Punto & Virgola

Astrofisici che giocano a biliardo coi Pianeti, e non solo

Delirio di onnipotenza: il male che spinge l’uomo socialmente addormentato di oggi verso l’autodistruzione dell'organismo sociale


20/11/2017

di Andrea di Furia

Diceva Goethe che chi non conosce cos’è accaduto all’evoluzione umana e sociale a partire da 3000 anni indietro si deve accontentare di vivere alla giornata. Esattamente quello che oggi accade a quasi tutta l’umanità vivente sulla Terra. Si è perso sia il senso della vita dell’uomo sul Pianeta, sia il senso della vita dell’uomo nella Società umana, sia il senso della vita dell’uomo per se stesso.

La Scienza moderna quasi totalmente figlia di una visione materialista e matematista (per cui è vero solo ciò che traduce la realtà in formula matematica) ci ha fatto perdere di vista il rapporto tra Uomo e Cosmo.

Se infatti rappresentate le dimensioni della nostra Galassia in un modellino in scala di 130 chilometri (come da Bologna a Treviso!), il Sistema solare sarebbe lungo soltanto due miseri millimetri. Ebbene, spiegatemi voi che idea ci si deve fare della Terra (in questa prospettiva mero pulviscolo cosmico impalpabile) e soprattutto dell’Uomo se non di un irrilevante parassita infestante il Pianeta.

Pensate a un Astrofisico moderno che quotidianamente vive questa depressione bipolare: “depressione” quando considera l’Umanità sulla Terra e “mania di grandezza” quando considera la maestà inarrivabile di un Cosmo in cui è giunto a contare mediamente 300 miliardi di Galassie oltre la nostra.

In questa seconda situazione emotiva maniacale, per chi studia queste patologie, il malato entra in uno stato di delirio di onnipotenza. Anche se è uno scienziato? Purtroppo sì.

Purtroppo sì al quadrato, perché se è uno scienziato in posizione di potere, oggi quel suo delirio di onnipotenza ha sia i finanziamenti, sia le strumentazioni, sia il carisma materiale per essere preso sul serio e poter fare danni sulle future generazioni che nessuno di noi si immagina neppure nei suoi peggiori incubi.

Per un Astrofisico di questa rilevanza è il Sistema solare ad avere quel minimo di consistenza (2mm) poter giocare un ruolo di interesse per il suo delirio scientifico. Ecco: giocare col sistema solare… perché no? Perché non giocare a biliardo coi Pianeti?

Non è la trama di un nuovo videogioco e neppure una novità: nel 1952 in Europa, quando ancora i videogiochi erano ancora totalmente da concepire, tramite un reportage giornalistico ci si è potuti informare delle ricerche scientifiche che con assoluta serietà e sostegno finanziario portava avanti negli Stati Uniti d’America un luminare dell’Osservatorio del Monte Palomar: specialista in molte branche della scienza e che ha ricoperto numerose cariche importanti, specialmente durante la seconda guerra mondiale.

L’articolo conteneva il resoconto di una lezione del Prof. dr. Fritz Zwicky (1898-1974) tenuta durante una conferenza all’American Rocket Society. Il dr. Zwicky, scienziato Svizzero trapiantato negli U.S.A, era una delle maggiori autorità in Astrofisica dell’epoca: non era un visionario romanziere di science fiction come Isaac Asimov.

 


Nella sua lezione di 65 anni fa il dr. Zwicky profetizzò futuri sviluppi astronomici che, a suo parere, si verificheranno. Parlò di una futura “ricostruzione” dell’universo e spiegò come questo potrebbe essere reso possibile dalle illimitate risorse di energia che deriveranno dal perfezionamento della potenza atomica.

Con questi mezzi un giorno sarà possibile portare alcuni dei Pianeti del nostro sistema solare, più vicino alla Terra. A mezzo di esplosioni atomiche, applicate in direzione obliqua, questi Pianeti potrebbero essere estratti dalle loro orbite e forzati dentro orbite vicine alla Terra.

Il nostro sistema planetario, tuttavia, non verrebbe “ricostruito” in questo modo solo per scopi umani, come facilitare il traffico e lo sfruttamento interplanetario: sarebbe anche possibile, con l’energia atomica, ridurre le dimensioni dei Pianeti, condensarli fino al livello di densità della Terra, dar loro un’atmosfera corrispondente a quella del nostro pianeta e così via.

Dovette però ammettere, era uno scienziato, che a causa di una cattiva conduzione, intenzionale o non intenzionale, invece dei Pianeti avrebbe potuto esplodere la Terra.

La fase bipolare prevede anche un rimbalzo nella “depressione” nel momento in cui l’Astrofisico moderno - Il dr. Zwicky ne è il cliché - si posizione a osservare quella nullità cosmica che è l’uomo. Ma non dobbiamo preoccuparci perché, dimenticando se stesso come deve fare un vero scienziato moderno, il nostro scienziato rientra nel delirio di onnipotenza da una diversa angolazione.

