L'Editoriale

Che piaccia o non piaccia Bruxelles deve tacere

Comunque la si pensi, chi è fuori dalle regole europee è la Germania, e proprio per questo motivo noi abbiamo il diritto di fare quello che riteniamo giusto per il nostro Paese


08/10/2018

di Mario Pinzi


Prima di affrontare il tema della settimana, desidero fare una precisazione incontestabile: questa Europa è una massa lavica di incompetenze che non ha eguali. 
Fatta questa precisazione, desidero affrontare il tète-à-tète avvenuto tra Sergio Mattarella e Mario Draghi durato qualche ora. 
Non ci vuole un genio per comprendere che erano entrambi preoccupati del braccio di ferro che si è creato con Bruxelles per la bocciatura della commissione Ue sulla nota di aggiornamento del Def, dove con prepotenza è stato chiesto di riscrivere tutto affinché la legge di bilancio sia conforme alle regole europee. 
Ora viene spontaneo chiedersi come mai i due illustri personaggi non si sono mai riuniti per discutere la preoccupante violazione tedesca che è fuori dai parametri europei da circa dieci anni. Per asserire una corretta opinione, come ho già scritto nel passato editoriale, è indispensabile ricordare le regole di Maastricht che hanno imposto un tetto invalicabile del 6% di surplus commerciale a tutti i Paesi dell’Unione. 
La norma impone che se c’è qualcuno in attivo, c’è qualcun altro in passivo, e questa regola deriva dal fatto che se un Paese vende più di quanto compera incassando dall’estero più moneta di quanto ha pagato, questo surplus deve essere ridistribuito in opere strutturali dove tutti i Paesi dell’Unione possono partecipare, e questo sacrosanto dovere la Germania non lo ha mai rispettato. 
Se la cosa non fosse preoccupante, i nostri leader durante il loro incontro avrebbero potuto fare spallucce, ma se continuano a tacere su questa violazione tedesca che ci penalizza si rendono responsabili delle nostre difficoltà e la colpa ricadrà solo su chi poteva fare e non ha fatto. 
Fregarsene, sarebbe come tradire la Costituzione che in ogni brano evidenzia la difesa del Paese e dei suoi cittadini. 
Per fermare lo spread e la Merkel, che vuole rispedirci 40 mila emigranti che gli hanno chiesto asilo, occorre determinazione e amore per la Propria patria come sta dimostrando Salvini che ha chiuso anche gli aeroporti per vietare un’ulteriore aggressione tedesca. 
Se i nostri due leader, nel loro incontro top secret, non hanno deciso di alzare la voce per fermare queste continue ingiustizie, credo che sia più che corretto invitare il governo a informare Bruxelles che l’Italia, come fanno da sempre Germania e Francia, inizierà a coltivare i propri interessi, e se la cosa non garba sono invitati a cacciarci dall’Unione. 
Tutti i grandi media si sono scatenati contro il documento economico che contiene una previsione d’aumento di spesa che supererà il 2,4% del prodotto interno lordo e, nonostante questa aggressione, il governo è al massimo dei consensi con un risultato che supera il 62%. 
Mi auguro che Mattarella e Draghi, nel loro riservato colloquio abbiano parlato anche di questo dato che dovrebbe far riflettere chiunque. 
Per sancire il cambiamento in corso, riporto la ricerca di Ipsos pubblicata dal Corriere della Sera: Lega 33,8%, Movimento Cinque Stelle 28,5%, Forza Italia 7,8%, Fratelli d’Italia 2,4% Partito democratico 17,1% e Liberi e Uguali 2,4%. 
Cari lettori, la maggioranza degli elettori ritiene giusto aumentare il debito per salvare l’Italia e se aggiungiamo le dichiarazioni fatte da Savona dove ha affermato che la vera stabilità non è quella dei parametri di Maastricht dove è rimasta ingabbiata l’Italia, ma quella socio-politica fatta di benessere diffuso e di equa redistribuzione dei redditi, si può comprende da dove nasce questa ribellione.
Comunque la si pensi, chi è fuori dalle regole europee è l’asse franco-tedesco. Quel che è certo è che Paolo Savona Ministro per gli Affari Europei ha ragione da vendere, e se ci fosse lui al posto di Tria i cittadini italiani vedrebbero realizzati in fretta tutti i loro sogni…   

(riproduzione riservata)