L'Editoriale

L'Ocse bacchetta l'Italia al posto della Germania

Toh, questa sì che è una sorpresa. L’organismo parigino afferma che il nostro debito potrebbe far esplodere l’Europa             


24/09/2018

di Mario Pinzi


L’Ocse ha bacchettato l’Italia affermando che con il nostro elevato debito siamo un vero pericolo per l’intera Europa. 
Questa becera organizzazione parigina, con la sua valutazione, ha dimostrato tutta la malafede che ha in seno, perché il suo grido d’avvertimento non doveva essere rivolto a noi, ma alla Germania che per colpa dell’elevato indebitamento della Deutsche Bank, maggiore sovvenzionatrice dell’economia reale tedesca, è sull’orlo del fallimento. 
Cari lettori, questo colosso del credito, che spesso ha criticato l’Italia, ha collezionato una nuova multa milionaria per la mancanza di controlli sul riciclaggio di denaro sporco proveniente dalla Russia. 
La Riserva Federale americana gli ha imposto una multa da 41 milioni di dollari (37 milioni di euro). 
Secondo quanto è stato accertato dalle Autorità statunitensi, alcuni clienti della banca tedesca avrebbero riciclato denaro sporco in rubli per circa 10 miliardi di dollari attraverso le proprie filiali di Mosca, New York e Londra. 
La Fed afferma che per lo stesso reato la banca tedesca aveva già preso una multa da 425 milioni di dollari, e io aggiungo che sulle sue spalle grava anche una mega multa da 14 miliardi di dollari per i derivati immobiliari tossici. 
Indispettirsi per il comportamento dell’Ocse è il minimo che l’Italia dovrebbe fare, perché la Deutsche Bank, per gli errori di avidità commessi in passato, ha debiti per 12 volte il Pil tedesco e 5 volte quello europeo, e chi sta mettendo in pericolo l’Europa non è l’Italia, ma la Germania. 
Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, ha affermando che in rapporto al Pil il nostro debito ha raggiunto il 132% ed è insostenibile. 
Con le regole imposte da Bruxelles questa montagna di soldi non potrà mai calare, e ricordo all’Ocse e a Visco che il nostro Paolo Savona, ministro per gli Affari Europei, per portare il nostro debito sotto la soglia del 60%, aveva fornito a Bruxelles una proposta intelligente che era quella di spostare la quota estera del problema nelle tasche degli italiani, attraverso fondi d’investimento del patrimonio immobiliare che possediamo, ma la risposta è stata negativa perché andava contro all’establishment che ha in pugno l’Unione. 
Possedere un debito alto può non essere un problema, lo è solo se non vengono effettuate delle vere riforme finalizzate alla crescita del Pil. 
Abbiamo un concreto esempio di questa teoria che arriva dagli Stai Uniti. 
Donald Trump ha ridotto le tasse, e ha fatto investimenti produttivi interamente a debito avendo anche lui un passivo che ha raggiunto il 108% del Pil, e il risultato, cari lettori, è stato quello che l’America è tornata a crescere riducendo i suoi oneri negativi.   
Come ho già scritto, gli speculatori investono su titoli che danno garanzie di crescita, e se l’industria manifatturiera, vera ricchezza di un Paese, paga meno tasse e il suo lavoro viene agevolato, si ritroverà con maggiore liquidità da investire in ricerca e assunzioni di giovani leve che sono il pilastro del futuro. 
Dal prossimo anno Mario Draghi, con il suo Quantitative easing, non ci sarà più e vi assicuro che per noi diventeranno cavoli amari. 
Non ci vuole un genio per comprendere che indebitarsi per ricostruire il Paese Italia che si sta inabissando, e trasferire nelle tasche delle famiglie italiane gli interessi passivi che paghiamo alla finanza speculativa è una strategia vincente che produce del reddito utile ad eliminare il passivo che abbiamo accumulato. 
Dopo il colpo di Stato del 2011 che ha portato al vertice del potere italiano il grande Mario Monti e Elsa Fornero, che hanno collezionati una marea di risultati negativi obbligando il Fondo Monetario Internazionale a fare il mea culpa, siamo obbligati a voltare pagina, e se non lo facciamo siamo dei veri deficienti. 
Draghi, ha già aperto la porta per andarsene dalla Bce e il tempo della nostra ribellione è giunto al termine. 
Facciamo delle vere riforme utili al nostro Paese, e smettiamo di difendere gli interessi di chi si vuole morti.
Dimostriamo al mondo che l’Italia è una vera risorsa di business per tutti, anche per gli speculatori…   

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