Punto & Virgola

Ernesto Galli della Loggia denuncia un'Italia politica rassegnata al "non fare"

La Politica è più che obesa, ma Lei non se ne avvede


23/07/2017

di Andrea di Furia

Come non essere d’accordo con Ernesto Galli della Loggia che sul Corriere della Sera di sabato 22 luglio, nel suo La Politica senza potere nell’Italia del “non fare”, denuncia un potere politico solo “formale”, di fatto “spappolato”, in realtà “impotente”. Perché ciò è avvenuto? Seguiamo la sua interessante analisi per poi commentarla.

Galli della Loggia: «… ormai la vera legittimazione del potere politico italiano non deriva dalle elezioni, dalle maggioranze parlamentari, o da altre analoghe istanze o procedure. Svaniti i Partiti come forze autonome, come autonome fonti d’ispirazione e di raccolta del consenso, l’autentica legittimazione del potere politico italiano si fonda su altro: sull’impegno a non considerare essenziale, e quindi a non esigere, il rispetto della legge».

Siamo d’accordo: come più volte osservato, questa trasformazione della Politica – il cui focus è l’Uguaglianza, che si tutela mediante il rispetto dei diritti e dei doveri nella Comunità amministrata, che a sua volta si ottiene con il rispetto della Legge – questa trasformazione della Politica in Antipolitica, con il relativo “rovesciarsi della legalità in a-legalità prima e in corruzione poi" [comportamento che si attua sia quando è attivo “fare” sia quando è passivo “non fare”, come si vede ad esempio nei fattacci brutti di Mafia capitale e in altri] è dovuta in primissima istanza all’inosservata [da sociologi e commentatori vari] strutturazione “a 1D” del sistema sociale attuale: precisamente alla dinamica sociale per cui una delle tre dimensioni (a turno Politica, Cultura, Economia) diventa dominante ed assorbe in sé le energie delle altre due: vincolandole e fagocitandole.

Galli della Loggia: «È precisamente sulla base di un simile impegno [a non considerare essenziale il rispetto della Legge] che la parte organizzata e strutturata della Società italiana – quella che in assenza dei partiti ha finito per essere la sola influente e dotata di capacità d’interdizione – rilascia la propria delega fiduciaria a chi governa. Sulla base cioè della promessa di essere lasciata in pace a fare ciò che più le aggrada: che il comando politico con il suo strumento per eccellenza, la legge, si arresterà alla sua soglia».

Per chi non avesse familiarità con la terminologia usata: la parte organizzata e strutturata della Società di cui si parla sono i gruppi dominanti in ogni dimensione sociale e vanno dai cosiddetti poteri forti (Banche, Confindustria, Sindacati, Burocrati, Giudici, Partiti, Baroni universitari, Militari ecc.) alle lobby meno titolate (taxisti, bagnini, parcheggiatori abusivi ecc.) per finire alle mafie, di cui vantiamo il record mondiale di presenze autoctone sul territorio. Chapeaux!

Galli della Loggia: «È a causa di ciò che in Italia nessun Parlamento, nessun Governo, nessun Sindaco può pensare davvero di far pagare le tasse a chi dovrebbe pagarle, di avere una burocrazia fedele alle proprie direttive, di licenziare tutti i mangiapane a tradimento che andrebbero licenziati, di ridurre l’enorme area del conflitto d’interessi, di stabilire reali principi di concorrenza dov’è indispensabile, di imporre la propria autorità ai tanti corpi dello Stato che tendono a voler agire per conto proprio (dalla Magistratura, al Consiglio di Stato, ai direttori e capi dipartimento dei Ministeri), di tutelare l’ordine pubblico senza guardare in faccia a nessuno, di anteporre e proteggere l’interesse collettivo dei Sindacati e dei Privati (dalla legislazione degli scioperi alle concessioni autostradali) e così via elencando all’infinito».

Come non essere d’accordo col commentatore del Corrierone? Il problema è l'ignorare che tutti questi rovesciamenti della realtà avvengono perché la strutturazione “a 1Dimensione dominante sulle altre 2” del sistema sociale attuale causa le dinamiche che poi portano a ciò che Galli della Loggia osserva e lamenta: i mille piccoli e grandi privilegi, l'impossibilità di una chiara e coerente politica di destra contrapposta a quella altrettanto chiara e coerente politica di sinistra.

 


                Tuttavia, non conoscendo la causa originaria di questa deriva inevitabilmente suicida della Politica - ossia la dinamica sociale conseguente al predominio appena raggiunto a livello planetario della dimensione economica, con il definitivo sostituirsi del Mercato allo Stato (e con la relativa appropriazione indebita del tutoraggio della Scuola): Stato ormai ritenuto inutile e dannoso dalla parte finanziaria emergente e vincente a cavallo del secondo/terzo millennio, sul palcoscenico della storia attuale - il nostro esaustivo commentatore non può che certificare, sgomento e incredulo, questo risultato finale.

Galli della Loggia: «Così una Politica che rinuncia ad impugnare la Legge, a far valere comunque il principio di legalità, è una Politica che rinuncia al proprio potere e allo stesso tempo mina lo Stato decretandone l’inutilità. Rinuncia alla propria ragion d’essere e sia avvia consapevolmente al proprio suicidio. Non è quello che sta accadendo in Italia?».

Come volevasi dimostrare. Sostanzialmente, essendo persona intelligente e acuto osservatore del sociale, Ernesto Galli della Loggia non può che ribadire gli effetti di ciò che sta operando contro la socialità del sistema moderno in tutto il Mondo, non solo in Italia: qui è solo più appariscente affinché sia trovata prima che in altre Società umane la soluzione.

