l’uccisione del proprio Paese?   
Per essere più incisivo vi riporto quello che scrisse Bettino Craxi, esule ad Hammamet durante l’inchiesta di “Mani pulite”: “In Italia hanno preso corpo e hanno agito con la più grande determinazione e d’intesa tra loro la violenza organizzata di clan giudiziari e quella di clan dell’informazione, sostenuti all’inizio da potenti lobby economiche e finanziarie”. 
In questa nuova era un colpo di Stato non si fa più attraverso la violenza fisica, ma con l’intervento della magistratura, un arma silenziosa più efficace di quella tradizionale.   
Quando si vuole fermare l’azione di un governo legittimo (ricordate l’aggressione fatta a Salvini per l’emigrazione?) non serve l’intervento militare che attira il diniego delle masse, è sufficiente l’ingerenza dei giudici per ottenere, con poco rumore, quello che si desidera.    
Cari lettori, tutte le toghe, nessuna esclusa, se desiderano riacquistare credibilità dovranno dimostrare correttezza, incorruttibilità e capacità professionale.  
La mancata denuncia dell’accoltellamento del Paese e la fuga dagli errori compiuti nello svolgimento del proprio lavoro è una colpa grave che non può essere allontanata con una alzata di spalle. 
Quando una persona innocente viene arrestata e si getta fango sulla sua famiglia, quella vita è rovinata per sempre, ed è giusto che i responsabili paghino il danno causato.  
Visto che il malfunzionamento della giustizia è una piaga che indebolisce il Paese, i magistrati devono essere condannati a saldare l’errore commesso con delle penalizzazioni professionali e lo Stato con una ammenda economica cospicua. 
Chi ha creato questa situazione sta facendo fuoco e fiamme per distruggere il nostro Paese, ma l’auto-denuncia del nuovo presidente dell’Anm accende una luce di speranza e tutti noi abbiamo il dovere di aiutarlo affinché l’Italia risorga dalle ceneri del rogo. 
Chiudo con la nuova truffa della Ue sull’invasione migratoria dove, al posto della nostra richiesta finalizzata sul ricollocamento automatico fra i paesi membri, si è inventata un raggiro che trasformerà l’Italia in un lager per profughi. 
Vi evidenzio l’imbroglio inventato dalla presidente della Commissione Ursola von der Leyen: “I 27 stati dell’Unione potranno scegliere se ricollocare solo i richiedenti asilo in percentuali legati al proprio Pil e popolazione. Oppure possono prendersi gli irregolari per rimpatriarli, o pagare il paese d’arrivo per farlo”. 
Non ci vuole un genio per comprendere che non lo farà nessuno. 
La Commissione Ue ha presentato questa fregatura come una svolta epocale per la politica emigratoria dell’Unione e Conte, invece di contrastarla, ha applaudito alla truffa che ci hanno impacchettato.    
Con questa proposta i migranti non otterranno mai un nuovo collocamento e l’Italia si trasformerà in un campo profughi dell’Unione. 
A fronte di questa presa in giro europea, sentir dire da Berlusconi che non si vincono le elezioni con toni populisti mi lascia senza parole. 
Ogni giorno la Merkel ci umilia e con rammarico sono costretto a correggere la battuta del grande condottiero che aveva dato all’Italia una speranza di rinascita: “Non si vince con toni populisti fiacchi”, questo è lo slogan che un leader come lui dovrebbe imporre e non il contrario.
Caro Silvio, per salvare l’Italia ci vorrebbe un Mikhail Gorbachev che dall’interno dell’Europa abbia il coraggio di colpire a morte l’asse franco-tedesco, quanto meno se lo aspetta e tu, se voi tornare sulla scena politica da vincitore, devi sollecitare i tuoi alleati “Meloni e Salvini” a contrastare questa Europa creandole una vita impossibile che la metta nelle condizioni di abdicare…        

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