L'Editoriale

Cala il sipario sulle riforme economiche da lacrime e sangue

Il Fondo monetario, che ha messo alle corde la Grecia, si è ricreduto: gli investimenti pubblici non rappresentano più un danno economico


12/10/2020

di Mario Pinzi


E’ inutile far finta di nulla. 
L’abbuffata che il Fondo Monetario ha fatto con la Grecia è vergognosa e, com’era prevedibile, con una semplice alzata di spalle ha affermato d’aver sbagliato. 
Se ci fosse della dignità, questi signori “perbene” dovrebbero mettersi le mani in tasca e restituire alle famiglie greche quello che hanno tolto, ma questa è una generosità d’altri tempi.  
Al di là delle frasi fatte, diventa difficoltoso rimuovere lo scippo che il Fondo Monetario ha fatto al Paese ellenico e, senza troppi giri di parole, fare una svolta epocale come questa senza pagare dazio è un comportamento che stimola la violenza. 
La conversione del Fmi consiste nell’aver affermato che gli investimenti pubblici non sono più una tragedia economica, perché hanno la forza di far crescere il Pil e l’occupazione. 
Una scoperta che anche i bimbi delle scuole elementari conoscevano. 
C’è voluta la pandemia per far comprendere l’importanza dell’investimento a debito in opere pubbliche e da quando è nata questa consapevolezza tutti si sfregano le mani dalla gioia. 
Un autorevole ente economico afferma che investendo l’1% del Pil si creano circa 8 milioni di posti di lavoro che producono un effetto economico indiretto che triplica gli occupati.    
Ora tutti sono d’accordo nel sdoganare i bilanci fuori regola e, con questo epocale ripensamento, si dovrebbe avere l’umiltà di risarcire alle famiglie greche il danno subito, ma per farlo occorrerebbe una nobiltà d’animo che non c’è.   
Un'altra situazione strampalata è il processo farsa di Palamara, dove la Procura generale della Cassazione chiede la sua rimozione dall’ordine giudiziario senza ascoltare i testimoni indicati dalla difesa. 
Un comportamento che attesta la mancata purificazione e convalida la presenza di un nuovo Palamara operoso a tramare intrighi nell’ombra.  
L’altra aggressione che la Magistratura sta facendo è rivolta verso la Lega alla ricerca dei famosi 49 milioni introvabili.     
Secondo l’accusa, i soldi sono usciti dalla Sparkasse di Bolzano e trasferiti nel fondo lussemburghese Pharus Management, ma Giulio Centemero, il tesoriere del Carroccio, sta preparando una super perizia che dovrebbe smontare il teorema accusatorio. 
Da queste incresciose prevaricazioni si comprende, senza ombra di dubbio, da dove nasce la severa condanna di Palamara (il magistrato deve essere cacciato perché ha svelato il travaso di poteri che è avvenuto tra la politica e la Magistratura), mentre quella della Lega scaturisce sicuramente per il suo sovranismo. 
Il nuovo presidente dell’Anm, Luca Poniz, che ha confermato il nefasto teorema dittatoriale, dovrebbe intervenire, ma il suo assordante silenzio sta rompendo i timpani.   
Se il nostro Paese potesse contare su una classe politica non soggettata alla finanza speculativa, la rivoluzione liberale che Salvini ha annunciato potrebbe prendere corpo perché, con il supporto del risparmio delle famiglie e la capacità delle nostre imprese che hanno creato il Made in Italy la rinascita dell’Italia sarebbe garantita. 
Purtroppo questo status quo è imbarazzante. 
Il Centro studi di Confindustria dipinge un quadro disastroso in linea con le previsioni già annunciate che, per il 2020, certificano un calo del Pil del 10% con un recupero nel 2021 del 4,8%. 
Una recessione che ha riportato l’economia italiana indietro di 23 anni e se non reagiamo l’Italia continuerà a essere un Paese fortemente indebitato e in declino. 
Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha puntato il dito sulle troppe tasse e questo è un terreno di scontro che un nuovo leader politico dovrà assolutamente risolvere. 
Chi raggiungerà il potere dovrà annullare i contenziosi tributari e applicare una nuova ed equa tassazione che abbia la forza di azzerare l’evasione. 
Non conoscere il valore del patrimonio immobiliare italiano ci mette nelle condizioni di non essere in grado di studiare una strategia convincente che abbia la forza di ridurre sensibilmente l’enorme debito accumulato.
Per far emergere il sommerso occorre mettere i cittadini nelle condizioni di detrarre dalle tasse qualsiasi spesa effettuata e questa strategia può essere applicata perché sui prodotti acquistati esiste già l’imposizione dell’Iva. 
Insomma, la “rivoluzione liberale” di Salvini non deve stupire, perché il leader Leghista nel suo Dna possiede uno spirito aperto a tutte le libertà (di pensiero, d’impresa, di stampa, di giudizio, di critica politica, di voto e chiudo con la libertà economica, che si ottiene con la sovranità monetaria), ma ce ne sono tante altre che ritengo superfluo elencare.
I nemici del nostro Paese sono i grandi finanzieri speculativi che hanno sposato il globalismo per cancellare l’identità dei popoli e credo che sia fondamentale programmare in fretta una nuova Italia sovranista capace di salvare le sorti del nostro Belpaese…

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