Punto & Virgola

Il Convitato di Pietra: l'inosservata strutturazione-unilaterale malsana "a 1D" del sistema sociale

Vademecum per giovani (e non più giovani) risanatori sociali: parte quarta


28/01/2018

Abbiamo visto, come le centinaia di migliaia di “Se fossi io al potere, ci metterei nulla a sistemare tutto quello che non funziona” si possono suddividere in tre grandi filoni: quelli che puntano unilateralmente all’Uomo del destino, quelli che puntano unilateralmente a Democrazia è bello e quelli che puntano unilateralmente a Coi soldi si fa tutto quel che si vuole.

Ognuna di queste tendenze, da una parte, si spiega osservandone la derivazione sociale dimensionale: rispettivamente culturale la prima, politica la seconda ed economica la terza. Ma se osserviamo concretamente ciò che avviene passando dalla fase teorica alla fase pratica, abbiamo due risultanze precise riscontrabili in tutte e tre le tendenze unilaterali.

Nella fase teorica, in cui si affermano le proprie idee, vediamo prevalere un atteggiamento assolutistico; mentre in quella dell’applicazione pratica vediamo che all’esclusivismo unilaterale della propria tendenza si sostituisce - spessissimo contro la volontà dei vari “Se ci fossi io al potere” – un’irresistibile commistione delle tre tendenze.

L’esame degli avvenimenti dell’Algeria, ad esempio, ci ha dato l’occasione di cogliere il locale Uomo del destino (Abdelaziz Bouteflika) utilizzare concretamente sia la tendenza Democrazia è bello, sia Coi soldi si fa tutto quel che si vuole.

Ora, il primo atteggiamento teorico (in tutte e tre le tipologie) è chiaramente ascrivibile all’individuo e alle sue certezze, simpatie e inclinazioni personali e sociali. Ma la commistione?

Per chi fosse interessato al tema della commistione dimensionale ne tratto diffusamente in Mail da Furbonia, quale risultato dell’operare di una legge sociale, non osservata con la dovuta cura dalla Sociologia moderna, che porta sempre a questo risultato concreto: corruzione, caro vita, rivolte e repressioni.

E se non possiamo ascriverla all’inclinazione, simpatia o convincimento del singolo “Se ci fossi io al potere” di certo non è ascrivibile neppure ai suoi più stretti collaboratori. Dato che la tendenza più forte dell’Uomo del destino è sempre quella di circondarsi di persone che la pensano al suo stesso modo: non certo di rompizebedei che ad ogni piè sospinto gli rinfaccerebbero che quella giusta (quella che piace a loro, ma non a lui) è invece una della altre due tendenze.

Prima di evidenziarne le origini però - e sempre ispirandoci al reportage La paralisi algerina su Internazionale del 7/4 dicembre 2017 - vediamola all’opera sull’Uomo del destino.

 


Innanzitutto - appena giunto al potere e dopo aver amnistiato gli ex avversari - Abdelaziz Bouteflika, ora Padre della Patria, attiva il patto sociale della rendita che, come due facce della stessa medaglia, mette insieme le due altre tendenze unilaterali: quella con finalità storico-politica (Democrazia è bello) e quella con finalità economico-finanziaria (Coi soldi si fa tutto quel che si vuole).

La prima, basata sulla lotta al colonialismo, che ha portato all’indipendenza dalla Francia, viene strumentalizzata per la sistematica rielezione elettorale dei leader politici e per giustificare il loro immobilismo.

La seconda, basata sullo sfruttamento dell’esportazione di idrocarburi, viene utilizzata per comperare la pace sociale nelle sue varie componenti (religiose, burocratico-militari ed economiche).

E il risultato in Algeria l’abbiamo visto: un tempo rifugio di rivoluzionari dei Paesi in via di sviluppo e modello di politiche progressiste, adesso è saccheggiata da una cricca conservatrice di Oligarchi conservatori.

Rispetto alle dimensioni economica e politica locale qual è il risultato? L’aver favorito l’instaurarsi di un’economia da bazar in mano alle frange religiose, e l’aver trasformato la politica redistributiva a fini sociali in corruzione redistributiva.

