Punto & Virgola

Nell'Ipermercato planetario le cose non vanno come dovrebbero, vero?

Non chiedete però il perché al pensiero scientifico: non è all’altezza


16/07/2017

di Andrea di Furia

Una delle cose più difficili per chi ritiene di saper osservare il sociale è rendersi conto che il pensare che utilizza – il pensiero scientifico che da secoli è stato applicato all’indagine della natura sensibile – è assolutamente inadeguato ad orientarlo, perché manca di aderenza alla realtà.

Per quel pensiero scientifico che si è indirizzato a ipotizzare prima, per poi verificare la realtà delle proprie tesi, ogni opinione è un’ipotesi perfettamente percorribile fino a prova contraria. Perciò prima di decidere che un’opinione possa essere ritenuta illusoria o fallace si deve aspettare anche anni che la realtà dei fatti [e non il pensiero scientifico!] la smentisca.

Non solo nel Mondo, ma soprattutto in Italia, abbiamo milioni di persone che ritengono vere le proprie ipotesi fino a prova contraria. Abbiamo perciò miliardi di miliardi di ipotesi che si opinano realtà fino a che il disastro sociale – è questa inevitabilmente la sola prova contraria inconfutabile che riescono a capire – non faccia loro esclamare: “Sì ho sbagliato, ma ero in buona fede”.

Sono passati oltre 70 anni dalla seconda guerra mondiale e ogni persona che approcci il sociale nei suoi programmi ha inevitabilmente inserito almeno questi mantram strappavoto: togliere la fame nel mondo, ridurre le diseguaglianze sociali, metter fine alle guerre.

Le guerre non sono finite, ma aumentate: se ci riferiamo solo a quelle militari (che vengono definite microconflitti o azioni di peace kiping, forse per renderle più simpatiche). E aumentate a dismisura se consideriamo anche quelle commerciali, i cui effetti non sono meno sanguinosi delle altre.

La fame nel mondo non è stata eliminata: eppure siamo la civiltà con ricchezze in mano a privati cittadini tali che le precedenti civiltà neppure si sognavano. Un insignificante Bill Gates, ad esempio, ha destinato per la sua personale idea di filantropia nel 2015 il doppio di quanto destinato per la cooperazione e lo sviluppo dell’Africa dai 29 Stati aderenti all’Unione Europea. Da 29 Stati!

Le diseguaglianze sociali crescono a vista d’occhio: i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Ancora il minuscolo Bill con altri sette minuscoli individui detiene una ricchezza equivalente a 3 miliardi e passa di persone sul Pianeta, che sopravvivono un anno con un redito pari a 1 dollaro al giorno.

Nonostante queste continue smentite che la realtà tragicamente ci pone davanti - tragedia per i 3 miliardi e passa di persone, non certo per i nostri 8 piccoli multimiliardari – la maggior parte di noi non ne prende atto che per qualche microsecondo perché… ha la sua opinione per raddrizzare il mondo.

E allora ritorniamo nel tritacarne delle opinioni personali, disorientati dai miliardi e miliardi di ipotesi da verificare con un superanalitico pensiero scientifico: che è illusorio e violentemente dannoso quando viene applicato alla realtà sociale, mancando totalmente della concreta forza di previsione sintetica.

Il pensiero scientifico dovrebbe almeno timidamente salire al livello dell’Arte quando si rivolge al sociale, e allora inaspettatamente il disorientamento cessa. A volte avviene inconsapevolmente, come ad esempio è successo col sociologo Zygmunt Bauman e la sua raffigurazione del sistema sociale moderno come “Società liquida”.

Immagine-sintesi che al pensiero solo scientifico non dice nulla (al massimo la scambia per uno slogan azzeccato) mentre ad un pensiero scientifico che riesce a salire al gradino dell’Arte essa offre una preziosissima sintesi concreta della realtà, riferita al sistema sociale, tale da far individuare sùbito dove si trova la madre di tutte le sue magagne antisociali.

