Punto & Virgola

Ipnosi di massa: la tecnica standard per risolvere i problemi sociali


15/02/2022

di Andrea di Furia

Interessante osservare come, messe a confronto, la narrazione mediatica della cosiddetta pandemia e la narrazione della cosiddetta questione Ucraina presentano molti punti di contatto:

  1. innanzitutto la creazione ossessiva di un clima di paura attraverso il martellamento mediatico.
  2. poi la costruzione dell’emergenza: dell’ansia da ultimi giorni prima del disastro.
  3. poi l’azione voluta già prima a tavolino (vaccinazione/guerra) come atto inevitabile.

Punto a).
Al martellamento dei media è difficile resistere: dopo un certo periodo ciò che si ascolta diventa convinzione. Diciamo che questo è il primo atto di un’ipnosi di massa che crea sconcerto e confusione: perché interviste sul campo dicono che, ad esempio, la pandemia non c’è ma è un’epidemia; oppure che la guerra è solo un’idea dei giornali.

Il problema non è solo, come ingenuamente si crede, di determinare chi ha ragione e chi no. Il problema è che se non c’è pandemia o venti di guerra non si può passare al secondo punto dell’ipnosi di massa: la creazione dell’emergenza.

Punto b).
Perché l’emergenza è necessaria? Perché permette di uscire dai binari dell’etica, della legalità e della fratellanza fra i Popoli. Nell’emergenza un Governo (dittatoriale o democratico) può diventare criminale sia in area culturale, sia in area giuridica, sia in area economica. E quale Governo sia capace di rinunciare ad avere le mani libere di fare quello che gli pare… credo che, storicamente, sia da ricercare con la mitica lanterna di Diogene.

Punto c).
L’azione che ha bisogno dell’emergenza e del clima di paura è di solito banalmente riprovevole: un approfittarsi dei deboli, un comportamento che stride con le funzioni sociali dell’organismo che la mette in campo. Comprensibile magari, se pur deprecabile, in un organismo criminale: incomprensibile in un organismo culturale, giuridico, mercantile legale. E’ un’azione ritenuta necessaria dai gruppi detentori del potere culturale, politico ed economico ma che non è giustificabile agli occhi dei fedeli, dei sudditi o degli elettori.

Ultimamente - con l’avvento della Società gassosa a predominio economico-finanziario, ossia l’attuale emergente struttura unidimensionale parassitaria di sistema sociale - l'azione "tipo" è fare business sulla pelle delle persone, fare guerre per ampliare il proprio spazio economico a discapito di altri popoli sul Pianeta.


Prendiamo in esame il caso dell’Ucraina. Il tema reale del contendere è il suo passaggio o meno in ambito NATO.

Cos’è la NATO? E’ il Patto di difesa militare tra una trentina di Stati, con dominante leadership indiscussa degli USA, stilato nel 1949 per contrastare l’emergente potenza militare della Russia.

Qui abbiamo una disparità di posizionamento geopolitico. I Confini della Russia sono certi, ma fino a che punto può ampliarsi la NATO? la quale confini spaziali non ha?

Immaginiamo l’Italia al posto della Russia e che la NATO comprenda tutti i Paesi d’Europa in opposizione all’Italia e al posto dell’Ucraina mettiamo la Repubblica di San Marino. Già questo semplice esercizio mentale ci dice che ha ragione l’Italia se cerca di impedire questo ampliamento delle postazioni militari della NATO. E che chi vuole a tutti i costi ottenerlo ha in realtà torto.

Logicamente gli Stati Uniti d’America hanno torto, ma poiché il loro obiettivo è imperialista (vedono l’intero pianeta come la sede dell’impero americano) sono sempre alla continua ricerca di occasioni “plausibili” per entrare in guerra con Tizio e Caio per fare un passo avanti nella conquista di un obiettivo che le Elite americane (non certo i sudditi americani) vivono ogni secondo del loro tempo.

Quindi sono alla ricerca spasmodica della scintilla per scatenarsi. Quale sarà nel caso dell’Ucraina lo sapremo presto. Gli USA hanno già stabilito per la Russia la data d’inizio il 16 febbraio 2022 - forse per non turbare il Superbowl del 14 febbraio? - per creare l’emergenza, che giustifica il richiamo degli stranieri dall’Ucraina, che giustifica la guerra ecc.