E l’Uomo del destino? Ebbene, gli è impossibile farsi da parte: anche se recluso nel Palazzo presidenziale su di una carrozzina a rotelle, anche se ormai a fine linea e inadatto a vestire il ruolo che ricopre, anche se non appare più in pubblico e non pronuncia più nessun discorso… continua ad essere eletto dall’85% (del 50%) degli ammessi al voto.

E così ci si chiede: ma è stato veramente lui a silurare il potentissimo (per 25 anni) Capo del dipartimento informazione e sicurezza, Mohamed Lamine Mèdiene? E Amar Saadani? il Segretario generale del Partito (Fln) da sempre al potere?

Oppure dietro a tutto c’è l’ombra di Said Bouteflika? fratello ed ex professore di informatica e sindacalista, dal 1999 consigliere alla Presidenza? È lui il portavoce del fratello o lo è piuttosto dei clan che si spartiscono il potere?

E chi ha licenziato, a tre mesi dalla nomina, il popolarissimo primo ministro Abdelmajid Tebboune che aveva dichiarato di “voler separare politica e denaro” (e che aveva preso di mira la corruzione, il traffico d’influenze, l’attribuzione di appalti senza gare pubbliche) sostituendolo col Segretario del Partito Rnd, alleato da sempre, Ahmed Ouyahia? Il quale, nel pieno della guerra civile algerina di fine secolo, aveva introdotto le riforme imposte dal FMI.

Così risponde uno storico, esperto di Maghreb.
Benjamin Sora: «Il potere è il risultato della convergenza di molte forze: esercito, servizi segreti, polizia, partiti, mondo imprenditoriale. Tutte cercano di tutelare i propri interessi. Ma Bouteflika e i suoi hanno ancora in mano le leve del comando».

Così risponde un sociologo locale.
Nadji Safir: «Said Bouteflika ha un ruolo importante, ma non è Raùl Castro. Può arricchire gli amici, ma non ha le chiavi del potere. Il potere politico in Algeria non è ancora ereditario. Almeno per ora. È un insieme complesso e organizzato di istituzioni, meccanismi decisionali, discorsi, usanze e persone che hanno sempre due nature: una ufficiale e una informale».

E così riassume lo scenario un giornalista e scrittore.
Adlène Meddi: «Siamo nel momento peggiore: l’attesa. Il governo riconosce di non aver progetti per il futuro. La società è bloccata e si sente dire che anche da morto Bouteflika continuerà ad essere presidente. A questo punto nessuna ipotesi è da escludere. Neanche il “ricorso salutare” all’esercito, eventualità che il quotidiano El Watan evocava in un editoriale di due mesi fa, anche se la respingeva».

 


Il blocco della società, la convergenza di molte forze, l’incastro organizzato di istituzioni, meccanismi decisionali (eccetera) richiamata dagli intervistati è il prodotto della commistione delle tre dimensioni sociali causato, appunto, dal Convitato di Pietra sociale. Commistione delle tre tendenze unilaterali dei vari “Se ci fossi io al potere” che si realizza sempre, dunque anche contro le proprie convinzioni e inclinazioni originarie.

Il Convitato di Pietra è la soluzione unilaterale "inaspettata" (perché inosservata) e negativa, e deludente le aspettative economiche, politiche e culturali cui nessuno fa caso per l'incapacità del pensare scientifico a inquadrare, oltre ai contenuti, anche la “forma” del sistema sociale in cui viviamo. Che è anch’esso un organismo vivente.

Vale a dire che per il sistema sociale umano vale la legge della metamorfosi:  pensiamo solo alla metamorfosi che si è attuata dalle Teocrazie orientali precristiane alle Tecnocrazie occidentali di oggi. Il sistema sociale umano non è un elemento inerte, come la pietra, per il quale possa valere pedissequamente la legge di scientifica di causa ed effetto.

