Punto & Virgola

Condannati ai domiciliari: è questo il vero volto antisociale dell'attuale Società?


11/03/2020

di Andrea di Furia

Nonostante gli appelli alla responsabilità per auto-quarantenarci volontariamente (giustissimi), nonostante le dichiarazioni del Governo di voler tutelare la salute di tutti (giustissime), nonostante lo scaricabarile politico sugli Epidemiologi (furbissimo), nonostante il ringraziamento al sacrificio di tutti gli Operatori sanitari (molto più che giustissimo), nonostante l’invito a fare sacrifici tutti e a rispettare le regole (giustissimo), nonostante, nonostante, nonostante (giustissimo, giustissimo, giustissimo) … il risultato, ora e in prospettiva, è solo quello dei domiciliari sine die.

Pensate forse che questo coronavirus sia solo qualcosa di momentaneo, di “una tantum”? No è solo all’inizio e, prevedibilmente, è solo il primo di una serie di micro-pandemie (anche economiche o politico-sociali, non solo sanitarie)  che si moltiplicheranno in tempi anche brevi; e che purtroppo lattuale sistema  – nella sua forma antisociale di Società gassosa a esclusivo predominio economico - non è in grado di affrontare senza effetti collaterali preoccupanti.

Il tempo, che è galantuomo più dell’Oms con i suoi complimenti e ringraziamenti, ci dirà che forse le sole precauzioni igieniche e un moderato uso di vitamina C – come è stato per tutte le influenze stagionali fin qui subite dall’uomo – sono sufficienti ad affrontare l’80% delle problematiche suscitate e persino a ridurre al minimo i danni da provvedimenti contenitivi (quelli fin qui attuati). Compresi quelli psicotici delle comunicazioni da bollettino di guerra che stanno terrorizzando tutti (vedi gli assalti ai supermercati), nonostante ci si sforzi in tutti i modi, anche minacciando il carcere, di farci restare tranquilli a casa.

“Li conoscerete da quello che fanno e non da quello che dicono”: direi che questo detto è la cartina di tornasole prettamente scientifica di ciò che ci sta accadendo. Il risultato l’abbiamo sotto gli occhi: paralisi culturale (tutte le manifestazioni chiuse a tempo indeterminato: il 4 aprile è solo indicativo, poi si vedrà); paralisi politica (tutte le questioni aperte ora sono in lista di attesa, salvo qualcuna più utile delle altre); paralisi economica (qui il disastro già si annuncia epocale e forse, speriamo di no, insanabile).


Ora cosa ci dichiara oggettivamente il “non quello che dicono ma quello che fanno”? Per continuare nella citazione evangelica direi che “non sanno quello che fanno”, meglio “che si fanno”, procedendo a tentoni come in un bosco senza luce.

Ora questo avviene per una concausa di fattori che supera la situazione Italiana o Cinese o, tra poco, Mondiale. Li accenniamo, dato che in questa rubrica ne abbiamo parlato più volte in dettaglio, per dare un orientamento che vada oltre la solita contingenza sociale pavloviana in cui viviamo senza accorgercene:

  1. Il pensiero scientifico non è un pensiero “sociale”, ma è pensiero “antisociale”. La sua caratteristica è quella di rispondere ad una qualsiasi sollecitazione (es. il covid-19) così come il toro reagisce alla muleta del Torero, ma non è capace di prevedere e calcolare tutte le conseguenze sistemiche sociali collaterali [riflessi su economia mondiale, sulle Comunità nazionali, sulla qualità della vita delle Persone… che perdono lavoro, casa e salute (!) senza essere affetti da Covid-19]. Detto alla veneziana, applicare indiscriminatamente il pensiero scientifico al sociale: “Xe pèso el tacòn del buso”. Lo dicono i risultati fino ad ora prodotti in tutte e tre le dimensioni sociali (Anti-Cultura, Anti-Politica, Anti-Economia). Tali risultati, contrari prima o poi alle attese, confermano che il pensiero scientifico va bene se applicato in altri campi astratti come matematica, informatica, statistica ma assolutamente non va applicato senza precauzioni in quello tridimensionale sociale concreto.
  2. Il sistema sociale attuale è inosservato per quanto riguarda la sua “forma strutturale”. Aristotelicamente si conosce la sua sostanza (le tre dimensioni Cultura, Politica, Economia con tutto ciò che si fa in esse), ma non si conosce la forma strutturale del sistema: ciò che determina il rapporto tra le tre dimensioni sociali, ovvero il suo squilibrio antisociale o il suo equilibrio sociale. Ora questa mancanza di conoscenza è grave: perché la sostanza è determinata dalla forma in cui si esprime il rapporto tridimensionale: in modo squilibrato e malsano o in modo equilibrato e sano. E la forma in cui si esprime oggi la triplice sostanza dimensionale è prettamente “antisociale!”. In che senso? Nel senso che la Società gassosa attuale in cui la dimensione Economica prevarica le altre due (Politica e Cultura) decide anche per queste cosa fare. Ciò significa che nonostante le giustificazioni salutiste del Governo gli aspetti “economico-finanziari” del coronavirus superano per importanza quelli culturali della salute pubblica: che lo si voglia o no! E questo non solo nel senso (diciamo positivo) del portafoglio delle multinazionali (che direttamente e indirettamente hanno voce in capitolo all’interno dell’Oms e che sono tutte tese a sintetizzare un salvifico vaccino antinfluenzale da somministrare ogni anno, meglio se obbligatoriamente), ma anche nel senso (diciamo negativo) del costo economico diretto e indiretto per l’intero Pianeta delle misure prese (embarghi dei Territori, quarantene per le Comunità politiche, obbligo dei domiciliari per le Persone ecc.) per affrontare l’aspetto medico-culturale. Costo accentuato dalle psicosi indotte dai bollettini di guerra.
  3. Il martellamento dei media H24. Se si volesse creare una psicosi ansiogena nelle masse in modo sotterraneo non c’è mezzo migliore di questo bombardamento visti i risultati: assalto ai supermercati, fuga da Milano, bagarinaggio sulle mascherine, speculazioni sull’Amuchina, rivolte nelle carceri. Va notato che non c’è bisogno del Covid-19 per questa campagna mediatica martellante. Anche una semplice influenza stagionale virale solita potrebbe ricevere la stessa attenzione ansiogena. Pensiamo ad esempio se si fosse agito nello stesso modo anche per l’influenza virale stagionale ottobre 2018-febbraio 2019 di cui le masse non conoscono i dati, ma che sono dati assolutamente in linea con quelli del coronavirus 2019-2020 per quanto riguarda casi gravi e decessi. Vediamoli:

Sole 24 Ore: «Da ottobre 2018 ad aprile 2019 sono stati segnalati ai vari sistemi di sorveglianza dell’influenza (casi gravi, Sismg, InfluWeb, InfluNet-Epi, InfluNet-Vir) 809 casi gravi provenienti da 19 regioni italiane di cui 8 di donne in stato di gravidanza. Una su quattro di queste persone (198 casi) purtroppo non ce l’ha fatta. Si tratta di casi di influenza confermata in soggetti con diagnosi di Sari (Severe Acute Respiratory Infection-gravi infezioni respiratorie acute) e/o Ards (Acute respiratory distress syndrome-sindromi da distress respiratorio acuto) ricoverati in terapia intensiva. Tre quarti di essi – 601 casi – hanno richiesto intubazione in terapia intensiva. La maggior parte dei casi e dei decessi, oltre 8 su 10, hanno riguardato persone con più di 50 anni, con un’età mediana di 68 anni. L’influenza ha avuto gli esiti peggiori in persone con una salute già compromessa: l’84% dei casi gravi e l’89% dei deceduti aveva almeno una condizione di rischio preesistente come diabete, tumori, malattie cardiovascolari, malattie respiratorie croniche, obesità)».

Sari e Ards influenzali 2018-2019 richiedono intubazioni come Sari e Ards Covid-19 2019-2020. La quasi totalità dei decessi 2018-2019 è allo stesso modo per persone anziane con altre patologie potenzialmente mortali, nel pari periodo (salvo sviluppi futuri) con dati addirittura più gravi del Covid-19 2019-2020. Vediamo le risultanze dell’Istituto superiore della Sanità sull’attuale coronavirus influenzale al 4 marzo 2020 secondo il Corriere della Sera.

Iss: «L’età: L’età media dei pazienti deceduti è 81 anni (sopra era 68 anni l’età media): e che ci sono 20 anni di differenza tra l’età media dei deceduti e quella dei pazienti positivi al virus. La maggior parte dei decessi — 42.2% — si è avuta nella fascia di età tra 80 e 89 anni; il 32.4% dei decessi erano tra 70 e 79; l’8.4% erano tra 60 e 69; il 2.8% tra 50 e 59 e il 14.1% sopra i 90 anni. Le donne decedute dopo aver contratto il virus hanno un’età più alta degli uomini. L’età mediana per le donne è 83.4, l’età mediana per gli uomini è 79.9. Il sesso: I pazienti morti dopo esser risultati positivi al Coronavirus sono in maggioranza uomini. Le patologie preesistenti: In più di due terzi (75%) dei casi (era l'89% nell’influenza stagionale) i morti con il Coronavirus avevano tre o più patologie preesistenti: il numero medio di patologie osservate è di 3,4. Con maggior precisione: il 15.5% del campione non presentava patologie, o ne aveva una soltanto; il 18.3% ne presentava 2; il 67.2% ne presentava 3 o più patologie. L’ipertensione era presente nel 74,6% del campione, seguita dalla cardiopatia ischemica (70,4%) e dal diabete mellito (33,8%)».

