Punto & Virgola

Urge una Robo-etica per la Commissione Affari giuridici europea: la biblica Arca di Noè è diventata l'Astronave-Terra

Il Mondo che da troppo tempo si persegue non è più quello dell’Umanità intera, ma quello di un singolo individuo: Isaac Asimov


15/01/2017

di Andrea di Furia

Distratti dalla necessità della sopravvivenza quotidiana e ignari dell’automatismo “anti-umano” di un sistema strutturato a 1Dimensione sociale (o Politica, o Economia, o Cultura) prevalente sulle altre due, il recente rapporto sulla necessità urgente di una Robo-etica da parte della Commissione affari giuridici dell’assemblea di Strasburgo potrebbe apparire una eccentrica preoccupazione.

In realtà questo dato ci sta con chiarezza dicendo che la visione occidentale del Mondo è decisamente cambiata, come anche molti altri dati del malessere del’“inciviltà” occidentale ci segnalano: cambiamento climatico, strategie economiche parassitiche dell’intero Pianeta dei consiglieri di Trump, precarietà delle Popolazioni mondiali, virulenta invasività delle società farmaceutiche, apparati militari in entusiastica fibrillazione, eccesso di controlli sulle Persone, Partitocrazia autoreferenziale, manipolazione mediatica costante, ludopatia bipolare, esplosione di bolle finanziarie ma anche di femicidi e omicidi passionali, e amorali, in aumento ecc.

Un pensiero tridimensionale che affronti il sociale in maniera scientifica ma non dogmatica, né ideologica né utilitaristica come purtroppo l’attuale approccio scientifico manifesta come “normalità” – contravvenendo al proprio dogma dell’oggettività spassionata – un siffatto pensiero può cogliere quel disegno complessivo che le singole specializzazioni non sono in grado di elaborare… per insufficienza di pensiero.

Abbiamo visto il caso specifico della Sociologia in funzione del pensiero conclusivo di Zygmunt Bauman: se non sale al secondo gradino, e si arresta al gradino della denuncia anche più circostanziata possibile, non è in grado – afferma Bauman e confermiamo anche noi – di incidere nel sociale.

E come una siffatta Sociologia capace di incidere nel sistema sociale moderno rimane una pia intenzione, nonostante la buona volontà dei sociologi, altrettanto ogni singolo settore dell’umana sapienza rimane incapace di farlo:

  1. se non si arricchisce il pensiero scientifico con le oggettive immagini sintesi che servono (come quella della “modernità liquida” di Bauman applicata al sistema sociale per arrivare alla “strutturazione tridimensionale” del medesimo)
  2. se non si impadronisce del vivente “pensare” scientifico stesso che usa automaticamente: senza accorgersi che deve prima “pensare” per conoscere il proprio pensiero (in realtà un “pensato”, un “riflesso” cerebrale, un costrutto “dialettico”) ma non conosce il “pensare” che ne è, ignorato, all’origine.

Come prima osservazione, secondo il pensiero tridimensionale sociale il fatto stesso di parlare di Robo-etica in un rapporto incentrato sulla necessità di un’urgente regolamentazione “giuridica” europea è la cartina di tornasole della commistione indebita di due concetti, “etico” e “giuridico”, che appartengono a due dimensioni sociali diverse: l’etica alla Cultura, e la giurisdizione alla Politica.

Come seconda osservazione va rilevato che il primo a palare di Robotica, o scienza dei Robot, è stato uno scrittore di fantascienza russo di nascita morto americano: Isaac Asimov.

 


Nato nel 1920 a Petroviči, piccolissimo villaggio che si trova a circa 400 km a sud-ovest di Mosca e 16 km a est del confine con la Bielorussia, a tre anni emigra in negli Stati Uniti dove muore nel 1992 alcuni anni dopo essere stato infettato di HIV da una trasfusione di sangue infetto, necessaria per il suo bypass coronarico.

Biochimico, ateo, divulgatore scientifico e scrittore, Asimov è particolarmente famoso per due cicli di fantascienza (quello della Fondazione e quello dei Robot) cui lavora tutta la vita e che infine riesce a unificare attraverso le avventure del Robot eterno: che per la sua immortalità componentistica diventa il Deus ex machina anche della Psicostoria: la capacità “scientifica” di prevedere il futuro che caratterizza il godibilissimo ciclo della Fondazione intergalattica.

Nel ciclo dei Robot, androidi dall’aspetto indistinguibile dagli esseri umani in carne e ossa, la trovata geniale di Isaac sono le tre leggi della Robotica:
Prima Legge: Un robot non può recare danno a un essere umano, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
Seconda Legge: Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, a meno che questi ordini non contrastino con la Prima Legge.
Terza Legge: Un robot deve salvaguardare la propria esistenza, a meno che questa autodifesa non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.

Nei due racconti I Robot e l'Impero e Fondazione e Terra, rispettivamente gli ultimi delle due saghe, a queste tre leggi originarie Asimov ne aantepone un’altra.

Quest'ultima Legge, che amplifica la prima e diventa il riferimento per le altre tre le Leggi della robotica, Isaac Asimov la denomina
Legge Zero: Un robot non può danneggiare l'Umanità, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, l'Umanità riceva danno.