Nel Don Giovanni di Mozart il Convitato di Pietra è quel personaggio apparentemente inerte (una statua) la cui presenza e attività ineluttabile, però, incombe su tutto e tutti. E finisce per attivarsi persino su chi, come Don Giovanni, neppure lo considera.

E allo stesso modo nel sociale esiste una realtà che incombe su tutto e su tutti anche se nessun analfabeta sociale di ritorno moderno la considera. E mentre in Mozart sarà sorprendentemente la mano della statua - del Convitato di Pietra - ad afferrare il protagonista per trascinarlo all’inferno, nel sociale moderno a portarci nell'inferno antisociale montante è ciò che (inosservato) contribuisce a produrre tutto ciò che di negativo oggi si può rilevare: la strutturazione (a 1Dimensione dominante sulle altre due) del sistema sociale!

Da una parte pertanto possiamo osservare i buoni propositi di tutti i moderni risanatori sociali – chi preferisce l’Uomo del destino, chi Democrazia è bello, chi Coi soldi si fa tutto quel che si vuolee dall’altra osserviamo contemporaneamente che gioca loro contro un elemento inosservato (il Convitato di Pietra strutturale) che tuttavia sempre contribuisce a ostacolarli - rovesciando nel suo contrario antisociale ogni buona intenzione sociale - sul piano della realtà concreta.

Da una parte abbiamo gli uomini, dunque, con le loro idee e capacità, e dall’altra un elemento strutturale sociale che ne vanifica continuamente e con crescente successo gli sforzi.

Ormai sono trascorse 11 generazioni di riformatori sociali che - nulla avendo imparato dagli insuccessi di chi li ha preceduti, naturalmente, negli ultimi due secoli dalla Rivoluzione francese – ogni volta hanno preteso di riuscire dove le 10 generazioni precedenti hanno miseramente fallito.

Se giocassero al tavolo da poker costoro giocherebbero contro un poker di 10 scoperto, ma che non guardano neppure… tanto sono convinti di vincere con in mano full d’Assi e Re.

Ma questo, purtroppo per tutti noi, è il dramma degli analfabeti sociali di ritorno (passati, presenti e futuri) che poi vanno al Governo: sono convinti di riuscire comunque meglio degli altri perché si reputano più intelligenti, capaci e anche [purtroppo per noi tutti]  “gran conoscitori” dei meccanismi sociali.

Il Convitato di Pietra inosservato, ribadiamolo quindi, è il nostro sistema “antisociale” moderno "a 1D": e già il fatto di chiamarlo ancora “sociale” dimostra senza appello l’analfabetismo di ritorno imperante. Sistema "a 1D" che è viceversa del tutto antisociale perché continua ad avere la struttura “unitaria”,"unidimensionale dominante", di una preistorica Teocrazia orientale… pur essendo diventato una moderna Tecnocrazia occidentale.

Lo spostamento geografico nello spazio e quello storico nel tempo non ha mutato la sua struttura "a 1D" - ossia “a 1Dimensione prevalente sulle altre due” - ormai decrepita. Mentre dovrebbe già da tempo (almeno da due secoli) essere "a 3D - ovvero “a 3Dimensioni autonome” - per adeguarsi all'ormai avvenuta emancipazione delle 3 dimensioni sociali: Cultura, Politica ed Economia.

Il mancato aggiornamento strutturale sociale (l'upgrade da 1D a 3D) ai giorni nostri comporta che nelle tre dimensioni sociali prevalga il caos antisociale riscontrabile negli effetti deleteri sotto gli occhi di tutti: a cominciare dal proliferare di Enti inutili e di Istituzioni basate sul tornaconto personale nella Scuola, nello Stato e nel Mercato... fino a considerare la moderna forma di schiavitù dell'uomo attuale.

