L'Editoriale

La Corte tedesca attacca la Bce per portare l’Italia nel baratro

Con un dubbio al seguito: la pandemia è stata scatenata per difendere il globalismo e farci comprare in saldo?


11/05/2020

di Mario Pinzi


“A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”, affermava Giulio Andreotti. 
Io non sono un profeta come lui ma qualche volta ci prendo anch’io. 
Il manifatturiero italiano tenta di ripartire, ma la sentenza della Corte costituzionale tedesca di Karlsruhe ha messo un bastone nelle ruote della nostra industria.   
Cosa ha sentenziato la Corte per danneggiarci? 
Ha affermato che la Bce deve interrompere l’acquisto dei titoli di Stato finalizzati a tutelare il debito pubblico dei Paesi dell’Unione dagli squali della finanza e ha dato tre mesi di tempo per chiudere il rubinetto. 
Tutti gli imperi prima o poi muoiono e il Nuovo ordine mondiale che voleva saccheggiare il pianeta con la globalizzazione cadrà anche lui rovinosamente. 
All’inizio la strategia della globalizzazione non è stata capita, ma ora che sta evidenziando i propri artigli i suoi ideatori e sostenitori (Rockefeller, George Soros e l’asse franco-tedesco) verranno portati a togliere il disturbo dalla scena economico-politica mondiale.   
Gli sciacalli che hanno speculato su questa sbagliata strategia e forse promosso la guerra batteriologica, non possono immaginare quanto sarà rovinosa la loro caduta. 
Angela Merkel ha gioito per il risultato dell’Alta Corte tedesca perché ha decretato che i poteri dell’Unione devono essere assoggettati agli interessi della Germania. 
Dopo la sentenza di Karlsruhe il nostro spread è risalito a quota 250 e senza l’aiuto di Mario Draghi che fermava qualsiasi speculazione finanziaria il nostro Paese è spacciato. 
La sentenza tedesca obbliga i più convinti europeisti ad una seria riflessione sull’onestà dell’Unione, perché mette sotto i riflettori la disonestà di Bruxelles e di chi si inchina al suo volere.   
Cari lettori, l’Ue non è mai esistita e io pensando male, come faceva spesso Andreotti, ci ho preso.   
L’euro è una moneta utile a far arricchire la Germania e il 53% dei nostri connazionali non ne può più del super marco tedesco.  
Di recente il Centro studi della Luiss ha pubblicato un sondaggio che conferma la stanchezza degli italiani per l’Unione europea. 
Il 18% vuole abbandonare l’euro e il 35% auspica la fuga dalle Ue e questo dato è confermato anche tra i giovani.  
Insomma, la maggioranza degli italiani sono stanchi dello strapotere tedesco e vogliono cambiare le cose.  
Gli studiosi della Luiss confermano che i nostri connazionali hanno una pessima opinione della solidarietà europea e delle sue regole.  
Lo studio sottolinea che l’Ue è gradita agli imprenditori internazionali e ai possessori di ricchezze consolidate. 
Mentre sul fronte opposto c’è la media borghesia che sta scomparendo e quelli che faticano ad arrivare a fine mese. 
Il verdetto tedesco contro l’Italia, per il momento, ha posto le basi per distruggere l’Unione europea, ma il messaggio della Corte Costituzionale teutonica è fin troppo chiaro e l’Italia se non vuole finire decapitata deve attrezzarsi per mandare a quel paese Bruxelles. 
Fino ad ora chi ha governato l’Italia ha pensato ai propri interessi e con la scusa del bene comune europeo ha ubbidito cecamente agli ordini della Germania rinunciando a far emergere il buon senso che avrebbe premiato tutta l’Unione.  
Quello che nell’immediato ci attende è l’uscita dall’Europa, una decisione che a molti può sembrare difficile ma in realtà non lo è. 
Faccio questa affermazione con la massima tranquillità perché peggio di così non potrebbe andare. 
Con la guerra batteriologica e il vile comportamento della Corte tedesca, il nostro Paese per ottenere le risorse necessarie alla ripresa deve riconquistare la sovranità monetaria e, abbandonando la “Via della Seta”, formare nuovi accordi commerciali con l’America, l’Inghilterra e la Russia che ci attendono a braccia aperte.  
Va ricordo che David Rockefeller, morto il 20 marzo 2017, è stato il fondatore del gruppo Bilderberg è della trilaterale con l’obiettivo di spingere l’economia mondiale verso la globalizzazione e il disastro che stiamo vivendo nasce dalla sua sete di potere.   
Cari lettori, con quello che è accaduto l’agognato cambiamento è a portata di mano e sono certo che anche gli euro-convinti saranno lieti di dare una risposta positiva alla nuova “Via del Successo” targata Made in Italy…    

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