Punto & Virgola

Monte dei Paschi di Siena: un caso esemplare di malasocietà strutturale

Chi ha orecchie sociali per intendere intenda


10/10/2016

di Andrea di Furia

Quando si parla in modo concreto del sistema sociale moderno ci si trova spesso avviliti e senza parole di fronte alle risposte dei vari interlocutori: sia degli analfabeti sociali di ritorno per difetto di informazioni (per ignoranza) sia degli analfabeti sociali di ritorno per eccesso di informazioni (per arroganza).

È come se a qualcuno diceste: “Chi ha orecchie per intendere... intenda” e costui vi rispondesse: “In tenda? Le orecchie le ho, ma in quale tenda dovrei metterle? Qui non c’è nessuna tenda!”.

Non vi cadrebbero a terra le braccia per lo sconforto? Probabilmente si doveva sentire così Adriano Olivetti quando tentava di parlare della Comunità concreta agli analfabeti sociali di ritorno contemporanei - i Padri fondatori dell’Italia repubblicana che la basavano "idealisticamente" sul lavoro" (e oggi vediamo quanta poca concretezza c'è nel nostro art.1 della Cotituzione) - i quali per superficialità e indottrinamento ritenevano il singolo Cittadino, e non la Comunità concreta, il vero soggetto della dimensione politica.

Di cosa parlano oggi le cronache quotidiane? Del duello Clinton-Trump; della previsione astrologica del Governo di una crescita dell’1% del PIL italiano (15 miliardi), quando dovrebbe crescere del 40% (600 miliardi) per cominciare a risolvere il nostro problema del debito pubblico; del referendum; della precarietà; della conquista del potere di nuove forze politiche; e di mille altre cose ritenute tutte estremamente prioritarie nel sociale.

Di cosa dovrebbero parlare, invece? Di ristrutturazione sociale e di null’altro: ossia di come passare “concretamente” da un sistema sociale malato perché strutturato a 1 dimensione prevaricante sulle altre due (sistema a 1D) a un sistema sociale sano perché strutturato a 3 dimensioni equilibrate e autonome (sistema a 3D), in cui nessuna delle tre dimensioni possa prevaricare sulle altre due, soggiogarle e assoggettarle.

E poiché non è la ristrutturazione sociale, ma sono tutte le altre priorità – economiche (la crescita), politiche (l’indipendenza del potere giudiziario) e culturali (le riforme della Scuola) - a dettare l’agenda di chi ci governa (oggi le Banche, ieri i Partiti e ieri l’altro la Chiesa) come risultato inevitabile abbiamo la devastazione dei Territori, l’involuzione delle Comunità e il disorientamento delle Persone.

Il caso Monte dei Paschi di Siena è esemplare… se si hanno orecchie "sociali" per intendere.

In primo luogo perché registra il passaggio temporale del prevaricare di una dimensione sociale dopo l’altra nel permanere della strutturazione a 1D del nostro sistema sociale: allucinatoriamente definito “moderno”.

All’inizio del Rinascimento, quando ancora comandava la Chiesa – ovvero quando strutturalmente la dimensione sociale culturale prevaricava quella politica e quella economica, assoggettandole ai propri specifici scopi - nasce il Monte dei Paschi di Siena: da un punto di vista storico è un Monte di Pietà inquadrabile nella tradizione delle fondazioni religiose cattoliche che nel Medio Evo avevano avviato un’attività bancaria, a sèguito dell’impulso innovativo dei Templari.

 


Il Pentasecolare istituto, come lo chiamano i Senesi, è sorto nel 1472 su iniziativa di alcuni Frati francescani per erogare alle Persone prestiti di limitata entità a condizioni favorevoli rispetto a quelle di mercato. L'erogazione finanziaria avveniva in cambio di un pegno a garanzia del prestito, che di solito durava circa un anno. Trascorso il quale, se la somma non era restituita, il pegno veniva venduto all'asta. Ad oggi è la più antica banca in attività al mondo. 