Il problema è che, nostalgicamente, spera ancora nel primato del “principio giuridico di legalità” (postosi al vertice del sistema sociale con la nascita dello Stato nazionale), quando questo è già stato sostituito – nel tempo che intercorre dalla Rivoluzione francese ad oggi - dal “principio economico di utilità” (postosi definitivamente al vertice del sistema sociale con la nascita del Mercato planetario).

Perché? Perché si occupa solo della "sostanza" del sistema sociale (dei contenuti concettuali: si occupa della testa intelligente) e dimentica la "forma" del sistema sociale (del contenitore reale degli stessi: dimentica le mani e i piedi). Per questo abbiamo come risultato l'astrazione dalla realtà concreta di tutte le osservazioni sociali, di tutti i programmi sociali.

Come Zygmunt Bauman e tutti gli altri che ancora si interessano al malato sistema sociale moderno [sono sempre meno, perché sempre più delusi dalla sua inafferrabilità e quindi ingovernabilità] le poche volte in cui ci si imbatte nel problema strutturale non lo si osserva come forma (ossia come struttura portante dei contenuti culturali politici ed economici) ma lo si tratta ugualmente come sostanza concettuale, come contenuto.

Duole osservarlo, ma ciò va osservato se vogliamo uscire da questo tunnel tenebroso che è ormai diventato il sistema “antisociale” moderno.

Il problema conoscitivo strutturale inosservato da Galli della Loggia è tuttavia il problema di tutti gli analfabeti sociali di ritorno moderni: categoria di cui fa matematicamente parte il 99,9% dell’Umanità attuale, visti i risultati effettivi sul Pianeta (distruzione dell’ecosistema, violenza delle nazioni guida sulle altre ecc.).

Caratterizzo come "analfabetismo sociale di ritorno" il nostro attuale approccio al sociale moderno - fatto di idee strutturalmente obsolete e di pensieri vecchi ancor validi solo ai tempi dei Romani, dei Greci e addirittura degli antichi Egizi – non certo per offendere persone che stimo, ma per risvegliare le coscienze.

Specialmente in chi è ancora capace di osservare la deriva strutturale in atto che, da quando il contenitore Mercato planetario ha sostituito il contenitore Stato nazionale, ci sta velocissimamente portando da un sistema sociale antico ancora (per pochissimo!) “umano” ad un sistema sociale sempre antico, ma che vira decisamente all'autolesionismo istituzionale e al “disumano”.

 


In realtà la Politica italiana negli ultimi due secoli era, per ingordigia dopo il Risorgimento, diventata trombona e obesa [oltre che di Stato infatti si occupava stabilmente di Scuola e Mercato: fallendo miseramente in tutti e tre perché non aveva né forze né possibilità di muoversi per il tremendo peso sociale velleitariamente assunto a chiacchiere da teorici che si definiscono pratici] ma non voleva accorgersene, anche se la sua deriva verso il “non fare” (per l’impossibilità via via del fare) era sempre più evidente.

Di fatto, lo vediamo nella realtà, come si comporta un obeso che pesa 280 chili? Si muove, fa qual cosa? No, in genere si lascia andare come l’Italia di oggi: “non fa” perché non può più fare niente. L’obeso sta nel suo letto/poltrona immobile e sconsolato: come peraltro anche il nostro avvilitissimo Stato nazionale.

Dobbiamo perciò tornare a saper legger il sociale moderno con idee e pensieri nuovi, che non si trovano più nelle Università, nei Parlamenti e nelle Banche. Pensieri che comincino a considerare la basale strutturazione del sistema sociale come causa originaria dell’antisocialità montante.

Quindi serve urgentemente instaurare la snella ed equilibrata Società tridimensionale dei nuovi tempi, dove la struttura del sistema non è più “a 1Dimensione dominante sulle altre due” con contenitore strutturale unico (oggi il Mercato planetario), bensì “a 3Dimensioni autonome, di pari potere e sinergiche” con contenitore strutturale triplice: Mercato planetario per l’Economia, Stato nazionale per la Politica, Scuola per la Cultura. Cosa che oggi non è.

Qual è la differenza riguardo ai contenuti politici, economici e culturali? Che invece di riversarsi tutti – aiutiamoci con l’immagine sintesi della Società liquida di Bauman – ed inquinarsi reciprocamente in un contenitore unico (oggi il Mercato planetario e non più lo Stato nazionale), ed essere soggetti solo alla categoria aristotelica della quantità [per cui la deriva finale è la corruzione delle Istituzioni e l’alimento delle Mafie (non solo criminali)] ora questi contenuti si debbono obbligatoriamente suddividere funzionalmente e qualitativamente nei tre rispettivi specifici contenitori:
a) circolazione di merci e servizi solo nel Mercato planetario (principio economico di utilità).
b) tutela diritti e doveri solo nello Stato nazionale (principio gluridico di legalità)
c) educazione dei talenti personali solo nella Scuola (principio culturale di evoluzione).

Mentre nel sistema malato “a 1D”, dove si scambia l'inquinamento reciproco tra le tre dimensioni per sinergia, questa era un’opinione concettuale astratta, a priori, distante dalla concreta realtà sociale - madre perciò dei poteri autoreferenzali ingovernabili e antisociali di oggi - nel sistema “a 3D” la sinergia tra le tre dimensioni sociali avviene a posteriori: sui casi concreti che la realtà ci va ponendo continuamente davanti. Non più su programmi illusori, sempre delusi dalla realtà.

Se ancora la cerchi, Ernesto, la soluzione alla bruciante questione sociale puoi trovarla qui: in questa situazione strutturale insuale [il sistema sociale "tridimensionale"], mai prima perseguita, cui occorrono idee e pensieri spregiudicati, coraggiosi e soprattutto… nuovi.

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