Punto & Virgola

A pensar male… spesso s’indovina!

L’attuale sistema antisociale, che si traveste da sociale, lo giustifica


30/04/2020

di Andrea di Furia

Temo che capaci di saper pensare il sociale tridimensionale, oggi, siano davvero pochi. Dovremmo però imparare da chi lo sa fare molto bene: i 4 furbetti del pianetino che sotto la stucchevole e retorica maschera soccorrevole (la salute prima di tutto, restate a casa) nascondono il pelo lupesco.

Per costoro noi siamo i succulenti 3 porcellini da arrostire: Persona singola, Comunità nazionale, Territorio mondiale. Sognanti e passivi dietro le nostre tre fragili casette sociali: quella culturale- materialistica della Persona singola eretta con l’incendiabilissima paglia della paura della morte; quella politica della Comunità nazionale eretta con le incendiabilissime assi di legno delle divisioni castali; quella economica del Territorio mondiale, depredato e imprigionato nella gabbia d’oro eretta coi solidissimi mattoni dell’antieconomico denaro immortale.

Solo che non ci rendiamo conto che ciò che era positivo al tempo medievale in cui è stata redatta questa fiaba, almeno mille anni fa, oggi nel terzo millennio diventa negativo. Allora il protagonista cattivo veniva eliminato per far emergere il porcellino: rappresentante del Singolo individuo dotato di pensiero logico-scientifico. E la casa singola che accoglie tutto il sociale complessivo era una cosa buona, in epoca medievale. Oggi, invece, assistiamo alla strabordante vittoria del Lupo cattivo nelle tre dimensioni sociali: Economia, Politica, Cultura.

E allora, per essere aderenti ai fatti odierni, come dovremmo riscrivere questa fiaba? Così: il Lupo cattivo non viene eliminato, piuttosto "da uno si fa trino". Non distrugge l’ormai unica casa dei tre porcellini, ma la mantiene in uso perché ad ognuno dei tre ingenui porcellini ha presentato la sua mela avvelenata per poi ucciderlo, scuoiarlo e rivestirsi della loro pelle per abitare nei tre fantocci (le Istituzioni attuali, così distanti dal loro originario impulso) in modo che nessuno si accorga, nel sistema sociale, dell’avvenuta sostituzione.

Così che oggi invece di tre simpatici porcellini socialmente evoluti in realtà dobbiamo convivere nel sistema con tre subdoli lupi antisociali involuti che praticano la raccolta indifferenziata del sociale tridimensionale nel cassonetto unico Stato (la casa degli attuali finti, soccorrevoli porcellini) per propri scopi economici, politici e culturali: non apertamente dichiarati, ma evidentemente in perfetta distonia rispetto a quelli di Persona singola, Comunità nazionale e Territori locali-globali degli amministrati.

Credo che questa immagine, nel presente ansiolitico tempo della troppo pompata epidemia da coronavirus, sia in grado di rispondere meglio di un migliaio di studi sociologici e di proiezioni epidemiologiche partigiane a tante domande che più o meno ingenuamente ci vengono fatte, e in particolare alla competente osservazione del virologo di fama mondiale Giulio Tarro, che sa benissimo interpretare l’utilissima opacità dei dati offerti dagli Esperti del Governo a giustificazione delle antisociali misure prese: “C’è un panico generale: il virus non è la peste o il colera. Non capisco perché la situazione è stata ingigantita in questo modo”.

Invero, nessuna ragione di buon senso vale spiegare questa osservazione oggettiva. Solo l’altrettanto oggettivo punto di vista della strutturazione sociale - consapevole della sua attuale malsana degenerazione unidimensionale, che ogni volta applichiamo in questa rubrica - ci aiuta a porre scientificamente le basi di un pensiero sociale capace di caratterizzare e comprendere in concreto ciò che appare troppo spesso incomprensibile, astratto e malsano della realtà sociale quotidiana.

Pardon, dimenticavo il proverbiale e attualissimo: “A pensar male degli altri si fa peccato... ma spesso s’indovina!”.

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