Punto & Virgola

Cosa sta accadendo nel sociale mondiale? Serve un’immagine concreta del sistema

Il pensiero astratto considera solo una tessera alla volta del puzzle complessivo


06/02/2020

di Andrea di Furia

Cosa unisce il risultato elettorale tedesco in Turingia (dove il Governatore è stato eletto con i voti di AFD) e il probabile clamoroso successo del Sinn Fein alle elezioni di dopodomani in Irlanda con la psicosi mondiale in atto sul Coronavirus e con le acute osservazioni di Massimo Recalcati nel suo ultimo libro?

Abbiamo migliaia di commentatori specializzati sul singolo tema: ADFeisti pro e contro; Sinnfeisti pro e contro; intenditori di Coronavirus terrorizzati e fatalisti; Psicologi e Neuropsichiatri che si interrogano sul male umano di questo tempo. Tutti quanti gli specialisti trattano con perizia il tema di cui hanno nozione, ma nessuno riesce mai a chiarirci le interconnessioni tra fenomeni sociali apparentemente così lontani tra loro.

La specializzazione si sta rivelando la tomba di ogni conoscenza evolutiva umana, è il cerbero che tutela ogni conoscenza involutiva disumana. Questi specialisti, in realtà, affrontano però solo una tessera del puzzle sociale, alcuni credendo con ciò di vedere l’intera immagine cui appartiene. Ma il sistema sociale non è l’uomo. Nel sociale, diversamente che nell'uomo, la parte (il tema specifico) non è più grande dell’intero (il sistema).

Il pensiero concettuale astratto con cui gli specialiti, i tecnici, pensano quella singola tessera - ossia il pensiero scientifico ormai usato da tutti noi quotidianamente - corrobora questa sensazione di saper cogliere la realtà, mentre relega tale realtà in un limbo incomprensibile sostituendola con l’opinione soggettiva dell'esperto.

Possibile che nessuno di questi specialisti (bravissimi, lo diamo per scontato) non si renda conto, così pensando, di ridurre ai minimi termini la realtà sociale? Di rendersi sudditi di questa realtà complessiva non conosciuta? Di non poterla più inquadrare col proprio pensiero sociale?

Davvero nessuno ha la minima curiosità di voler capire cosa sta succedendo oggi nel mondo che ci ospita? Spero vivamente che non sia così. E per chi ha interesse a capire il sistema sociale attuale e non solo a “far capire agli altri la propria specialistica opinione su questo o quello”, entriamo nel vivo della domanda: cosa ha a che fare la psicosi sul coronavirus dell’opinione pubblica mondiale con l'ultimo libro di Recalcati e con le elezioni in Turingia e il preannunciato successo elettorale di dopodomani del Sinn Fein in Irlanda?

Sono 4 tessere del puzzle mondiale attuale. Ma qual è l’immagine del sistema sociale che si viene evidenziando, nel momento in cui le si considera nelle loro connessioni? E’ un’immagine che abbiamo ben chiara nella vita di tutti i giorni, ma che non riusciamo – causa la specializzazione del pensiero scientifico applicato al sociale – ad estendere in modo globale.

Partiamo esercitando il pensiero concettuale astratto. Come è stato definito il sistema sociale mondiale attuale? Prevalentemente come antisociale, disordinato, caotico, disumano, corrotto, inquinato, predatorio, fonte di disuguaglianze, di sprechi e di molte malattie sociali.


Se dovessimo trovare nella nostra vita sociale di tutti i giorni un’immagine-sintesi che racchiude tutti questi concetti troveremmo, dopo poche riflessioni, che la più adatta è quella del cassonetto per la raccolta indifferenziata dei rifiuti urbani. Raccolta indifferenziata che solo da pochi anni è stata affiancata dalla raccolta differenziata.

Forse che nel cassonetto dell’indifferenziata non si verificano i suddetti fenomeni? E’ una raccolta antisociale, disordinata, caotica, disumana, corrotta, inquinata, predatoria (Mafie), fonte di disuguaglianze, di sprechi e di molte malattie sociali (es. Terra dei fuochi).