Poi - pur rimanendo il sistema sociale strutturato a 1D prevaricante le altre due - dopo alcuni secoli si assiste alla vittoria del potere politico su quello religioso. Lo Stato si sostituisce alla Chiesa come istituzione sociale dominante: specialmente dopo l’Unità d’Italia (1861) sono i Partiti politici a determinare la vita e l’attività del Monte dei Paschi rendendola indispensabile alla vita della Comunità senese.

A un certo punto, a livello locale s'impone il dogma della "senesità" e dell'autonomia sacrale del Monte. La senesità è una specie di categoria dello spirito, un paravento consociativo dietro cui si mescolano interessi politici locali, il peso secolare della curia, gli affari dei notabili, la massoneria e le ambizioni della sinistra nazionale.

Dietro queste contrastanti pressioni, verso la fine del 1900 viene cambiato lo statuto del Monte dei Paschi. Ora anche Presidente e Direttore generale, prima indicati dal Tesoro, diventano espressione del territorio: quel territorio che adesso vive dei denari distribuiti dalla Fondazione e dalla Banca, controllate con pugno ferreo dalla politica.

Ma dopo il 1990 il sistema sociale italiano andava mutando pelle. Cambiava aspetto, ma è un cambiamento di facciata non di sostanza. Cos’è successo, inosservato dai più?

Il sistema resta immodificato (è sempre giurassicamente strutturato a 1D) eppure ora è il Mercato che vuole sostituirsi allo Stato come istituzione sociale dominante: al potere ci vuole andare la dimensione economica e vuole assoggettare quella politica.

Tutte le vicende che si sono succedute da allora - legge sulle Fondazioni bancarie di Giuliano Amato, mani pulite, vicende dell’AntonVeneta e dei furbetti del quartierino, Governo esterovestito del Senatore preventivo Mario Monti e del Presidente Napolitano, legge Monti-Fornero, Riforme della Scuola, la recente esplosione di 4 potenti Banche locali (Banca Marche; Banca popolare dell’Etruria e del Lazio; Cassa di risparmio di Ferrara; CariChieti) e la tragedia incombente su Azionisti e possessori di obbligazioni subordinate del Monte dei Paschi di Siena – sono derivate dal feroce attacco portato dal Mercato (le Banche internazionali speculatrici, la Troica) contro Stato e dai goffi tentativi di difesa da parte di quest’ultimo (i Partiti).

Per quel che riguarda il Monte dei Paschi, Giuliano Amato è davvero l’uomo del destino. Nel senso che è l’adepto del Mercato entrato nella compagine senese come portatore del verbo liberista di come si doveva fare sul serio la Banca in senso moderno.

Seguendo l'illusoria buona novella del dottor Sottile, il Pentasecolare istituto si butta gagliardo nelle acquisizioni. Banca 121 e Antonveneta sono due bocconi avvelenati che per una delle più solide banche europee rappresentano scelte equivalenti all’eutanasia: all’epoca vendute ai Senesi come splendide operazioni di alta finanza da strappare a tutti i costi alla concorrenza.

Dal punto di vista strutturale sociale, l’ingenuità del dottissimo dottor Sottile è quella di essere un perfetto analfabeta di ritorno al pari dell’ultimo degli ignoranti sulla Terra: gli errori nella dimensione economica si pagano immediatamente... non fuori tempo massimo come si è abituati nella dimensione politica, e ancor più in quella culturale.

Così l'invidiata solidità del Monte dei Paschi di Siena evapora come un fiocco di neve al sole: evaporazione che ci dimostra come con la prevalenza della dimensione economica sulle altre due (e permanensdo tetragono un preistorico sistema sociale strutturato a 1D) siamo passati dalla Società liquida all'ancor più caotica e antisociale Società gassosa.

 


Ma non sono le vicende di un uomo che ci interessano, ci interessa piuttosto il palese caso di malasocietà strutturale: ossia vedere come l’automatismo antisociale di un sistema strutturato a 1 D prevaricante sulle altre due tenda sempre indiscriminatamente verso la devastazione dei Territori, la distruzione delle Comunità e il disorientamento delle Persone.

