Punto & Virgola

Antisociali a vita: l'anatèma della senatrice Elena Cattaneo


27/11/2018

di Andrea di Furia

Che un anatèma possa provenire da uno scienziato e non da un religioso sembrerebbe una contraddizione in termini. Tuttavia ciò è accaduto più volte, specialmente negli ultimi due secoli. Potremmo dire che via via ci si avvicini alla fine del secondo millennio e si cominci il terzo questa commistione - scienziati che pronunciano anatèmi come fossero Adepti di una setta detentrice dogmatica del “verbo” – diventa sempre più quotidiano ed evidente. Dentro e fuori dei cosiddetti “social”: anch'essi in realtà molto, molto "asocial".

A questo proposito vogliamo cogliere l’occasione involontariamente fornitaci dall’enfant prodige dei Senatori a vita italiani: la studiosa e docente - come si firma nella sua lettera polemica al Rettore del Politecnico di Milano - Elena Cattaneo.

Questo non tanto per occuparci dell’Errante (e innescare così una sterile polemica con lei) quanto piuttosto per ricercare le ragioni oggettive sottostanti all’errore di pensiero che ha commesso dal punto di vista oggettivo della sana e sottostante “strutturazione” del sistema sociale.

Prima di procedere provate a rispondere a questa domanda: “C’è un finanziamento da dare a due squadre di calcio per acquistare nuovi giocatori: la Juve e l’Inter. Affidereste la scelta a un tifoso juventino? Affidereste la scelta a un tifoso interista?”. Se la risposta è sì non perdete il vostro tempo e abbandonate questa pagina.

Se invece, come dovrebbe essere logico, pur essendo tifosi iuventini e interisti non affidereste la scelta né a uno juventino né a un interista, potete proseguire. Non voler imporre dogmaticamente a tutti i costi le proprie idee agli altri, fare un passo indietro, è sintomo di civiltà anche nello sport. E sono convinto che la Senatrice Cattaneo, fosse pure juventina o interista, in questo caso sceglierebbe come noi.

Adesso vi trovate di fronte a una scelta tra OGM e Biologico-Biodinamico: sono due visioni diverse e per certi versi opposte, e la logica del passo indietro dovrebbe essere la stessa questione di civiltà.

E invece qui la nostra studiosa e docente fa esattamente il contrario. Lei, che come Senatrice è più volte intervenuta apertamente nel Parlamento italiano per il rilancio della ricerca sugli OGM, si comporta come una tifosa sfegata: sceglie spudoratamente la propria squadra.

L’occasione ghiotta gliela fornisce il 35° Convegno internazionale su INNOVAZIONE E RICERCA - ALLEANZE PER L'AGROECOLOGIA che si è tenuto dal 15 al 17 novembre scorso in due prestigiose sedi: il Salone d’Onore della Triennale e l’Aula Magna Rogers del Politecnico di Milano.

Invece di astenersi perché di parte, perché all'Agroecologia preferisce la
Tecnologia agroindustriale, la nostra scienziata qui entra a gamba tesa: tanto da lanciare un vero e proprio anatèma: nel senso vero e proprio di “scomunica” rivolta contro gli eretici e scismatici colleghi del Politecnico di Milano.

 


Elena Cattaneo: «Non posso fare a meno di chiedermi le ragioni per cui un’istituzione scientifica seria e rigorosa come il Politecnico ha scelto di avallare col proprio nome e la propria sede, tra la costernazione di larga parte della comunità degli studiosi, una pratica che sconfina nell’esoterismo e nella stregoneria».

Qui possiamo osservare quel modo di pensare unilaterale che è tipicamente sviluppato e promosso dalla monodimensionale strutturazione del sistema sociale. Quello che piace a me, quello che coincide con la mia opinione, quello che resta nei limiti delle mie competenze è Vangelo, tutto il resto è esoterismo e stregoneria. Modo che ci accomuna tutti, purtroppo, in realtà.

La talentuosa biologa si comporta esattamente come un selvaggio che vede per la prima volta usare un accendino per produrre il fuoco e si spaventa di ciò che non conosce: per lui è magia e stregoneria. L’aggravante per chi si autodefinisce studiosa, non per il selvaggio, è che non conosce perché non vuol conoscere. Non vuol conoscere ciò che le è antipatico, non coincide con la sua opinione e fuoriesce dai limiti del suo ristretto e dogmatico Vangelo. Per lei ci sono limiti alla conoscenza e alla scienza: i suoi.

