L'Editoriale

L'Unione europea? Una prigionia che incomincia a "scricchiolare"

Austria e Danimarca si smarcano dalle direttive di Bruxelles e in maniera autonoma cercano il vaccino per far ripartire l’economia, mentre Viktor Orban lascia il Ppe per andare con Giorgia Meloni  


08/03/2021

di Mario Pinzi


Continuare a vivere reclusi per il non utilizzo di medicinali disponibili nel nostro Paese da più di 50 anni che, secondo la dottoressa Silvana De Mari, attraverso un’appropriata terapia farmacologica si potrebbe risolvere il problema del Covid-19; crea un certo sconcerto osservare che Draghi sta imitando Conte nelle chiusure e non fa verificare se le affermazioni della dottoressa sono reali o false. 
Non c’è bisogno di essere sovranisti per comprendere che l’Europa è un gigante incompetente che continua a creare problemi invece di risolverli.  
Il fallimento economico e quello pandemico hanno spinto molti cittadini europei a chiedersi a cosa serva questa burocratica Unione che, attraverso i suoi continui errori, sta alimentando una depressione mortale.  
Con questa guerra in corso, nessuno ha più voglia di subire l’incompetenza di Bruxelles e, proprio per questo motivo, Austria, Danimarca e altri Paesi hanno deciso di procurarsi i vaccini per proprio conto. 
Dei 6,3 milioni di dosi arrivate in Italia, 2 milioni sono inutilizzabili per colpa dei governi precedenti che hanno disinvestito nel settore ospedaliero e siccome l’Europa non c’è, dovremo fare da soli investendo nel settore sanitario parecchie risorse dei nostri risparmi.  
Il ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha annunciato che alcune aziende italiane sono pronte a produrre il Virus e le ha elencate: “Fidia farmaceutici, IRBM e Reithera”, assicurando che attraverso questa soluzione entro settembre le dosi potrebbero essere disponibili in forti quantità.    
L’Europa, con ingiustificata supponenza, ha toppato anche nella pandemia e, prima che sia troppo tardi, ci conviene ritornare in possesso della sovranità monetaria utile a risolvere gli infiniti problemi che abbiamo. 
Da troppo tempo, chi ci governa si è fatto catturare dal mito della globalizzazione e in questo modo è iniziata la deindustrializzazione del Paese che ha disinvestito in ricerca finalizzata a creare nuovi prodotti utili per la nostra indipendenza. 
Non credo che Draghi accetti la decrescita e, se vuole salvare l’Italia, dovrà investire tutte le risorse disponibili nelle capacità produttive del Paese.
Anche uno sprovveduto può comprendere che senza la disponibilità decisionale suffragata dal denaro, uno Stato va verso la schiavitù e credo che non serva un’intelligenza superiore per comprendere quello che è sotto gli occhi di tutti. 
La Cina vuole controllare le nostre emozioni e da alcune ricerche è emerso che questo furto vale 36 miliardi di dollari con una crescita annua del 30%. 
I sovranisti di tutto il mondo stanno cercando di fermare questa prevaricazione della globalizzazione che vuole rubarci la sfera più intima della nostra esistenza e quello che dovrebbe far riflettere tutti gli italiani è il comportamento dell’Europa che accetta di dialogare con il Dragone cinese nemico della democrazia e del nostro futuro.   
La mia impressione è che ci siamo abituati a subire torti e insulti, come quello prodotto dalla Francia con il filmato della Pizza al Covid fatto circolare prima che l’epidemia colpisse anche loro. 
L’atto più significativo che ha evidenziato il viscerale odio francese verso l’Italia, è stato la campagna pubblicitaria che invitava i turisti europei ad abbandonare il nostro Paese per andare a trascorrere le vacanze estive nelle loro coste e, se questo vile comportamento rientra nella normalità del globalismo, lascio a voi lettori trovare un termine adeguato per giudicarlo. 
Non c’è quindi da stupirsi se il leader magiaro lascia la Merkel per andare con la Meloni. 
Fra la Germania e Viktor Orbàn, si è alzato un nuovo muro di Berlino e il premier ungherese ha ritirato il proprio partito dal gruppo del Ppe per abbracciare l’organizzazione europea guidata dalla nostra Giorgia.  
Cosa è accaduto? 
La nuova riforma regolamentaria del parlamento europeo è passata con 148 si, 28 no e 4 astenuti e ha legalizzato la possibilità di escludere dall’eurogruppo non solo singoli parlamentari, ma interi partiti se i valori europei saranno criticati.  
Per il leader magiaro questo atto dittatoriale è inaccettabile e, senza battere ciglio, se né andato sbattendo la porta. 
Non c’è bisogno di essere dei veri competenti per vedere i fallimenti dell’Europa e chiedersi a cosa serve questa spocchiosa Unione.  
Anche Confindustria ha sottolineato che con la crisi la pandemia centra in maniera limitata, perché la vera colpa ricade sulla rigidità economica e il lockdown che blocca i consumi. 
Il virus muta, ma lo fa come una normale influenza che non uccide e il divieto di lavorare è un coprifuoco disastroso che crea povertà.    
Mettere sotto chiave un’intera popolazione, senza rimborsare i mancati introiti, è una follia che non vale la pena commentare. 
L’esempio della Svezia è importante, perché il loro governo ha lasciato che il virus si diffondesse e il risultato è stato quello di aver avuto una mortalità pari a quella dei 5 anni precedenti senza il virus, un saggio comportamento che ha evitato la distruzione della loro economia. 
Per colpa dell’Europa, la nostra vaccinazione di massa non sarà completata prima di un anno e, proprio per questo motivo, Bruxelles ha l’obbligo di sborsare a fondo perso i mancati introiti di tutte le attività produttive italiane. 
Se rifiuterà di farlo, sarà opportuno comunicare ai vertici europei che l’importo dovuto sarà trattenuto dal versamento della nostra quota associativa che annualmente versiamo all’Unione e se questa nuova strategia non verrà eseguita con determinazione, presto moriremo tutti, ma non di Covid.

(riproduzione riservata)