 


La schiavitù al tempo delle Teocrazie orientali, ad esempio, aveva una funzione sociale che avrebbe dovuto esaurirsi da fine epoca romana al Rinascimento. Invece, essendo connaturata alla strutturazione “a 1D” del sistema sociale ha continuato ad esistere: come Servitù della gleba prima e poi come l'odierno Mercato del lavoro. Nel quale i vari aspiranti al lavoro [che nobilita l’uomo?] sono schiavi di una domanda e di un’offerta drogata da una tecnologia e da una finanza “disumana” in mano a Istituzioni economiche sempre più antisociali e autoreferenziali.

Le classi sociali poi, le caste al tempo delle Teocrazie orientali, in origine avevano una funzione sociale che avrebbe dovuto esaurirsi all’epoca della Rivoluzione francese. Invece, essendo connaturate alla strutturazione “a 1D” del sistema sociale hanno continuato come Aristocrazia, Borghesia e Proletariato fino a metà secolo scorso, per poi frammentarsi nella miriade di Caste moderne (Politici, Professori, Economisti, Medici ecc).

Amplificando così quelle disuguaglianze tra uomo e uomo che, per i volenterosi risanatori sociali delle ultime 11 generazioni (!) si sarebbero dovute annullare nel moderno Stato... proprio perché unico detentore del potere sociale. Proprio perchè era lo Stato che avrebbe comandato unilateralmente, da solo, tutte e 3 le dimensioni sociali: sia ciò che gli compete (Politica) sia ciò che non gli compete (Cultura ed Economia).

L’istruzione, infine, al tempo delle Teocrazie orientali aveva una giustificazione sociale per il fatto di essere funzionale al sistema di allora: che contemplava come “sociali" -  ma solo allora, come vediamo dalla Repubblica di Platone (non di Scalfari) - sia la schiavitù che le varie caste dominanti. Ed essendo connaturata alla strutturazione “a 1D” del sistema sociale, l’istruzione ha continuato ad essere funzionale alle caste dominanti: quella religiosa nel Medio Evo, quella politica fino al ‘900 e quella economica dalla seconda metà del ‘900 in poi.

Invece di essere liberamente e autonomamente gestita da chi la fa, l’istruzione ha continuato ad essere inopportunamente consegnata nelle mani di chi non la fa (Stato e Mercato) condannandola così alla sterilità predatoria nella Scuola moderna.

Ma questo esaltatore delle unilateralità antisociali - in Politica, Economia e Cultura - è proprio il nostro attuale sistema sociale "strutturato a 1Dimensione sociale antisocialmente dominante le altre due"... che sta esaurendo, dopo 7 millenni, le sue forze.

Questo è il moribondo sistema attuale che viene spremuto come un limone esausto dai volenterosi risanatori sociali di tutto il mondo. E che reagisce ad ogni stimolo (culturale, politico, economico) avvitandosi su se stesso. Cosa riscontrabile ovunque - in Algeria, come in Italia, come negli USA e in tutti gli Stati mondiali – perché produttrice, invariabilmente, di corruzione, caro vita, rivolte e repressioni.

Del sociale vivente, di tutto ciò che deve attivarsi rispetto al passato (se vogliamo evolvere in modo sano verso il futuro planetario come Persone, Comunità e Territori) i nostri volenterosi riformatori sociali nulla sanno e neppure pensano di dover sapere.

Moltissimi tra loro si vedono veri missionari e vivono secondo il dettame di Luigi XV - cui venne predetta la Rivoluzione, ma dopo il suo regno - “dopo di me venga pure il diluvio”. E adesso che la tecnologia glielo permette catechizzano e rimproverano tutti con i loro tweet, come petulanti maestrini di prima nomina.

Tuttavia sono tutti inconsapevoli analfabeti sociali di ritorno “rifiniti” perché la tecnologia, come diceva Adriano Olivetti, non rende migliori di quello che già si è, né ampia le nostre conoscenze. Semmai amplifica le deficienze esistenti.

Per questo - sperando sia cosa utile ad evitare ulteriori danni antisociali generazionali commessi “in buona fede” da ogni nuova generazione - abbiamo messo a loro disposizione questo “vademecum per giovani (e non più giovani) risanatori sociali”.

Affinché delle dinamiche della concreta strutturazione sociale possano almeno imparare l’abc.

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