E’ questo però un condizionamento mentale che durante la nostra vita riceviamo tutti in automatico dal sistema sociale [dato che ci preesiste di secoli ed è strutturato da secoli in maniera squilibrata perché unilaterale] senza che ce ne accorgiamo. Tanto da ritenere di essere noi a pensare quello che pensiamo e non il prodotto anche di tale automatismo: che in realtà ci mutila quali esseri umani pensanti, e ci rende antisociali.

Indipendentemente da quale contenitore (Stato, Mercato, Scuola) specifico delle tre dimensioni sociali faccia oggi la raccolta indifferenziata del sociale complessivo (culturale, politico ed economico), una delle tre dimensioni è la nostra preferita.

Mentre esteriormente il loro predominio storico unilaterale ed esclusivo sulle altre due dimensioni sociali si sussegue nel tempo (Società solida a traino culturale religioso nel Medio-Evo; Società liquida a traino politico risorgimentale; Società gassosa a traino economico a cavallo dei due millenni) il loro predominio interiore è atemporale. C’è chi come la nostra studiosa e docente è più in sintonia con l’attuale bigotta dimensione culturale-scientifica (che ha soppiantato quella, altrettanto bigotta, culturale-religiosa del medioevo); chi come Mario Monti è più in sintonia con la dimensione economica; e chi, come possiamo riconoscere tra i nostri stessi amici, lo è con la dimensione politica.

Con ciò si può vedere come il dogmatismo culturale-specialistico-scientifico della Cattaneo predomini su tutto e ne orienti il pensiero anche in area politica ed economica. Come interpreta ad esempio il proprio ruolo in questa dimensione? In maniera militante: come difensore del dogma. Dogma che si limita al ristretto campo che le piace e di cui si interessa anche specialisticamente.

In questa veste politico-giuriudica la sua mission è quella del pasdaran iraniano, della ronda verde leghista, del militante che non si fida delle istituzioni di cui pure fa parte e perciò si autoreferenzia come colui che “fa la cosa giusta”, che ha “l’opinione giusta”.

Elena Cattaneo: «In un sistema immunodepresso, dove chi ha il dovere di vigilare viene meno alla sua funzione, trovano facile spazio ciarlatani e narrazioni che condizionano le libere scelte e allontanano cittadini e politici dalla realtà. (…) Tale decisione [quella del Politecnico di Milano] appare ancora più singolare dal momento che l’agricoltura italiana versa in drammatiche condizioni, avendo perso competitività, biodiversità e resa, anche per decisioni politiche contrarie all’innovazione che hanno alimentato narrazioni lontane dalla realtà della nostra agricoltura, con conseguenze per i consumatori e la bilancia commerciale agroalimentare, oltre che per lo sviluppo progettuale in ambito biotecnologico agrario».

Notiamo la causa delle “decisioni politiche contrarie all’innovazione”. Innovazione da intendersi non in senso generale, ma nel ristretto senso di quanto piace a lei: monoculture (che però uccidono la biodiversità di default), resa maggiore per utilizzo della tecnoscienza (il cui prezzo da pagare però sono lo scadimento della qualità organolettica, la desertificazione dei suoi agricoli, l’inquinamento ambientale).

Nel suo sacro furore l’Adepta Cattaneo non sia accorge dell’astrazione in cui la sua unilateralità militante la trascina, e apprezzo il pacato tentativo di Michele Serra su La Repubblica del 24 novembre 2018, di riportarla coi piedi per terra nel suo La terra è da salvare. Ma torniamo alla nostra scientific-pasdaran. A cosa paragona la sua azione in area giuridica?

Elena Cattaneo: «Le istituzioni tecnico-scientifiche sono i “globuli bianchi” del Paese».

Chiaro, no? Come i globuli bianchi difendono dall’attacco degli agenti patogeni la corporeità distruggendoli così le istituzioni tecnico scientifiche "alla Cattaneo" devono distruggere la patogena diversità di idee anche nel pensiero scientifico. Tutti allineati e coperti come soldatini che difendono la propria idolatrata patria tecnoscientifica.

E, naturalmente con afflato missionario, viene vista anche la dimensione economica al servizio della tecnoscienza. Perché la nostra Senatrice a vita lo sa che, paradossalmente, nell’epoca della massima espansione della ricchezza… non c’è trippa per tutti i gatti.

Il buffo è che accusa gli altri di fare ciò che essa fa anche con questa sua lettera: puro lobbismo a favore di ciò in cui messianicamente crede lei, e in cui perciò dovrebbero credere tutti gli altri. Cosa peraltro antiscientifica, ma che non sorprende provenendo da una superpaladina della tecnoscienza.