 


Con ciò nella dimensione culturale umana si è compiuto il passaggio dal punto di vista interamente religioso antico, rappresentato dal salvatore dell’Umanità Noè con la sua Arca, al punto di vista interamente scientifico moderno, rappresentato dal salvatore dell’umanità R.Daneel Olivaw (R. sta per Robot) con la sua Astronave intergalattica.

Una contrapposizione di tutto rispetto dato che Isaac Asimov, con le sue 14 lauree honoris causa oltre a quelle in biochimica e lettere, è forse tutt’ora il divulgatore scientifico più importante al mondo. E lo si è preso a esempio proprio per la sua statura di scienziato moderno, più che di scrittore pluripremiato,.

Questo passaggio ci dice che culturalmente la Terra è ora ritenuta un’astronave i cui passeggeri però non sono adatti al volo intergalattico, non potendo  allungarsi sufficientemente la vita (come fa R.Daneel Olivaw per 20.000 anni) con la sostituzione dei componenti usurati.

Tuttavia le tre leggi della robotica non hanno solo entusiasmato ragazzini degli anni ‘40 e ‘50 del secolo scorso, ma intere generazioni di scienziati i cui sforzi oggi hanno raggiunto una tale importanza da richiedere una Robo-etica regolamentare per l’Europa.

Il problema sociale sta nel fatto che visto unilateralmente, specialisticamente, per lo scienziato tipico dei nostri tempi non c’è nulla di più entusiasmante del dotare di protesi robotiche l’uomo d inizio terzo millennio - o di utilizzare le nanomacchine per dargli un aiutino evolutivo - al fine di renderlo sempre più adatto al volo intergalattico del futuro o viceversa di costruire robot capaci di sostituirlo in tutto e per tutto.

In realtà questa sterilizzata unilateralità specialistica, isolata nella sua torre d’avorio e senza effetti collaterali spiacevoli nelle altre due dimensioni, nel nostro sistema sociale non esiste.

Essendo strutturato a 1D - che domini lo Stato o il Mercato come loro contenitore unico (l’abbiamo altre volte osservato) nulla cambia - le tre dimensioni si mescolano e si contaminano continuamente, per cui il sogno della dimensione culturale (il sogno degli Scienziati ricercatori) non può non diventare il punto di partenza delle ambizioni politico-militari o delle necessità economico-finanziarie.

Promuovendo così una realtà sociale che no ha nulla da invidiare ai film horror: dove l’uomo diventa un accessorio fastidioso e costoso in moltissimo campi, e il robot diviene la giustificazione estrema delle teorie di Malthus sulla sovrappopolazione planetaria che fino ad ora non avevano la soluzione alla domanda: «E se per eccesso di zelo ci scappa la mano involontariamente, e andiamo oltre al limite che ci siamo imposti, con che cosa sostituiamo gli uomini che abbiamo fatto fuori al fine della sopravvivenza del Pianeta?».

Abbiamo già parlato del Robo-Hotel a Tokio, dove il 90% del lavoro umano è stato sostituito da robot (che ti ricevono alla reception, esplicano quasi tutti i lavori e ti portano in camera i bagagli); abbiamo già visto molti anni prima in agricoltura i robot guidati dai satelliti; vediamo l’automazione come una delle cause principali della precarietà dei Mercati dal lato lavoratore/consumatore; vediamo i droni killer nelle guerre.

Ma tutto ciò è solo la punta dell’iceberg, ad esempio dal punto di vista militare, segnalato nel libro Scie chimicheLa guerra segreta di Rosario e Antonio Marcianò, in un recente documento della NASA, Future strategic issues -Future warfare (Questioni strategiche del futuro – il sistema bellico futuro), nella scheda The ultimate education approach – plug and play (Il definitivo approccio all’educazione – Innesta e usa) si decanta un dispositivo al silicio da impiantare nell’encefalo di un uomo per scaricare in pochi attimi informazioni che altrimenti richiederebbero anni.

E il sottotitolo del rapporto è tutto un programma: The bots, borg and human welcome you to 2025 A.D.: Robot, Cyborg e Umani ti danno il benvenuto nel 2025 d.C.

E dal punto di vista economico? No problem. Secondo un rapporto della McKinsey presentato al Forum di Davos, i robot in giacca e cravatta sostituiranno manager ed economisti. E prenderanno decisioni in Azienda e fuori, già dal 2050.

Riporto da Fabio Savelli di La Repubblica del 14 gennaio 2017: Roberto Lancellotti, senior partner di Digital McKinsey, afferma che «Il 60% dei ruoli apicali avrà almeno il 30% di attività che potranno essere automatizzate» se pur ci vorranno decenni. Eppure soltanto nell'ultimo anno negli USA 2,5 miliardi di salari, intesi come ore uomo, sono stati sostituiti da un utilizzo più intensivo della robotica. Vedremo di quano aumenterà nel 2017 questa cifra.

Lasciamo la conclusione all’inosservata Legge sociale di gravità: in un sistema strutturato a 1Dimensione prevalente sulle altre due – e oggi è il Mercato-economia a dominare su Stato-politica e su Scuola-cultura - lo slittamento laterale di un qualsiasi suo elemento da una dimensione sociale all’altra è sempre, inevitabilmente, degenerativo.

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