Punto & Virgola

"Benemerita": a Piacenza narcos di casa nostra, non mele marce


26/07/2020

di Andrea di Furia

Studiando da oltre 40 anni il sistema sociale italiano e mondiale; avendone evidenziato, in questa rubrica e nei libri, la radice strutturale originaria dei problemi sociali odierni e più volte indicato la soluzione percorribile... non siamo affatto sorpresi degli eventi di Piacenza. In realtà esprimono un come volevasi dimostrare con il punto esclamativo finale.

Se fossi invece soltanto un semplice Cittadino sarei terrorizzato nel venire a conoscenza del fatto che a Piacenza “narcos di casa nostra” indossano la divisa dell’Arma dei Carabinieri.

Certo non farei cambio con la posizione dei vertici della Benemerita (detta così per spontanea riconoscenza popolare) che stanno rischiando come minimo l’infarto e la carriera. Mi dispiace per loro, ma questo non mi esime dal rifiutare per quei narcos nostrani la solita deresponsabilizzante definizione di “mele marce”.

No, non è così! E' un sistema molto diffuso, nello spazio e nel tempo, perché origina dalla struttura del "sistema sociale" attuale.

E’ infatti la struttura unilaterale squilibrata del sistema sociale in primis - che poi in secundis si riflette in ogni Istituzione economica, politica e culturale dello Stato - a favorire in esse la sovrapproduzione di “mele marce” e dei loro “rifiuti sociali”: illegalità, delirio di onnipotenza, carrierismo.

Come tipologia attuale di struttura squilibrata del sistema, in Italia vige la dominanza della dimensione politica su quella economica e su quella culturale. Su questa rubrica abbiamo più volte sintetizzato questa dominanza unilaterale e perciò antisociale con l’immagine-sintesi della raccolta indifferenziata dei rifiuti sociali economici, politici e culturali nel cassonetto dell’indifferenziata Stato.

E come i rifiuti urbani nell’indifferenziata si degradano, inquinano e corrompono anche nel cassonetto dell’indifferenziata Stato i valori economici, politici e culturali si degradano, inquinano e corrompono. Perciò da questo punto di vista non sorprendono lo studioso “strutturale” del sociale moderno - bensì confermano l’immagine sintesi proposta del sistema antisociale come discarica di rifiuti sociali a cielo aperto - le mele marce di Piacenza e il debordare dal cassonetto Stato dell’illegalità, del delirio di onnipotenza, del carrierismo.


Questi rifiuti sociali, però, sono quelli che terrorizzano il Cittadino indifeso contro l’abuso di potere di chi rappresenta le Istituzioni dello Stato operanti nelle tre dimensioni del sistema sociale attuale.

Sono purtroppo l’espressione dell’affermarsi sempre più deciso dei “disvalori” antisociali sui “valori” sociali che hanno caratterizzato lo sviluppo dell’attuale Società umana civile. Vediamoli in dettaglio.

Il disvalore dell’illegalità

E’ impossibile, nel caso esaminato con dovizia di particolari scioccanti dai quotidiani e dai media, pensare che si riesca a contrapporre il proprio spaccio di droga sul mercato sanguinosamente controllato da Mafie, ‘Ndrine e loro variazioni sul tema, senza che ci sia un’affiliazione.

Se non stabilisci un accordo molto forte che sia accettabile dalla controparte mafiosa sei destinato a riempire il primo pilone di cemento di un cantiere in costruzione o al tiro al bersaglio per le strade cittadine.

Più facile accordarsi e per un obiettivo condiviso win-win: magari il modo più semplice può essere quello di “potare” violentemente i gruppi avversari del proprio dominus e partecipare ad una ricca percentuale sul profitto.

E la scelta è quella più classica, ormai trita e ritrita nelle serie televisive e nei romanzi di qualsiasi genere: tra il povero stipendio del frustratissimo servitore dello Stato che invece di ricevere riconoscimenti si sente sfruttato come uno schiavo, e la ricca retribuzione delle cosche che apre la possibilità economica di sostenere un più soddisfacente tenore di vita superiore.

Scelta che continuamente viene messa di fronte a chiunque (imprenditori, magistrati, politici ecc.) per l’incapacità delle Istituzioni di arginare il fenomeno mafioso: che è il prodotto culturale principale della strutturazione di un sistema a esclusiva predominanza politica sulle altre due dimensioni sociali. Pensiamo solo all’omertà che ormai caratterizza tutte le Istituzioni tridimensionali del sistema sociale, la protezione degli appartenenti alla propria specifica casta e così via.

