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Da Genova il primo polo ittico europeo

Icat Food, un Made in Italy che ridisegna la filiera del pesce nel mediterraneo


01/12/2025

di Mario Pinzi


In un momento in cui il comparto agroalimentare italiano cerca stabilità e nuovi motori di ricerca, da Genova arriva un segnale che potrebbe aprire scenari inattesi.
Icat Food S. p. A. azienda famigliare del made in Italy, nata oltre un secolo e mezzo fa sulle banchine del porto ligure, oggi è una realtà industriale moderna che sviluppa più del 98% del fatturato sul mercato nazionale e secondo l’ad Jan Dufur registra risultati economici da impresa consolidata: 72 milioni di euro di ricavi nel 2024, EBITDA di 1,4milioni di euro e utile netto pari a 536.000 euro.
La base operativa è italiana, così come la rete commerciale, formata da 61 agenti e oltre 12 marchi gestiti tra GDO, Horeca e normal trade, ma l’orizzonte è ormai internazionale.
Ciò che rende questo Made in Italy un caso industriale da osservare non è solo la sua longevità documentata nel file ufficiale come “170anni di esperienza” con radici nel XIX secolo, ma la capacità di aver trasformato una storia famigliare in un asset strategico del Paese.
Oggi Icat Food distribuisce oltre 1.500tonnellate di olive l’anno, affiancato un portafoglio di conserve ittiche tra i più ampi del mercato: dal tonno alle sarde, dai mackerel al salmone.
Ma il vero elemento di discontinuità è un altro: l’azienda genovese è l’unico distributore italiano del tonno Mare Aperto, prodotto dalla spagnola Jealsa, uno dei principali player mondiali del settore.
Questo incrocio tra know-how italiano e produzione internazionale apre uno scenario che va oltre la semplice distribuzione: Icat Food potrebbe diventare l’architrave di una futura alleanza europea della filiera ittica, sfruttando il peso globale di Jealsa e la credibilità storica del brand Angelo Parodi, emerso dall’allegato come una icona industriale nazionale.
Il marchio Angelo Parodi, rinato negli ultimi anni grazie a strategie di marketing mirate e alla trasformazione nel 2013 in personaggio televisivo.
Oggi è un brand premium riconosciuto dai consumatori e un potenziale ponte per espandere la presenza italiana oltreconfine.
La sua lunghissima tradizione, unità all’e-commerce dedicato e alla linea celebrativa dei 170 anni, dimostra come la storia possa diventare un valore di mercato, se gestita con visione imprenditoriale.
Nei documenti aziendali emerge inoltre un aspetto che potrebbe pesare molto nei prossimi anni: la sostenibilità certificata della filiera, con un sistema di approvvigionamento che prevede controlli diretti, selezione dei metodi di pesca e presenza di osservatori indipendenti a bordo delle navi dei fornitori.
In un contesto europeo orientato verso nuove normative ambientali e maggiore tracciabilità del pescato, questo posizionamento potrebbe trasformarsi in un vantaggio competitivo decisivo.
Se il settore alimentare del Mediterraneo dovesse puntare su un modello industriale capace di unire radici, governance sostenibile e scala produttiva internazionale, i numeri e la storia di Icat Food indicano che quel modello potrebbe partire da Genova.
Il mare, oggi, è una strategia economica.
E per la prima volta dopo parecchio tempo, l’Italia potrebbe tornare a sedersi al tavolo dei protagonisti.
Non è quindi esagerato definire Icat Food un “Tesoro Italiano” cioè un gioiello della ricchezza collettiva del nostro Paese che vale la pena comunicare.

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