Riepilogando: abbiamo ripercorso in un caso specifico come quello del Monte dei Paschi di Siena - ma che vale per tutte le vicende culturali-politiche-economiche attuali - il passaggio dalla dimensione culturale-religiosa alla dimensione politico-partitica e infine alla dimensione economico-finanziaria senza che la strutturazione sociale del sistema venga minimamente modificata, e che pertanto resta immutato a 1D: perciò invece che registrare una positiva "evoluzione" sociale riscontriamo una negativa "involuzione" antisociale.

Quando avviene lo slittamento dimensionale, per la legge di Gravità sociale l’idea portante originaria di fatto degenera sempre più ad ogni passaggio.

I fatti storici lo confermano: in un sistema strutturato a 1D, damezzo per sostenere i meno abbienti a prezzi più favorevoli del mercato (quando comandava la dimensione culturale) il Monte dei Paschi di Siena è diventato prima lo strumento dell’arrivismo dei Partiti (quando comandava la dimensione politica) e poi lo strumento della predilezione del Mercato (quando adesso comanda la dimensione economica) ad ingrassare gli speculatori a spese dei veri soggetti dimensionali del sistema sociale moderno: Territori, Comunità e Persone.

Pensiamo ai Senesi, alla loro Comunità e al loro Territorio: dove si sta profilando la stessa disperante situazione delle 4 Banche ricordate sopra.

Cos’è successo lo scorso autunno? Migliaia di piccoli risparmiatori hanno perso i loro investimenti quando il 22 novembre un decreto del governo ha messo quattro banche in “risoluzione” per non farle chiudere e sono state create quattro nuove “banche ponte” al posto delle vecchie ormai decotte.

Per ciascuna delle quattro banche, la parte “buona” del bilancio è stata separata da quella cattiva e tutti i prestiti in sofferenza sono stati trasferiti in un’unica bad bank.

Chi ha pagato il salvataggio delle quattro Banche locali? Secondo le nuove norme europee che regolano la procedura di risoluzione delle banche in difficoltà, norme imposte dal Mercato dominante, hanno pagato gli azionisti e chi aveva investito in obbligazioni subordinate. Norme sintetizzate con gergo asettico "bail-in".

Norme che per certi versi, come tentativo di moderare l’avventurismo speculativo ad esempio, sono anche opportune. Purtroppo non tengono conto della strutturazione a 1D del sistema a causa della quale esse soffrono, e noi con loro, di indesiderati e inattesi effetti collaterali.

L’applicazione del cosiddetto bail-in in Italia, infatti, è complicata dal fatto che spesso le Banche in nome del business speculativo idolatrato dal liberismo imperante e della mission di aumentare il PIL nazionale hanno vigorosamente scaricato prodotti finanziari rischiosi - come azioni e obbligazioni subordinate, ossia i titoli più a repentaglio proprio in caso di bail-in - anche a risparmiatori privati che non avevano la minima idea della trappola mortale in cui stavano ficcando i propri risparmi di una vita: un pensionato di Civitavecchia si è suicidato per aver perso oltre 100mila euro investiti in obbligazioni subordinate emesse da Banca Etruria.

Poiché il sociale moderno è tridimensionale, quello che è successo ha fatto scattare una triplice ripercussione:

  • Culturalmente, gli Italiani sono contrari al salvataggio delle Banche con i soldi pubblici (ossia propri);
  • Politicamente, dicono molti, per il Governo sarebbe problematico trovarsi costretto a salvare il Monte dei Paschi in un momento cruciale come quello del referendum, e in ogni caso qualsiasi intervento pubblico farebbe scattare la roulette russa del “bail-in”;
  • Economicamente  servono diversi miliardi, che si fanno fatica a trovare perché manca l'interesse speculativo all'operazione di salvataggio: non c'è trippa per gatti.

Triplice ripercussione che richiederebbe un sistema sociale a 3D, per essere affrontata positivamente e con successo, ma che il sistema strutturato a 1D non è in grado di gestire. Salvo illudersi con furbate, scaricabarile, fuoco amico e rinvii.

Nel caso specifico si pensa, dottissimamente, che sia più urgente fare questa o quest'altra cosa per il Monte dei Paschi... rispetto alla modifica strutturale del sistema malato (ossia portarlo da 1D a 3D) che è causa diretta del pentalustrale disastro bancario. Il che, viralmente, sortirà ulteriori disastri.

 

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