Estendiamo allora questa immagine al sociale? Dobbiamo in questo specifico caso parlare della raccolta indifferenziata dei rifiuti sociali culturali (es. razzismo), politici (es. burocrazia) ed economici (es. lobbismo).

Ecco che da questo concreto punto di vista possiamo caratterizzare anche storicamente, nella sua triplice evoluzione, la raccolta indifferenziata del sociale nel suo specifico cassonetto. Nel medio-evo, in Europa, il cassonetto unico era culturale: era la Chiesa (oggi lo chiameremmo Scuola). Dopo la Rivoluzione francese il cassonetto unico era politico: era lo Stato. Oggi, invece, il cassonetto unico della raccolta indifferenziata dei rifiuti sociali è economico: il Mercato.

La prima storica fase della raccolta indifferenziata del sociale tridimensionale (culturale, politico, economico) che abbiamo definito Società solida ha come scopo specifico lo sviluppo dei talenti e delle qualità della Persona presa nella sua singolarità; la seconda fase, che abbiamo definito Società liquida, ha come scopo specifico la tutela dei diritti e dei doveri nella Comunità, intesa come pluralità di Individui che condividono la stessa missione; la terza fase, l’attuale, l’abbiamo caratterizzata come Società gassosa e ha come suo specifico scopo la circolazione delle merci e dei servizi sul Territorio.

Ora possiamo verificare direttamente che il sistema sociale attuale (mondiale, internazionale, nazionale) fa la raccolta indifferenziata dei rifiuti sociali tridimensionali (culturali, politici, economici) nel cassonetto Mercato. Di questa immagine-sintesi - che riassume in sé le ultime decine di migliaia di volumi sociologici, e non, sul tema del sistema sociale, pubblicati nell’ultimo mezzo secolo – fanno parte le quattro tessere del puzzle di cui parlavamo.

Potremmo a questo punto chiederci, ad esempio: la vita umana nella dimensione politica è la stessa se vissuta nella Società liquida statale o nella Società gassosa mercantile?

Per il pensiero scientifico astratto specializzato applicato alla Politica, la risposta non c’è: perché neppure ipotizza la domanda. Mentre per il pensiero scientifico concreto che sia giunto all’immagine sintesi della raccolta indifferenziata di cultura, politica ed economia nel cassonetto unico Mercato, questa risposta è ricercabile e ottenibile.

Nel cassonetto unico Stato della Società liquida, la Politica è il centro di tutto: anche della Cultura e della Economia. A maggior ragione, dunque, ricerca al proprio interno posizioni di centro. Per restare in Germania, abbiamo appena celebrato il cancellierato di Angela Merkel che di questa ricerca costante di centralità, capace di unire tutti i partiti in una missione comune condivisa, è stata testimonial e apostolo incrollabile.


Ma nel cassonetto unico Mercato? Qui è l’Economia che decide tutto, anche della Cultura e della Politica. E qual è l’essenza dell’economia? La Centralità? No. E’ il dislivello: tra un alto e un basso culturale (accesso agli studi); tra una destra e una sinistra politica (accesso alle risorse pubbliche), tra un davanti e un dietro economico (accesso alle merci).

Semplificando brutalmente, è il dislivello tra chi è ricco e chi è povero. E questo non può non condizionare anche la Politica, i cui rifiuti sociali sono mischiati, corrotti e inquinati dai rifiuti economici e da quelli culturali.

La Politica nella Società gassosa, dunque, non ricerca la centralità, ma il dislivello e quindi il conflitto tra i Partiti. Da qui nascono le alleanze innominabili e mai ipotizzate prima (nella Società liquida) che stanno caratterizzando la Società gassosa economica attuale.

