Punto & Virgola

Il retroscena strutturale nella riforma Cartabia della Giustizia


23/11/2021

di Andrea di Furia

Chi non si è interrogato sulla riforma della Giustizia della ministra Cartabia? Molti che poi si sono divisi in due fronti opposti: chi dice che è una “riforma buona”, chi invece una “riforma cattiva".

I primi ritengono appropriato l’obiettivo di ridurre i tempi di una Giustizia-lumaca indegna di un Paese civile. L’obiettivo è snellire processi che durano in media 7 anni e mezzo nel civile, e oltre 5 nel penale.

Gli altri ribattono che con tale riduzione non è più possibile esercitarla, la Giustizia: molti processi, specie in Appello e Cassazione, finirebbero incompleti al suono del gong riformista.

A ben guardare, le “gambe logiche” di entrambe tesi sono condivisibili ma, come cantavano Sabrina Salerno e Joe Squillo, “dietro le gambe c’è di più”.

Per non cadere nell’etichetta della dietrologia e del complottismo - così comoda e utile oggi a zittire gli avversari culturali, politici ed economici – partiamo come sempre dalla struttura oggettiva e concreta del sistema sociale.

Dalla quale sappiamo che è in atto un conflitto tra chi è paladino della precedente Società liquida politica in cui lo Stato raccoglieva e determinava tutte le istanze sociali (culturali, politiche ed economiche) e chi è paladino dell’attuale Società gassosa economica in cui è il Mercato a raccogliere e determinare tutte le istanze sociali (culturali, politiche ed economiche).

Dal punto di vista strutturale oggettivo: “i primi”, promotori e favorevoli alla riforma Cartabia, sono i paladini della Società gassosa; “gli altri”, critici e oppositori, sono i paladini della Società liquida.

Dietro “i primi” stanno le logiche di un sistema utilitaristico, dietro “gli altri” stanno le logiche di un sistema ideologico: entrambi sistemi unidimensionali parassitari [delle altre due dimensioni sociali dominate] e destinati a produrre risultati anoressici, quando li producono, perché praticano entrambi l’obsoleta raccolta indifferenziata (“i primi” nel cassonetto dell’indifferenziata sociale Mercato; “gli altri” nel cassonetto dell’indifferenziata sociale Stato) del sociale tridimensionale (economico, politico, culturale).

Infatti, “gli altri” – tra cui il Procuratore generale di Catanzaro Nicola Gratteri - ne fanno una questione di lana giuridica mentre “i primi” – tra cui la ministra Maria Marta Carla Cartabia - ne fanno una questione di lana economica.

Vediamo infatti che mentre il magistrato Gratteri stigmatizza i tempi troppo brevi concessi alla Giustizia dalla riforma, la guardasigilli Cartabia si affretta, nel suo pellegrinaggio a Washington di novembre, a tranquillizzare gli Investitori per i quali “i tempi lunghi” della Giustizia italiana sono la principale preoccupazione.

Va però osservato che la Giustizia (con la lettera maiuscola) degli “altri” è l’approccio “più giusto”, ma si è rivelato nei decenni dall’istituzione della Repubblica italiana un disastro. Perché?

Perché nel bidone della spazzatura sociale indifferenziata Stato nazionale le migliori idee giuridiche si sono confusamente intrecciate, inquinate e corrotte con elementi culturali, politici ed economici spuri che ne hanno determinato un deciso carattere di “ingiustizia e abuso", oltre che di lentezza procedurale.

Va anche osservato, però, che la giustizia (con lettera minuscola) dei “primi” non è l’approccio “più giusto”, ma quello che “costa meno” secondo la moderna teoria Law and economics che si va imponendo grazie alla sua sintonicità perfetta con l’impulso utilitaristico dell’emergente Società gassosa economica.

Qui va colto il passaggio dal bidone della spazzatura sociale tridimensionale Stato al bidone della spazzatura tridimensionale Mercato: anzi Iperpermercato!

Ipermercato della giustizia, in cui rispetto ai reati ci si comporta come lì rispetto ai furti: i costi per ridurli del 50% sono accessibili, i costi per ridurli al 90% sono proibitivi. Quindi come nell’ipermercato si accetta una piccola quota di furti (scaricandola sui prezzi) così nel Tribunale-ipermercato si deve accettare una quota di reati che non è economico perseguire.

Ma questa, si dirà, non è “Giustizia con la maiuscola”. Infatti, essa è malamente perseguibile (lo sappiamo per esperienza, pensiamo alle “stragi di Stato”) solo nella Società liquida in cui la Politica domina le altre due dimensioni.

Mentre nella Società gassosa in cui l’Economia domina le altre due dimensioni sociali si può perseguire solo una “giustizia con la g minuscola”, che però è anche uno dei punti da realizzare per ottenere ogni 6 mesi i miliardi del recovery fund. Quindi si fa e basta: con buona pace degli “altri”.

In attesa di istituire per legge una Società calorica sinergica tridimensionale – sinergica e non più conflittuale come le precedenti Società unidimensionali parassitarie liquida o gassosa – accontentiamoci dunque di passare da una mala-Giustizia liquida a una giustizia gassosa low cost.

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