Confermano la tendenza i dati del Center of Desease Control and Prevention sul Covid-19 in Cina.

CDC: «I fattori di rischio per le malattie gravi non sono ancora chiari, sebbene i pazienti più anziani e quelli con patologie croniche possano presentare un rischio più elevato di malattie gravi. Tra gli oltre 44.000 casi confermati di COVID-19 in Cina dell'11 febbraio 2020, la maggior parte si è verificata tra i pazienti di età compresa tra 30 e 69 anni (77,8%) e circa il 19% era grave o gravemente ammalato [9]. La percentuale di mortalità tra i casi di età ≥60 anni era: 60-69 anni: 3,6%; 70-79 anni: 8%; ≥80 anni: 14,8%. I pazienti che non hanno riportato condizioni mediche di base avevano una mortalità complessiva del caso dello 0,9%, ma la mortalità del caso era più elevata per i pazienti con comorbilità: 10,5% per quelli con malattie cardiovascolari, 7% per diabete e 6% ciascuno per malattie respiratorie croniche, ipertensione, e il cancro. La mortalità per caso nei pazienti che hanno sviluppato insufficienza respiratoria, shock settico o disfunzione multiorgano è stata del 49%. [9]».

Bene. Vista la similitudine quantitativa nei casi gravi e decessi tra influenza stagionale 2018 e questo coronavirus 2019, e visti i risultati concreti in area economica, politica e culturale per le Persone (terrorizzate ai domiciliari), le Comunità (in quarantena) e i Territori (desolati come dopo un bombardamento) le idee innovative degli ultimi giorni quali dovrebbero essere e quali sono state?

  • Riporto solo qualche testimonianza di quello che ci sta accadendo:

    a) borse in crollo verticale e il famigerato spread a 230, ma in ascesa;
    b) paralisi delle comunicazioni via terra, via mare e via aria;
    c) misure obbligatorie e punitive per legge sulle Persone, come ci fa presente l'assessore regionale lombardo al Welfare Giulio Gallera: “è chiaro che se i cittadini non ci aiutano a ridurre questa curva che cresce in maniera enorme dobbiamo arrivare a misure più dure. Noi avevamo chiesto di chiudere tutte le attività commerciali tranne alimentari e farmacie. Non ha senso chiudere i centri commerciali solo il fine settimana, andavano chiusi sempre. Il decreto dà anche messaggi utili ma mancano i divieti e servono misure più rigide”.
    d) immancabile sfruttamento della situazione da parte di chi ci Governa (es, l’Europa delle Banche), come ci ricorda Daniele Fusaro: “Intanto l'Ansa ci informa, senza che praticamente nessuno se ne accorga o dia il giusto peso: sembra che sia stata casualmente scelta la data del 16 marzo 2020, accidentalmente nel bel mezzo dell'emergenza del Coronavirus, per la firma del MES. Il terribile meccanismo di stabilità europea, l'ennesimo dispositivo per annichilire la sovranità dello Stato nazionale”. Il Governo, bacchettato, promette di non firmare. Sarà vero?

Fatte queste premesse, azioni e reazioni dei nostri governanti apparenti (i Politici) ed effettivi (le Banche), appaiono in realtà dipendenti dall’uso di un pensiero inadatto al sociale moderno – il pensiero scientifico – che ci rende tutti cavie da laboratorio o algoritmi finanziari e da un sistema antisociale (nell’attuale forma strutturale della Società gassosa a traino esclusivo economico-finanziario) in cui tutto fa brodo per controllare le Persone, le Comunità nazionali e il Territorio planetario in considerazione di una utilità, in genere mai apertamente dichiarata, da parte di chi ci governa.

Anche le azioni più disparate sono suscitate dal sistema antisociale in cui viviamo, come ad esempio le rivolte nelle carceri appena scoppiate come effetto collaterale imprevisto delle misure antivirus prese.

Quindi è questa Società gassosa che va cambiata perché fa un’antistorica raccolta indifferenziata dei rifiuti sociali tridimensionali (economici, politici, culturali) nel cassonetto unico Mercato. E’ questo sistema unidimensionale prevalente squilibrato che dà forma concreta ai risultati del pensiero scientifico antisociale applicato alle tre dimensioni sociali.

Un’antisocialità al quadrato che dobbiamo urgentemente modificare attraverso la costituzione di un sistema sociale tridimensionale equilibrato: la Società calorica di cui spesso trattiamo. Altrimenti, va da sé che stiamo già condannando noi e i nostri discendenti a un’inevitabile vita ai domiciliari da sani (!) nel terrore della prossima influenza virale stagionale… ma non solo.

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