Se l’alleanza di Cdu e Fdp con Afd in Turingia che ha portato all'elezione del candidato liberale ci è troppo lontana, pensiamo solo a quelle in Italia tra Movimento5Stelle e Lega prima, e ora tra Movimento5Stelle e PD. Incongrue, litigiose, instabili sul piano politico ma utilissime per accedere alle risorse pubbliche.

In politica, nella Società gassosa a prevalenza economica, lo scopo ultimo non è più la tutela della Comunità rappresentata, quanto piuttosto l'appropriarsi delle risorse pubbliche sul Territorio.

Territorio che nella Squilibrata Società gassosa diviene onnipervasivo, fino a condizionare l'intero Pianeta. E qui veniamo alla tessera psicosi da Coronavirus. Anch'essa appartiene a questa immagine-sintesi della raccolta indifferenziata del sociale tridimensionale (culturale, politico ed economico) nel cassonetto unico Mercato.

Pensiamo infatti a come il blocco dei voli da e per la Cina, causa la quarantena, stia colpendo la Terra intera. Casi come questo possono farci riflettere sulla fragilità estrema di questo sistema sociale più che milioni di saggi di specialisti sul fenomeno in sé.

Prima considerazione: l’economia globale oltre che una forza (per chi ne fruisce) è anche una terribile debolezza (per chi la subisce). Merci che prima provenivano dalla Cina ora non arrivano e causano l’effetto domino: negozi che prima sospendono l’attività poi la chiudono licenziando chi lavora, imprese dell’indotto che prima sospendono l’attività poi la chiudono licenziando chi lavora.

Seconda considerazione: già Adriano Olivetti aveva sottolineato come lo Stato nella Società liquida a predominio politico fosse incapace di affrontare la precarietà dovuta a variabili economiche. Chi ha poi sostituito il cassonetto Stato con il cassonetto Mercato – ma sempre per fare la raccolta indifferenziata dei rifiuti sociali tridimensionali – ha spergiurato di essere capace di farlo globalizzandosi. I fatti di oggi però dimostrano in concreto che questa era una pia illusione astratta e la precarietà è diventata cronica perché anche il Mercato non è in grado di reagire alle variabili economiche mondiali.

Terza considerazione: la qualità cede alla quantità. E’ questa una costante caratteristica della dimensione economica. Pensiamo alla standardizzazione industriale dei prodotti, rispetto all’artigianato; alla continua ricerca di mantenere alto il prezzo delle merci abbassando la qualità (per aumentare gli utili del produttore); alla massimizzazione del valore dell’azione per gli azionisti.

Purtroppo, però, nel cassonetto unico Mercato non è solo la qualità delle merci e dei servizi che si abbassa, si abbassa anche la resilienza della Comunità politica (avvento perciò inevitabile di Sovranismi, Nazionalismi, Pupulismi) e il livello culturale della persona, per cui ogni evento inaspettato determina ansie e psicosi collettive.


Qui vorrei citare alcune frasi di Massimo Recalcati, da pagina 26 e sgg. del suo libro Le nuove melanconie, facendo notare come l’immagine della raccolta indifferenziata dei rifiuti sociali nel Cassonetto Mercato permetta di inserire anche la tessera del puzzle da lui osservata.

Massimo Recalcati: «Un cambiamento di segno è intervenuto ormai da diversi decenni: mentre il disagio della giovinezza un tempo era caratterizzato dall’antagonismo tra l’istanza sovversiva del desiderio e l’imperativo repressivo dell’ordine costituito, dall’esigenza di staccarsi, di separarsi dalla dimensione conformistica della realtà, nel nostro tempo in primo piano dobbiamo riconoscere un’adesione senza scarti del soggetto all’oggetto che sembra non conoscere pause, discontinuità, interruzioni. La connessine all’oggetto dev’essere perpetua».

Siamo perfettamente nella Società liquida, il cui scopo è la circolazione delle merci: degli oggetti! Tutta la vita culturale ne è pervasa e la qualità dell’uomo attuale viene danneggiata dal prevalere di un sistema sociale che non considera come prioritari Persona e Comunità, quanto piuttosto Territorio e oggetti… senza conoscere pause, discontinuità, interruzioni.

