L'Editoriale

Nell’emergenza il nostro Paese deve imboccare la via della crescita

Remuneriamo in maniera adeguata chi investe nei nostri titoli di Stato volti a risollevare il Paese. E allontaniamo il gruppo olandese Bildemberg dal potere


18/05/2020

di Mario Pinzi


Cala il Pil, cala la produzione industriale e cala la fiducia ma ci sono duemila miliardi fermi sui conti correnti e altri ottomila in immobili; un tesoro che può far ripartire la crescita del nostro Paese. 
Le famiglie italiane, per tutelarsi dalle leggi europee, come arma di difesa, sui propri conti correnti tengono una liquidita improduttiva che stupisce e questo è un fenomeno di protezione che le istituzioni non devono e non possono sottovalutare.    
Lo Stato, per chiedere agli italiani di aprire la cassaforte del proprio tesoro, dovrà motivare la richiesta con chiarezza e, se sarà corretta, l’agognato salvataggio riceverà una consistente fumata bianca.    
Per entrare in possesso di questa massa di denaro basterà ripetere l’esperienza del passato, quando lo Stato sui propri titoli dava rendimenti che superavano l’8%. 
L’economia mondiale è basata sul consumo e averlo fermato senza rimborsare i mancati introiti è stata una mossa da irresponsabili.   
La guerra batteriologica ha fatto crollare il lavoro di una vita e molti settori non riapriranno.  
Il nostro Paese sta andando a rotoli e per averne un’idea è sufficiente osservare i dati divulgati dall’Istat che evidenziano la sparizione del 28% della produzione manifatturiera. 
Non è finita, ancora più disastrosi sono i dati divulgati da Confcommercio che confermano la chiusura di 270 mila negozi su 2,7 milioni e non meno tragici sono i dati dell’industria turistica che perderà 25 milioni di turisti stranieri e 8 milioni di italiani, un deficit irrecuperabile che ammonta a 13 miliardi di euro.  
In questo scenario post bellico l’Italia deve guardare alle prossime generazioni e il Governo se vorrà risolvere il proprio futuro dovrà inondare i settori produttivi di denaro fresco. 
Per farlo, occorre trasformare la necessità in opportunità. 
Se al mercato verranno presentati dei titoli con utili accattivanti il nuovo reddito delle famiglie si trasformerà immediatamente in consumi e se i commercianti affiancheranno l’iniziativa con nuovi incentivi alle vendite, per l’Italia nascerà una nuova primavera economica.  
Sembra che Conte, con il permesso ottenuto da Vittorio Colao (membro del gruppo Bildenberg e responsabile della Task Force della ripartenza), voglia seguire il consiglio di Mario Draghi e chiedere con l’emissione dei Btp Italia i risparmi degli italiani. 
Una decisione saggia, ma il dilemma da scoprire è: come verranno utilizzati questi soldi? 
A questo punto serve evidenziare un dato di fatto incontestabile. 
L’Italia, con l’ingresso nell’euro, ha subito un bombardamento di negatività che vale la pena elencare: aumento costante delle tasse, tribunali in tilt, disoccupazione giovanile, riduzione degli stipendi, crescita del debito statale, blocco degli investimenti in opere pubbliche, tagli alla sanità, burocrazia in aumento, servizi pubblici sempre più scadenti, forze dell’ordine prive di risorse economiche per catturare i ladri,  terremotati costretti a vivere in baracche di legno, collasso dell’insegnamento scolastico, emigrazione dell’industria manifatturiera per i mancati finanziamenti bancari, blocco delle nascite per l’insicurezza di un domani sereno e l’invasione extracomunitaria per favorire le regole della globalizzazione. 
Tutte queste negatività hanno spento la luce dei sogni e questa oscurità è peggiore dell’esplosione di una bomba atomica. 
Ora, caro Giuseppe, per chiedere i risparmi degli italiani servono progetti seri e l’azione più sicura per ottenere la combinazione della cassaforte che contiene il tesoro italico è la sovranità monetaria utile a risolvere tutti i problemi sopra evidenziati. 
Se avrai questa saggezza, ti posso assicurare che il tuo esecutivo incasserà il doppio di quello richiesto e il ministro dell’Economia potrà fare dei veri salti di gioia. 
Questa è una decisione coraggiosa che ha la forza di riscattare qualsiasi errore precedente, ma se il gruppo Bildenberg non lo permetterà la tua fine è molto, molto vicina e ti posso assicurare che non potrai salvarti con il decreto dei 55 miliardi che forse non hai. 
Non c’è tempo, servono risposte all’altezza della crisi altrimenti l’Italia morirà sotto il peso del Coronavirus.  
Il “Decreto Rilancio”, donando misere mance a tutti e dimenticando l’importanza delle attività produttive, ha evidenziato l’ignoranza di chi lo guida e il suo comportamento ci riconduce al reclutamento dei voti democristiani che portarono alcuni settori economici alla completa rovina. 
Le azioni da attuare per ottenere una concreta ripresa sono poche e chiare: sovranità monetaria, fuga dall’euro e denaro a pioggia su tutti i settori produttivi. 
Giorgia Meloni e Matteo Salvini, dove siete finiti?
Il popolo vi attende in piazza per il colpo basso che la Ue ha tirato al nostro turismo, per condannare Bruxelles che permette la concorrenza fiscale fra Stati e per allontanare dall’esecutivo il famigerato gruppo Bildenberg che sta infettato l’anima dell’Italia…     

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