Chi glielo ha detto? “Solide fonti provenienti da una “solida intelligence”. Allora è tutto regolare.

Vedremo se la Russia accetterà l’indicazione americana, ma in ogni caso gli USA palesemente sperano che sia la Russia a causare l’incidente decisivo: a porgerglielo su di un piatto d’argento, dopo mesi di provocazioni verbali (anche personali vergognose del diplomatico Big Joe a Little Vladimir, ma tutto fa brodo), sempre però dichiarate, naturalmente, come utili pressioni per facilitare il dialogo di pace.

Se ciò non accadrà, state tranquilli: non si fanno certo scrupolo di inventarselo, come è già successo per la Guerra in IRAQ del 2003.

Le "prove false", poi blandamente definite “timori dell’opinione pubblica americana” sui libri di storia, che convinsero le Elite americane sull'urgentissima necessità di un intervento militare lì - invece della rappresaglia agli attentatori delle Torri gemelle del 2001 che coinvolgevano Arabia Saudita e Afghanistan - le stesse utilizzate dal fabiano Tony Blair per giustificare l'appoggio inglese all'operazione, furono presentate alla comunità internazionale dall'allora segretario di Stato americano Colin Powell nel febbraio del 2003, poco più di un mese prima dell'invasione.

Furono offerte alla stampa come il prodotto del lavoro di "solide fonti", fornite da una altrettanto "solida intelligence". Il dossier mostrava immagini satellitari da cui, secondo i sostenitori della cosiddetta guerra preventiva, era possibile identificare i luoghi in cui il dittatore custodiva le tanto temute armi di distruzione di massa, poi mai trovate. Come volevasi dimostrare.

Molti comportamenti geopolitici americani sono allora tutt’altra cosa dei principi democratici di cui si fanno portatori? Sì, li giustificano però tutti con la ragion di Stato.

Ma con ciò non si vuol certo sostenere che questa lebbra sociale sia solo delle Elite americane. Si è usato questo esempio per riflettere sulla sempre più utilizzata tecnica dell’ipnosi di massa utilizzata da tutti i Governi, italiano compreso, quando vogliono le mani libere in area culturale, politica ed economica per fare quello che costituzionalmente e soprattutto umanamente non potrebbero nemmeno pensare di fare ai propri sudditi.

Quindi noi sudditi dobbiamo svegliarci rispetto a ciò che accade. E tornare a quella saggezza proverbiale che dice: la prima gallina che canta ha fatto l’uovo. E il prode Big Joe Biden, che canta come una lavandaia le sue delicate avvertenze sui video, interpreta alla grande questo proverbio.

Perché abbiamo bisogno dell’ipnosi di massa (paura, emergenza, azione studiata prima a tavolino) come “best practice” nell’attuale (in)Civiltà occidentale?

Perché il sistema sociale - in cui viviamo acriticamente, per quanto riguarda la sua antisociale struttura - pratica la “raccolta indifferenziata dei rifiuti economici, politici, culturali” in un unico contenitore (il Mercato per gli USA, lo Stato per la Russia).

In questo sistema-discarica a cielo aperto dell’indifferenziata sociale vigono dinamiche e automatismi inosservati che intossicano l’atmosfera planetaria. Una delle dinamiche è la legge di Gravità sociale, varie volte illustrata in questa rubrica, che rovescia ciò che vogliamo fare nel sociale.

Se ad esempio, preso il potere da chi precedentemente lo gestiva male, vogliamo dare vita a un Governo democratico ecco che questo Governo nel tempo, anche breve, diventa dittatoriale nella sostanza (pur mantenendo l’apparenza formale democratica).

Questo stato di fatto, come automatismo produce la ragion di Stato giustificatrice e la necessità dell’ipnosi di massa come standard comportamentale per driblare con astuta eleganza tutti i limiti democratici.

Tutto, nel sociale economico, politico, culturale, finisce per diventare il contrario di quello che si dichiara.

In questa logica antisociale (paura, emergenza, azione decisa già prima a tavolino) di ipnosi di massa, tutto più prima che poi diventa il suo contrario.

Davvero tutto: da noi in Italia anche il ministro Speranza è diventato… ministro Disperazione.

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