Elena Cattaneo: «Il “confronto” tra scienza [ciò che le interessa] e antiscienza [ciò che non le interessa] serve solo a legittimare la seconda a spese della prima. Ci sarebbe, invece, quanto mai bisogno di ripristinare una linea netta, ferma, indelebile, di demarcazione fra le due, evitando, ad esempio, di ospitare per due giorni i “massimi rappresentanti” delle lobby promotrici del cornoletame per spiegare (cito dal programma del convegno) “I fondamenti scientifici del biologico e del biodinamico” negli stessi luoghi dove eccellenti studenti e ricercatori scelgono di investire passione, fatica e rigore per portare avanti la conoscenza scientifica, combattendo ogni giorno per strappare centimetri all’ignoto, spesso contro mille difficoltà economiche, burocratiche e culturali».

Pertanto meglio non indagare. Meglio la scomunica, meglio estirpare alla radice, meglio demonizzare ed eliminare persino la possibilità di parlarne: sia attraverso attività lobbistico-parlamentare per avvantaggiarsi, sia attraverso attività lobbistico-mediatica per penalizzare il proprio concorrente.

 


Un poco com’è successo alla canapa italiana che è stata demonizzata dagli americani perché fibra tessile concorrente del loro cotone o, come ora l’ineffabile Donald Trump vuole demonizzare la tecnologia cinese Huawei concorrente di quella americana: che peraltro, come la stampa ci ha già ampiamente avvertito, procede indefessa nella sua costante azione di spionaggio nei confronti degli alleati più che degli avversari.

Il cornoletame non è altro che un integratore fatto interamente di materia organica e di energie così come sono disponibili liberamente in natura -senza interventi di laboratorio e senza limiti di copyright - per potenziare le qualità della cacca di vacca di arricchire l’humus del campo agricolo.

Certo, ha il difetto di non essere tecnoscienza brevettata, ma solo scienza nel senso più vero del termine: pratica sperimentale che nasce dalla conoscenza e conoscenza che nasce dalla pratica sperimentale. Ma il difetto più grande è quello di non essere all’interno del ristretto campo di azione culturale della nostra Senatrice. Ristrettezza di cui non le facciamo nessun carico, in quanto lo attribuiamo all’azione oggettiva automatica e inosservata della strutturazione monodimensionale del sistema sociale in cui viviamo e che, in un certo senso, ci colpisce tutti da due lati.

Esteriormente il fatto che una delle tre dimensioni sociali domini sulle altre due, e le richiuda nelle proprie mani, ci abitua e ci educa tutti all’unilateralità. Interiormente questa unilateralità si colora della nostra propria preferenza dimensionale sociale: nel specifico caso della Senatrice Cattaneo è la Cultura nella sua accezione scientifica.

La dimensione culturale di suo si tripartisce e articola come Religione, Arte, Scienza e tuttavia l’unilateralità esterna educa a costringerle in una miscela indistinta. Sicché la preferenza scientifica, ove prevalga, acquista tuttavia i caratteri delle altre due e innesca un conflitto interno al termine del quale… solo un carattere sopravviverà.

Ecco allora spiegarsi l’errore, ovvero l’aspetto dogmatico-religioso-messianico-totalitario prevalente, nel pensare scientifico della nostra Senatrice e di tantissimi altri uomini e donne di scienza. Errore però che esiste identico anche nel pensare politico e in quello economico – dato che condividiamo la stessa Società umana - della quasi totalità dei nostri contemporanei.

Tutti subiamo dentro e fuori la conseguenza dell’unilateralità strutturale dominante del sistema sociale in cui viviamo. Questo habitat strutturale inosservato che è il nostro sistema sociale monodimensionale non ci è favorevole, tutt’altro. Se non lo cambiamo, se perdura questa squilibrata strutturazione unilaterale, se non diventa tridimensionale ed equilibrata la struttura del sistema sociale, occorrono a livello personale davvero decenni per accorgersene e superare questo con dizionamento stutturale sociale.

Se non verrà presto l’epoca della Società tridimensionale dei nostri tempi – la sola che permette quella raccolta differenziata del sociale economico-politico-culturale che illustro in questa rubrica e nei miei libri, e che è la prima cosa da fare per semplificare la nostra vita sociale e riportarla a misura di uomo e non di lobbisti dimensionali unilaterali – se non verrà presto concretizzata, pur non essendo come Elena Cattaneo “senatori a vita” continueremo ad essere, come lei, “antisociali a vita”.

 

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