Massimo Recalcati: «Il nostro tempo è radicalmente melanconico perché, come accade nella melanconia come figura clinico-psicopatologica, l’oggetto trionfa, sovrasta il soggetto. Al punto che non è più il soggetto che si dirige – nel movimento immaginario del suo desiderio verso l’oggetto - ma è l’oggetto che assedia, accerchia, aderisce come ventosa al soggetto stesso. Sono gli svariati oggetti del desiderio messi a disposizione dal mercato che si moltiplicano incessantemente. Sono quelli, commenta Lacan, che si incontrano “sul selciato uscendo, a tutti gli angoli della strada, dietro tutte le vetrine”, insomma, dappertutto».

Per questo incessante proporsi degli oggetti, quale dna dell’attuale Società gassosa, si investono miliardi al fine di condizionare all’oggetto il soggetto, alla merce la Persona. E sul coronavirus incide tantissimo il condizionamento pubblicitario così utile alla vendita commerciale dei vari vaccini, in primis quelli antinfluenzali.

Su di un uomo moderno già più che condizionato alla paura della morte inevitabile (anche per un banale raffreddore o una naturale malattia esantematica come il morbillo) non poteva che scatenarsi la psicosi di cui tantissimi ora si accorgono. Il problema è quel malinconico retrogusto economico dominante che vede il farmaco (l’oggetto) come indubitabile panacèa di tutti i mali, morte compresa.

In questo contesto, affrontare il tema del coronavirus col solito pensare specialistico si riduce soltanto a sperare nella predisposizione di un vaccino idoneo – purché nel minor tempo possibile – chiunque lo produca non importa; al suo valore come propaganda dell’efficienza dei Governi nel mettere in atto le misure di contenimento e nel blocco dei voli aerei da e per la Cina; nel compatire i trapassati, magari facendo gli scongiuri, per aumentare l’audience sui mass media.

Ma non è questo che ci importa sottolineare. Se riflettiamo sui numeri e non sulle manzoniane paure dell’untore suscitate dai media su di una determinata popolazione umana, anche al di fuori dei suoi confini, non si può che rimanere sbalorditi per la pochezza del fenomeno a livello numerico.

A livello numerico, aggiornato ad oggi, abbiamo 492 morti di coronavirus in Cina e 2 nel resto del mondo: su 7,5 miliardi di uomini viventi! Qui si vede la fragilità dell’attuale sistema sociale a predominio economico. Per un evento minimale si è boccato l’intero Pianeta, con prevedibili effetti collaterali: sul piano politico (inasprimento contrapposizione USA e CINA, ed Europa vaso di coccio tra i due di ferro); sul piano economico (aumento della già altissima precarietà con perdita di posti di lavoro e di attività economiche); sul piano culturale (ampliamento della sensibilità razzista anche al di là dell’etnos).

E’ questa fragilità intrinseca e pericolosissima di un sistema sociale squilibrato - la Società gassosa che fa la raccolta indifferenziata del sociale culturale, politico ed economico nel cassonetto unico Mercato - che si vuol mettere in rilievo.

Se però si ha l’immagine-sintesi corretta dell’attuale complessivo sistema sociale, si ha anche la soluzione alle problematiche in atto: così come con la raccolta differenziata dei rifiuti urbani si stanno via via affrontando problematiche affini per ampiezza e intensità (cambiamento ambientale e climatico). Problematiche decisive per le future generazoni prima totalmente ignorate sia culturalmente, che politicamente, che economicamente!

Serve a brevissimo, se tanta poca causa ci dà tanto effetto planetario, il passaggio dalla raccolta indifferenziata del sociale tridimensionale alla sua raccolta differenziata: Cultura solo nel cassonetto Scuola per una Persona più forte psicologicamente e non solo; Politica solo nel cassonetto Stato per una Comunità più resiliente; Economia solo nel cassonetto Mercato per un Territorio più sano e a misura d'uomo.

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