E qui chiedo ai lettori: è proprio così difficile osservare la correlazione diretta tra questa mafioseggiante omertà castale diffusissima nel sistema sociale attuale e la raccolta indifferenziata dei “rifiuti sociali” economici, politici, culturali nel cassonetto unico Stato?

Il disvalore del delirio di onnipontenza

Oggi se hai i soldi puoi fare tutto nelle tre dimensioni: acquistare come il protagonista principale a Piacenza 11 auto e 16 moto pur avendo, come tutti, un solo sedere; esercitare violenza su chiunque per acquisire meriti professionali e supporto dei superiori; condizionare vittime e tramutarle in carnefici di supporto o stimolare il reclutamento nell’attività reddituale di colleghi poco autocoscienti.

Questo delirio di onnipotenza, una volta attivato con successo, non fa che rendere sempre più deciso lo sfruttamento dell’illegalità e dell’abuso di potere per i propri obiettivi egoistici, e per quelli condivisi con la cosca di riferimento.

E qui chiedo ai lettori: è proprio così difficile osservare la correlazione diretta tra questo delirio antisociale e l’antisociale confusione di valori suscitata dalla raccolta indifferenziata dei “rifiuti sociali” economici, politici, culturali nel cassonetto unico Stato?

Il disvalore del carrierismo

E i superiori dei nostri narcos in sedicesimo? Possono mai restare puliti vivendo, come i loro sottoposti, nello stesso cassonetto dell’indifferenziata sociale?

Ecco: superiori che non hanno esercitato il controllo sugli eccessi del loro sottoposto e che, come piuttosto sembra, hanno chiuso uno o forse tutti e due gli occhi per mero carrierismo. Infatti, le voci sulle violenze circolavano da tempo; le loro auto di lusso non si giustificavano con lo stipendio statale. E tuttavia il “clan” si tutelava con il numero elevato di arresti.

Portavano risultati! Risultati utili alla carriera dei superiori, ma anche ai Politici per fare comunicazione su media. E, per questo, violenza e pestaggi diventavano “intemperanze”, mentre l’aperta violazione della legge e l’abuso di potere venivano classificate come “irregolarità”.

Sembra quasi di vivere il cliché del solito commissario delle serie televisive che usa tutti i mezzi pur di raggiungere il risultato utile alla propria carriera. Che, a ben guardare, nel narcos di casa nostra conviveva anche con la propria identificazione con i suoi violenti idoli: i protagonisti della serie televisiva Gomorra.

E qui chiedo ai lettori: è proprio così difficile osservare la correlazione diretta tra questo appariscente “carrierismo” malsano e il fatto che viene stimolato dall’antisociale raccolta indifferenziata dei “rifiuti sociali” economici, politici, culturali nel cassonetto unico Stato?

Fare questa breve analisi significa porre il dito sulla causa (il sistema che fa la raccolta indifferenziata del sociale unicamente nel cassonetto Stato) e non sul sintomo (le “mele marce”).

Cercare di curare il sintomo è puerile: non ci si riesce radiando i superiori e chi sapeva nell’Arma ma non ha parlato; non ci si riesce proteggendo le gole profonde o gli onesti.

Presto ci si accorge – o retrocedendo nella storia lo si trova sui quotidiani – che ci sono “mele marce” anche in altre prestigiose istituzioni dello Stato. A memoria rammento Magistrati collusi con le Mafie; Guardie di finanza che abusavano il controllato; Poliziotti della Uno bianca. Moltiplichiamo in tutte le categorie sociali e abbiamo, per chi vuole risanare il sociale… il delirio di impotenza!

E, ormai dovrebbe essere chiaro dal punto di vista pratico, possiamo tutti risanare il sistema malato solamente se passiamo alla raccolta del sociale tridimensionale in tre cassonetti dedicati:

Stato (cassonetto che raccoglie solo ciò che riguarda la dimensione politica);

Mercato (cassonetto che raccoglie solo ciò che riguarda la dimensione economica);

Scuola (cassonetto che raccoglie solo ciò che riguarda la dimensione culturale).

E’ la radice strutturale del sistema sociale che va curata! Ossia l’antisocialità dell'attuale Società liquida a predominio della dimensione politica sulle altre due. La quale, altrimenti, non può che continuare a produrre mele marce: ovunque nelle tre dimensioni e in soprannumero.

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