Magagna n°1 che non si trova come qualcuno potrebbe pensare in Bil Gates, o nella Cina, o nei Terroristi, o nei Migranti, o nella Burocrazia, o nei limiti all'idolatrata Crescita e così via.

Riferita espressamente, specificamente al sistema sociale la magagna n°1 è la sua strutturazione monodimensionale. Strutturazione che è violentemente antisociale, anticristiana, antieconomica, antipolitica e anticulturale: comunque disumana, se la si osserva spregiudicatamente.

E l’immagine-sintesi della Società liquida di Bauman, applicata al sociale moderno in tutta la sua cristallina concretezza, denuncia tutto questo in modo estremamente chiaro.

Se vogliamo raggiungere una chiarezza sull’inutilità dannosa di avere opinioni personali su come sistemare i guasti del sistema sociale moderno, possiamo utilizzare quest’altra immagine riferita alla realtà concreta che il pensiero solo scientifico, come vedremo, potrà serenamente asseverare.

 


Perché il sistema sociale moderno non funziona, ma è appunto tragicamente antisociale e disumano? Perché dobbiamo immaginarcelo come un Ipermercato Planetario [questo anche il pensiero solo scientifico lo può dimostrare con miliardi di osservazioni] dove tutti noi spingiamo i nostri carrelli della spesa pieni delle nostre illusorie opinioni sociali su come ottenere finalmente il Paradiso in terra.

Paragonandole ai prodotti sulle gondole possiamo dire di aver decine di migliaia di opinioni plausibili [tanti sono i prodotti in un Ipermercato] per affrontare ogni e qualsiasi problematica sociale. Uno riempie il suo carrello della spesa attingendo alla gondola dei detersivi, un alto a quella dei biscotti, un terzo a quella del non food. Altri ancora passano dalle verdure al pesce ai vini. Altri ancora dal bancone dei salumi a quello dei formaggi e al reparto informatica.

Così potremmo continuare all’infinito, e tuttavia queste nostre opinioni non servono a cambiare il mondo... perché neppure raggiungiamo le casse del supermercato. Come mai?

Perché stiamo spingendo tutti, senza avvedercene, dei carrelli della spesa con il freno bloccato [e che questo sia un problema strutturale e non di contenuti anche il pensiero solo scientifico lo può dimostrare a occhi bendati].

E nel caos che si origina da questo disagio, mentre i carrelli si urtano e si ostacolano a vicenda [così che ogni mirabolante riforma progettata non solo non funziona, ma si trasforma nel contrario di quanto voluto], chi spinge accusa l’altro di arrestare la sua corsa. Cosa che anche l’altro, anzi molti altri, gli rinfacciano a loro volta. Eppure non sono gli altri – in realtà alle prese con lo stesso identico problema - che lo ostacolano, ma proprio il freno tirato del suo carrello della spesa. Di cui nessuno di loro si avvede!

E torniamo così, anche attraverso quest’altra immagine-sintesi, alla constatazione che ci esorta a non tentare ipotetici miliardi di soluzioni opinabili al problema sociale moderno e ad orientarci verso l’unica soluzione possibile: quella che prende in considerazione la modifica strutturale del sistema. 

Dunque: togliere il freno al carrello sociale! Non riempirlo di nuove meravigliose opinioni economiche, politiche, culturali prese dalle gondole.

Soluzione strutturale che emerge immediata nell’immagine-sintesi della Società liquida di Bauman, quando si considerano davvero "liquide" anche le tre dimensioni (Economia, Politica, Cultura). 

 Immaginarne il reciproco inquinamento inevitabile [la corruzione montante] se versate nel contenitore unico Mercato, ad esempio, ci deve portare a instaurare una diversa strutturazione del sistema sociale.Diversa da quella attuale che è monodimensionale (a 1Dimensione sociale dominante sulle altre due) e che non rispetta la loro differente funzionalità sociale, che è viceversa tridimensionale.

Istituiamo dunque la Società tridimensionale dei tempi nuovi (a 3Dimensioni autonome e collaborative): liberiamoci dalla disumana schiavitù del sistema attuale dei moderni carrelli della spesa con il freno sociale bloccato.

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