Molti che oggi occupano posizioni importanti nel mondo scientifico e tecnologico (non solo statunitense) parlano apertamente della discrepanza esistente tra le teorie sui viaggi interstellari - cui la distruzione in atto del Pianeta porta il pensiero scientifico, sotto l’impulso finanziario commerciale che ricerca altri siti planetari per materie prime, commerci intergalattici e Mondi-fabbrica modello - e le nostre attuali capacità fisiologiche.

Non pochi da questo punto di vista sono giunti a considerare la natura umana, quale essa è attualmente, un fallimento. Semplicemente perché non può sopportare gli sforzi che quei progetti di vasta portata richiedono, in considerazione delle altissime velocità, pressioni e cambiamenti di gravità previsti.

 


Anche in questo caso, il prof. Zwicky riteneva che a mezzo dell’educazione e altri interventi protesici ad hoc si potesse ottenere, nel tempo, una “ricostruzione” della fisiologia e della costituzione umana.

Perché mai idee quali “ricostruzione” dell’universo e “ricostruzione” dell’Umanità entrano, in questa fase della sua evoluzione, a far parte del pensare umano? La risposta è relativamente semplice. Noi abbiamo gradatamente perduto ogni segno della divina intenzione insita nell’universo e in noi stessi. Non sappiamo più perché l’universo esiste. Esiste e basta, a causa del moto dei dadi poderosi della sorte. E in questo vuoto di coscienza, germogliano idee come quelle di cui abbiamo parlato prima.

Dal punto di vista tridimensionale sociale il rapporto tra Scienza ed Economia - nel momento in cui ha preso definitivamente su di sé la responsabilità del “benessere” di tutti, sottraendola alla medesima pretesa illusoria della Politica – ci restituisce una Tecnoscienza da Apprendisti stregoni con delirio di onnipotenza cui piace dedicarsi alla “ristrutturazione dell’Uomo e della sua casa” e per di più godere, in considerazione della rottamazione di entrambi, delle agevolazioni finanziarie di Governi e Imprese che hanno perduto il senso dell'Economia.

Se poi dalla dimensione culturale ci spostiamo in quella politica, troviamo non a caso che coll’attuale predominio della dimensione economica, anche i Politici ci si presentino come “rottamatori”. Le ideologie politiche vanno opportunamente riciclate perché ormai tutte si identificano nelle necessità del Mercato e non più dello Stato.

Anche qui si è persa la coscienza del rapporto tra Società umana e Uomo. A cominciare dal pensiero sociale che, unilaterale com’è e non tridimensionale, già nella definizione della Società umana come “sistema sociale” ne ha perso sia il concetto di “relativo all’uomo”, sia il concetto di “organismo sociale vivente e in evoluzione”.

Se infine esaminiamo la dimensione economica stessa, col suo predominio unilaterale si è perso qualsiasi rapporto con l’uomo come organismo autonomo che ha senso e dignità di per sé.

L’Uomo qui vale solo dal punto di vista economico: non vale in quanto appartenente a una Comunità (qui siamo nella dimensione politica) né in quanto Persona (qui siamo nella dimensione culturale).

Nella dimensione economica l'Uomo vale solo in quanto sia di una qualche utilità: o letteralmente come "schiavo" nel Mercato del lavoro attuale; o come “consumatore” di beni e servizi utile alla Finanza globale; o come materia prima (trapianti, nanotecnologie).

Oppure ancora come veicolo commerciale per sperimentazioni di massa (vaccini/farmaci/ogm ecc.): come è già avvenuto per i Paesi del terzo mondo per gli omogeneizzati agli estrogeni o per i semi proprietari brevettati ad alto tasso di remunerazione. E come sta avvenendo in Italia con le vaccinazioni obbligatorie di massa usate non tanto come vaccini, quanto come ansiolitici sulla popolazione terrorizzata dai media, costretti ad ospitare, i moderni tecnociarlatani.

Va capito che siamo entrati già da troppo tempo nella Società gassosa economico-finanziaria degli speculatori di Borsa, dell'esplosione delle Banche: e che gli Azionisti killer con quattro dita di moquette sullo stomaco non sono solo uno spauracchio letterario dei romanzi gialli o di spionaggio.

Non ci può più essere oggi essere nessuna volontà basilare di curare priva di un preliminare, predominante e indispensabile interesse finanziario, nella Società gassosa a traino economico di oggi: a dispetto degli slogan vuoti di pensiero scientifico che sentiamo provenire dalle più "interessate" parti.

Se ci togiamo le fette di salame pubblicitarie dagli occhi c’è solo la stessa logica tecnoscientifica pompata da quella stessa finanza lobbistica che giustifica la possibilità di una “ricostruzione dei Pianeti” a fini prevalentemente economici con le cannonate atomiche.

Qui le cannonate degli Apprendisti stregoni tecnoscienziati - ora in delirio di onnipotenza verso il mondo subsensibile atomico-molecolare, che ipotizzano come fotocopia del mondo cosmico stellare - sono cannonate vacciniche.

Anche in quest’ambito però si sta giocando a biliardo: con le componenti organiche chimico-fisiche del Sistema immunitario delle future generazioni: figli, nipoti e pronipoti. Meglio: delle probabili future degenerazioni.

 

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